"La nostra identità c'è": Maresca e il Chelsea ancora a caccia della scintilla

La squadra del tecnico italiano?era diventata, a inizio stagione, la seconda forza della Premier dietro al Liverpool, ma negli ultimi due mesi sta facendo fatica

Enzo Maresca è sicuro di non aver perso la sua squadra. Il Chelsea che a inizio stagione aveva sorpreso anche lui, quello che a suon di risultati positivi era diventato la seconda forza della Premier dietro l’imprendibile Liverpool, negli ultimi due mesi sta facendo fatica, con due sole vittorie nelle ultime 10 partite. "La nostra identità però non l’abbiamo persa - racconta a Cobham l’unico tecnico italiano della Premier 2024-25 -: ci mancano i risultati in questo momento, ma sono sicuro che ci basterebbe una vittoria per ricominciare una serie positiva, che è quello di cui i giocatori hanno bisogno in questo momento". E qui entra in scena il Southampton, ultimo in classifica ospite domani a Stamford Bridge: sarebbe la partita perfetta per ricominciare a vincere, visto che la squadra di Juric è stabilmente in fondo alla classifica, per dare al Chelsea quella vittoria che Maresca è convinto basti per la svolta.?

Maresca ha sempre detto che il suo progetto ai Blues era pluriennale, ha ricordato anche quando la squadra era seconda in classifica che il titolo non era un obiettivo credibile in questa stagione: troppa crescita necessaria per arrivare al livello necessario per essere veramente in corsa. Quel Chelsea che otteneva grandi risultati veniva incensato (persino Arne Slot ricorda sempre i Blues quando nomina le occasioni in cui il Liverpool è andato in difficoltà), quello che nelle ultime 10 partite di campionato ha fatto 9 punti, meglio solo di Manchester United e delle tre che lottano per non retrocedere, viene criticato pesantemente, anche dai propri tifosi. Perché ha smesso di segnare (media gol crollata da i 2,3 delle prime 16 partite all’1,1 delle ultime 10), perché butta via partite in cui va in vantaggio, come quella di sabato persa 2-1 in casa dell’Aston Villa nonostante l’1-0 segnato dopo appena 10’. "Non so perché ci succede - dice Maresca delle rimonte subite -: a volte è il calcio che va così, a volte ci sono dei motivi dietro che dobbiamo cercare di capire. La cosa buona è che andiamo in vantaggio, ora però dobbiamo capire perché lo perdiamo, cosa sbagliamo, perché non riusciamo a chiudere le partite".?

La situazione però per Maresca non è cambiata: non si era esaltato quando le cose andavano benissimo, non si demoralizza ora che ha smesso di vincere, ora che gli infortuni hanno ridotto all’osso quella che a inizio stagione era una super rosa. Il Chelsea ha perso due centravanti, Jackson e la riserva Marc Guiu, a due ore dalla chiusura del mercato di gennaio; ha perso un pilastro della difesa come Fofana, ha perso Lavia che dava una dimensione diversa al centrocampo in coppia con Caicedo; ha perso per i prossimi 7-10 giorni anche Chalobah, rinforzo di gennaio per la difesa. E sembra aver perso anche il miglior Cole Palmer, la sua stella a secco da 5 partite e senza assist in Premier dal primo dicembre. Maresca sta aggiustando la squadra ma non ha cambiato la sua filosofia, e non è un caso che nelle ultime 10 partite, nonostante la mancanza di risultati, i Blues comandino la Premier per possesso palla (60,7% a partita). "La nostra identità di squadra è ancora lì - racconta convinto Maresca -. Lo abbiamo dimostrato anche con l’Aston Villa, per come abbiamo giocato con o senza palla in modo simile a quello che facciamo da tutta la stagione. L’identità c’è ancora, sono i risultati che ci mancano in questo momento. Penso che la differenza più grande sia in area, sia in attacco sia in difesa. Davanti abbiamo sempre creato chance (solo il Liverpool nelle ultime 10 ha tirato più del Chelsea, ndr) ma siamo riusciti a segnare poco. E in difesa dobbiamo essere più forti".?

Sta a Maresca trovare la soluzione, la scintilla che serve per tornare a vincere e rimettere il suo progetto Chelsea in carreggiata. I risultati straordinari di inizio stagione hanno illuso che fosse tutto facile, che il restyling dei Blues sarebbe stato più veloce del previsto: Maresca però da inizio stagione si aspetta questo, una squadra che costruisce una sua identità e lotta per entrare tra le prime 4. Nonostante il calo, il Chelsea è ancora lì, nel mischione di squadre che nella migliore delle ipotesi chiude terzo e nella peggiore resta fuori dall’Europa. Finire tra le prime 5 per giocare la prossima Champions (è quasi sicuro ormai che l’Inghilterra avrà 5 squadre nell’edizione 2025-26 della competizione più importante) è un obiettivo assolutamente alla portata per questa squadra, nonostante il calo delle ultime partite, nonostante quella che sembra un’involuzione netta, almeno guardando i risultati. Il Chelsea che ha sorpreso Maresca a inizio stagione è ancora lì, è solo finito in letargo dal 22 dicembre in poi, addormentato da risultati inferiori a quelli che prima riusciva ad ottenere con facilità. "Non riusciamo più a fare le cose extra che servono per vincere le partite in Premier League", ha raccontato Maresca. Spetta a lui capire come riuscirci: anche se dovesse vincere la Conference League, competizione per cui resta assolutamente favorito, il Chelsea sarebbe in carreggiata per il percorso di crescita che società e tecnico hanno in mente solo giocando in Champions la prossima stagione. Maresca è ancora sicuro di poterci riuscire.