La Corte federale d'appello decide a favore del club emiliano (tolto il -5 in classifica) e alleggerisce la squalifica dell'attaccante: da due anni passa a 5 mesi (fino al 31 dicembre 2018). Il club ¨¨ soddisfatto: "? stata fatta giustizia, ma abbiamo subito un grave danno d'immagine"
Pietro Pizzarotti (S) e Emanuele Calai¨° (C), al termine dell'udienza. ANSA
La penalizzazione di 5 punti in classifica ¨¨ stata annullata, per il Parma solo un'ammenda di 20 mila euro. Questa la decisione della Corte federale d'appello nel procedimento di secondo grado per il presunto tentato illecito dell'attaccante del Parma, Emanuele Calai¨°, prima della gara contro lo Spezia, ultima giornata dello scorso campionato di Serie B. La Cfa ha ridotto anche la squalifica di due anni inflitta in primo grado al calciatore: per lui squalifica fino al 31 dicembre 2018 e un'ammenda di 30 mila euro.
Le reazioni —
"Per due mesi abbiamo letto, ascoltato e sopportato in silenzio dirigenti di altre squadre che hanno voluto cavalcare per fini personali il fango che veniva gettato su questa societ¨¤ e sul traguardo storico che ¨¨ stato raggiunto grazie al lavoro, alla correttezza, al sudore e al sacrificio di questi anni. Ora siamo contenti che sia stata fatta giustizia". Pietro Pizzarotti, membro del consiglio d'amministrazione del Parma Calcio 1913 ha commentato cos¨¬, di ritorno da Roma, la sentenza della Corte d'Appello Federale che ha cancellato al club emiliano tutti i punti di penalizzazione. Il club, in una nota ufficiale, aggiunge poi che la sentenza "ha sancito l'estraneit¨¤ totale della societ¨¤ ai fatti contestati, una vicenda che mediaticamente ha danneggiato enormemente l'immagine del club". Sulla stessa linea Giacomo Malmesi, altro membro del cda crociato, che ha sottolineato: "Non sappiamo se il danno d'immagine che abbiamo subito potr¨¤ mai essere riparato, siamo per¨° soddisfatti perch¨¦ sapevamo di trovarci di fronte ad accuse che non ci riguardavano". Resta in silenzio invece per oggi Emanuele Calai¨°, squalificato sino al 31 dicembre di quest'anno; in primo grado lo stop deciso dai giudici era di due anni.
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