Nel lontano 1952 poteva succedere che un calciatore, anzi un campione di rinomata fama, in estate partecipasse a un torneo cittadino, un torneo dei bar come se ne organizzano tanti in quel periodo. La citt¨¤ era Bologna, il torneo era il Palio calcistico petroniano, il campione si chiamava Gino Cappello e poich¨¦ era veneto, fin da piccolo per tutti era ¡°Cap¨¨o¡±. Aveva trentadue anni, giocava nel Bologna e in Nazionale, di ruolo centravanti: a distanza di tanti anni, viene ricordato come uno dei fuoriclasse dell¡¯epoca. Gi¨¤ la partecipazione a un torneo dei bar - per un calciatore della levatura di Cappello - suonerebbe oggi bizzarra; ma ¨¨ quel che avvenne quell¡¯estate che ha dell¡¯incredibile. Capit¨° infatti che ¡°Cap¨¨o¡± - arruolato dagli amici del ¡°Bar Otello¡± - durante una partita contro i ragazzi del Bar San Mamolo prese a calci nel sedere un arbitro - di nome Walter Palmieri - gli rifil¨° un pugno e infine lo mand¨° ko. L¡¯arbitro lo denunci¨°. La CAF propose la squalifica a vita. Per questo motivo Cappello fin¨¬ a processo. Un processo vero, di quelli che si vedono nei telefilm americani. Con le indagini del magistrato, le requisitorie degli avvocati nell¡¯aula di giustizia, la folla che assiste, l¡¯imputato che si difende, i testimoni che giurano di dire la verit¨¤, soltanto la verit¨¤. Fu un processo molto seguito a livello mediatico. Ne parlarono tutti i giornali, per tutta l¡¯estate. Il fatto incriminato avvenne il 5 luglio, il processo si chiuse il 10 settembre.?
serie a noir
Il bomber che prese a cazzotti l'arbitro: Cappello e il processo dell'estate
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