Serie A
il caso
Arbitri, i falli di mano emblema del caos. Quali fischiare e quali no?
Il famigerato "Protocollo Var", l’ombrello che dovrebbe ripararci tutti – gli arbitri che fischiano sul campo, i colleghi che ne monitorano anche il respiro (ci assicurano) al video, gli addetti ai lavori che provano ad analizzarne le decisioni finali –, presenta gli stessi buchi di otto mesi fa, quando cominciammo la stagione. Da allora, nessuno ha provato a metterci una toppa e, notizia vecchia ma pur sempre sconvolgente, nessuno lo far¨¤ almeno fino a luglio del 2020. ? la nuova data di scadenza fissata il 2 marzo scorso, dall’annuale riunione dell’Ifab tenutasi ad Aberdeen, in Scozia. Quel giorno, come vedremo, sono state introdotte delle novit¨¤ regolamentari importanti, a cominciare dai falli di mano, ma la pi¨´ importante, o almeno quella che si attendevano tutti, ¨¨ stata rinviata: il protocollo ¨¨ rimasto cos¨¬ com’¨¨, con i suoi paletti e, soprattutto, i suoi difetti interpretativi.
Il vulnus che ha destabilizzato dalle fondamenta un’intera classe arbitrale, portandola rapidamente dagli altari della scorsa stagione alle polveri dell’attuale, sta tutto nell’eccessiva discrezionalit¨¤ di cui dispongono gli arbitri, diretta conseguenza di come ¨¨ scritto il protocollo. Il ?chiaro ed evidente errore? che dovrebbe innescare le uniche ?on field review? tollerate dal regolamento, lascia in realt¨¤ un margine troppo ampio. L’ex arbitro di A Luca Marelli, avvocato e notissimo blogger, gi¨¤ alla fine del girone d’andata ci disse: "Basterebbe passare da 'chiaro ed evidente' a 'possibile errore'. In questo modo lasceremmo la decisione finale all’arbitro, ma eviteremmo che vada a rivedere l’episodio al monitor solo se ¨¨ convinto di aver commesso un errore, e non se ha il sospetto".
Facile, evidentemente non per la classe dirigente arbitrale. Il guaio ¨¨ che in questo margine discrezionale sono finiti via via risucchiati come in un buco nero tutte le tipologie di interventi in area di rigore: contrasti aerei, contatti bassi e, soprattutto, i falli di mano, ormai l’emblema del cortocircuito arbitrale. Abbiamo iniziato il campionato che se ne dovevano fischiare pochi, lo stretto indispensabile; abbiamo proseguito pi¨´ o meno da met¨¤ stagione che andavano sanzionati praticamente tutti, per non sbagliare; ora stiamo procedendo in ordine sparso, in una confusione totale in cui non si sa pi¨´ se conti ancora qualcosa l’involontariet¨¤ del gesto, se abbia pi¨´ peso la colposit¨¤ dell’effetto (s¨¬, abbiamo dovuto imparare anche questo), e – da ieri – se si debba tenere pi¨´ in considerazione la traiettoria del pallone o la congruit¨¤ del braccio col resto del corpo. Aiuto, non ci si capisce pi¨´ nulla. La decisione di Abisso – decisamente non ¨¨ fortunato – di punire con il rigore il braccio di Locatelli, ¨¨ stata pi¨´ spiazzante che scabrosa. Perch¨¦ ¨¨ arrivata dopo decine e decine di decisioni contrarie. Avevamo una certezza – se il pallone tocca prima un’altra parte del corpo non ¨¨ rigore –, ieri abbiamo scoperto che non ¨¨ un automatismo. D’accordo, ma i colleghi di Abisso che non hanno assegnato tutti quei rigori, non conoscono il regolamento?
Dalla prossima stagione avremo qualche certezza in pi¨´. Il 2 marzo l’Ifab ha stabilito che ogni braccio chiaramente fuori dal corpo, all’altezza o sopra il livello delle spalle, sar¨¤ punito col calcio di rigore. ? gi¨¤ qualcosa, ma alla prossima stagione ci dobbiamo arrivare.
Alessandro Catapano
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