lo studio
L'allarme dell'Aic: "Con i nuovi format i calciatori rischiano 36 giorni di infortunio in pi¨´"
La lotta tra i titolari delle ¡°properties¡± per accaparrarsi fette di mercato e la mancanza di una visione d¡¯insieme hanno concepito il delitto perfetto: il calcio, con il suo calendario dilatato a dismisura, ¨¨ andato in tilt. Proliferano le competizioni, si sovrappongono gli interessi. E si arriva al paradosso che datori di lavoro (l¡¯associazione delle leghe europee) e sindacati dei lavoratori (Fifpro in testa) hanno fatto fronte comune presentando un reclamo alla Commissione europea contro la Fifa, accusata di abuso di posizione dominante dopo la creazione del Mondiale per club allargato a 32 squadre. L¡¯Aic si ¨¨ fatta parte attiva di questo processo: il sindacato italiano ¨¨ stato tra i primi, in Europa, ad affiancare la rappresentanza mondiale di categoria. E ha realizzato uno studio dal titolo eloquente: ¡°Injury Time¡±. Sono state analizzate le stagioni 2022-23 e 2023-24 delle squadre di Serie A, Premier League e Liga, quindi esclusivamente gli impegni di club tra campionato, coppe nazionali ed europee.?
allarme
¡ª ?C¡¯¨¨ un dato che spicca tra tutti. E che mette in allarme. I calciatori che hanno disputato 54-55 partite all¡¯anno hanno registrato mediamente 71 giorni di infortunio a stagione. Bene, i nuovi format introdotti da Fifa e Uefa (Mondiale per club e Champions) prevedono un incremento medio di 11 partite a stagione per club. Si legge nel report: ¡°Proiettando, in via cautelativa, il trend di crescita degli infortuni registrati tra le 40 e le 55 partite a stagione, ¨¨ possibile prevedere che ogni calciatore mediamente registrerebbe 107 giorni di infortunio a stagione¡±. Ci¨° significa che le 11 partite in pi¨´ si tradurrebbero in 36 giorni di infortunio in pi¨´ a calciatore. Un balzo del 50%, per cui ogni club avrebbe un calciatore infortunato un giorno ogni tre. ¡°Considerando che, in media, ciascun top club impiega 20 calciatori per il 90% dei minuti giocati, si comprende che il rischio pi¨´ concreto, derivante dalla strategia di incremento delle partite, ¨¨ quello di non mettere nelle condizioni di performare al meglio i protagonisti dello spettacolo. Quegli stessi calciatori, con particolare riferimento a quelli pi¨´ impiegati, che i club tesserano per garantire ai propri tifosi ed ai media il massimo livello di spettacolo¡±. Occhio, la salute dei calciatori e, di conseguenza la tutela del prodotto da vendere a tv, sponsor e pubblico, sono gi¨¤ stati messi a rischio in quest¡¯epoca di ¡°pornografia¡± calcistica. Non ¨¨ che il problema nasca oggi con i nuovi format delle competizioni. La ricerca, infatti, mostra che nelle ultime due stagioni i calciatori di Serie A e Liga sono stati infortunati per l¡¯11% dei giorni disponibili, quelli di Premier addirittura per il 15%: in pratica, un giorno su 6,61. E non ¨¨ finita qui. La stagione 2023-24, che si ¨¨ conclusa con l¡¯Europeo, ha registrato un incremento notevole rispetto al 2022-23, quando ci furono gli effetti benefici della ¡°pausa¡± determinata dal Mondiale invernale in Qatar.
squadre top
¡ª ?Chiaramente, il rischio infortuni aumenta per le squadre che giocano di pi¨´. Le statistiche parlano chiaro. Il report isola i cinque club di Inghilterra, Italia e Spagna che hanno collezionato il maggior numero di gare stagionali (tra 54 e 55): nel 2023-24 per questa fascia di squadre gli infortuni sono cresciuti del 30% rispetto all¡¯anno prima. L¡¯incremento ¨¨ molto pi¨´ basso (+12%) per le cinque squadre di ciascun Paese che hanno disputato meno incontri (tra 40 e 42). Il report mostra che la crescita del numero di infortuni ¨¨ costante dalla 1^ alla 40^ partita disputata dal calciatore in una stagione. Superata quella soglia si ha un¡¯impennata, fino ad arrivare al balzo descritto prima con le 65-66 gare previste dalle nuove competizioni. Entrando nel dettaglio delle varie squadre, in Italia ¨¨ interessante sottolineare il caso della Juventus. Nel 2023-24, esclusa dalle coppe europee, la squadra bianconera ha avuto il 25% di giorni di infortuni in meno rispetto al 2022-23. Al contrario, le grandi di Spagna sono quelle che hanno registrato gli incrementi maggiori: +146% Real, +105% Atletico, +91% Barcellona.?
infortuni svalutanti
¡ª ?L¡¯Aic, poi, si preoccupa di valutare l¡¯impatto economico di questo fenomeno. Il calendario affollato non ¨¨ solo un tema di salute dei calciatori, ma va anche affrontato nel contesto del business calcistico. Cos¨¬ lo studio dedica una sezione agli infortuni ¡°svalutanti¡±, cio¨¨ i casi di indisponibilit¨¤ di un calciatore per un tempo superiore a 90 giorni (consecutivi e non) nell¡¯arco della stagione. Sono infortuni che incidono sul valore dell¡¯atleta, del club e dello spettacolo e che ¡°costituiscono la vera problematica in termini di recupero sportivo dell¡¯atleta poich¨¦, normalmente, compromettono il raggiungimento dello statusottimale di performance¡±. Nel 2022-23 in Premier gli infortuni ¡°svalutanti¡± sono stati il 17% del totale, salendo al 21% nel 2023-24 con un +43% per i cinque club che hanno giocato di pi¨´. Per le Serie A la quota di questo genere di infortuni ¨¨ stata pari al 12% nelle due annate esaminate: le cinque squadre col maggior numero di partite disputate hanno avuto mediamente due calciatori infortunati per almeno 90 giorni in pi¨´ rispetto alle cinque squadre scese in campo di meno. E la Liga? 9% di infortuni ¡°svalutanti¡± nel 2022-23, 14% nel 2023-24. Il report analizza esclusivamente gli impegni dei club. Nelle ultime due stagioni Julian Alvarez (Manchester City/Atletico), Valverde (Real) e Reijnders (AZ/Milan) hanno giocato il numero massimo di partite annue (54-55) con le squadre d¡¯appartenenza. Aggiungendo le gare con le nazionali, sono arrivati rispettivamente a 69, 67 e 65. Parliamo di atleti che, in media, hanno giocato una partita ogni cinque giorni nel 2022-23 e 2023-24.?
calcagno
¡ª ?Chiosa Umberto Calcagno, presidente dell'Aic: ¡°Aumentare l¡¯offerta di calcio in tv sembra essere l¡¯unica risposta delle istituzioni internazionali del nostro sistema al calo dell¡¯interesse dei tifosi verso il calcio ed al decremento del valore dei diritti tv. Aumentare l¡¯offerta significa aggiungere partite, trasferte, impegni ad atleti che sono gi¨¤ prossimi ad una soglia molto alta di rischio infortunio. Non ¨¨ pi¨´ solo una questione di tutela della salute. Il nostro impegno ¨¨ quello di tutelare la qualit¨¤ dello spettacolo che offriamo ai nostri tifosi. Lo dicono con chiarezza i dati delle ultime due stagioni: se un calciatore disputa pi¨´ di 55 partite con il club (oltre alla Nazionale), statisticamente rischia di essere indisponibile per almeno 70 giorni in una stagione. Questo equivale a dire che per 70 o pi¨´ giorni il pubblico non potr¨¤ vedere in campo alcuni dei migliori protagonisti del gioco per cui ha pagato il biglietto, allo stadio o in tv. Il calcio di vertice dipende dalle logiche mediatiche. Per questo dobbiamo impegnarci per garantire che i top player siano messi nelle migliori condizioni per esprimersi al loro massimo livello. La nostra ricerca - aggiunge Calcagno - ha preso in analisi due stagioni ¡®storiche¡¯ per il nostro mondo. Per la prima volta un Mondiale ed un Europeo si sono disputati a 16 mesi di distanza, invece che a 24. Una super-stagione nella quale gli atleti non hanno mai avuto la possibilit¨¤ di recuperare le forze e di performare al meglio delle loro capacit¨¤. Aumentare ulteriormente l¡¯offerta televisiva di partite equivale a diminuire il livello del prodotto venduto, svalutandolo e mettendo a rischio l¡¯integrit¨¤ fisica dei protagonisti¡±.?Mercoled¨¬, nel corso del Social Football Summit allo Stadio Olimpico di Roma, sar¨¤ presentata la seconda parte della ricerca sul valore economico degli?infortuni.
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