S’infittisce il mistero attorno alla scomparsa di Diego Armando Maradona. Nella ricostruzione di quanto accaduto ci sono dettagli che non quadrano e i quattro magistrati a carico dell’inchiesta, aperta poche ore dopo il decesso del Diez, vogliono vederci chiaro. A non convincere sono soprattutto le testimonianze discordanti dell’infermiera di turno quella tragica mattina, Dahiane Gisele Madrid, e il tenore della chiamata al pronto soccorso da parte di Leopoldo Luque, medico personale di Maradona occupatosi dell’operazione al cervello a inizio mese. Per gli inquirenti c’¨¨ un buco temporale che va dalle 6.30 del mattino fino alla richiesta d’intervento medico, alle 12.16 ora locale. L’obiettivo ¨¨ capire cosa sia accaduto esattamente in quelle sei ore scarse.
L'inchiesta
Maradona, le indagini sulla morte: dalle due versioni dell’infermiera alle omissioni del medico
Proseguono le indagini sui tempi e le cause del decesso di Maradona. La magistratura vuole vederci chiaro e ha predisposto ulteriori perizie
Doppia versione
¡ªLa magistratura si sta concentrando al momento sulla doppia versione fornita da Dahiane Gisele Madrid, l’infermiera che ha assistito Maradona nelle ultime ore di vita. Nella prima testimonianza fornita agli inquirenti, l’infermiera ha sostenuto che l’ultimo ad aver visto Maradona in vita, intorno alle 6.30, era stato il collega a cui ha dato il cambio. Da quel momento fino all’ingresso nella stanza del Diez da parte dello psicologo e dello psichiatra, nessun controllo da parte sua. Ma gli inquirenti hanno riscontrato profonde discrepanze tra la sua testimonianza e quanto dichiarato invece nel rapporto consegnato dall’infermiera ai suoi superiori. In quel rapporto, l’infermiera ha sostenuto di aver controllato le condizioni di Maradona intorno alle 9.30 senza riscontrare anomalie. Ha anche aggiunto di aver provato a testarne i parametri vitali senza successo di fronte al diniego del Pibe de Oro. Falso. L’infermiera ha smentito la versione fornita ai suoi superiori, spiegando di “essere stata costretta a mentire su ordine dell’agenzia per cui lavoro”. Nel secondo interrogatorio ha affermato di aver semplicemente sentito dei movimenti provenire dalla stanza di Maradona intorno alle 7.30, deducendo che fosse sveglio e stesse bene senza entrare nella stanza per verificare. Per gli inquirenti, al momento Dahiane Madrid non ¨¨ accusabile di falsa testimonianza, in quanto il rapporto stilato per i suoi superiori ¨¨ considerato un elemento estraneo al caso su cui si sta indagando. Ma resta da capire il motivo della falsa versione.
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La strana telefonata
¡ªL’attenzione degli inquirenti si ¨¨ soffermata anche sul contenuto della telefonata di Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, per richiedere l’intervento di un’ambulanza. Allertato da chi ha scoperto l’idolo argentino privo di sensi, Luque ha immediatamente chiamato il pronto soccorso del vicino ospedale San Fernando, tuttavia risulta strano che nel sollecitare l’invio dei soccorsi non abbia mai chiarito l’identit¨¤ della persona in pericolo. “C’¨¨ una persona che sta male, apparentemente vittima di un arresto cardiorespiratorio, secondo quanto mi dicono. Si tratta di uomo di 60 anni”, si ¨¨ limitato a riferire Luque terminando la telefonata dopo aver fornito l’indirizzo a cui intervenire. In nessun momento lo specialista rivela che ad aver bisogno dell’ambulanza ¨¨ Maradona, cosa che agli inquirenti ¨¨ apparsa molto strana. Per venirne a capo, gli inquirenti hanno disposto ulteriori perizie e verranno analizzati anche i tabulati delle telefonate effettuate da chi quella mattina si trovava a casa di Maradona. Altre indicazioni potranno arrivare anche dall’esito degli esami tossicologici disposti il giorno del decesso.
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