Usciamo dall¡¯errore o dall¡¯equivoco: Gigi Riva era un¡¯ala sinistra, non un centravanti. Nel suo calcio, il numero di maglia definiva il ruolo e l¡¯identit¨¤. E lui era un numero 11. Sempre, ovunque e comunque. Nelle sue squadre, il 9 lo portavano altri. Nel Cagliari prima dello scudetto, stagione 1968-69, il 9 era di Roberto Boninsegna, centravanti classico, di sfondamento. Nel Cagliari dello scudetto, stagione 1969-70, il 9 apparteneva a Sergio Gori detto Bobo, centravanti atipico, ¡°falso nueve¡± d¡¯epoca, pi¨´ costruttore che finalizzatore. Nell¡¯Italia campione d¡¯Europa del 1968, il centravanti era Pietro Anastasi. Nell¡¯Italia seconda al Mondiale messicano del ¡¯70, la punta centrale era sempre lui, ¡°Bonimba¡± Boninsegna. Riva partiva da sinistra, con progressioni potenti. Si accentrava per calciare dal limite oppure si infilava sul lato mancino o ancora ¡°tagliava¡± in area per raccogliere un cross e deviare a rete, di piede o di testa. Era un¡¯ala sinistra secondo i canoni del calcio di allora. Il 7, l¡¯ala destra, era definito un ¡°tornante¡±, nel senso che doveva rientrare e dare una mano sul terzino sinistro avversario, quasi sempre offensivo. L¡¯11 no, era un attaccante vero, ma sempre ala. Pierino Prati poteva considerarsi l¡¯omologo di Riva nel Milan. Come Gigi, portava il numero 11 e nel Milan vincitore della Coppa Campioni 1969 stava all¡¯ala, con Sormani centravanti.?
l'analisi
Se Riva giocasse oggi sarebbe Mbapp¨¦
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