Un Liverpool ingiocabile affonda il City: Slot, mani sulla Premier

Vittoria pesantissima dei Reds a Manchester, 2-0, con un Salah sempre da Pallone d'oro. Tre punti fondamentali che valgono il +11 sull’Arsenal

Il Liverpool ha ucciso la Premier League. All’Etihad, dove non vinceva dal novembre 2015, i Reds sono ingiocabili come Mo Salah, lo straordinario protagonista del 2-0 sul Manchester City che vale il +11 sull’Arsenal secondo in classifica quando ai Gunners senza attaccanti restano 12 partite da giocare e alla squadra di Slot 11. Un abisso, come quello che sotto la pioggia intermittente si è visto in campo all’Etihad: il City ha fatto più possesso palla, ha tirato di più, ma non ha mai dato l’impressione di poter mettere in difficoltà i Reds. Intanto il Newcastle, trascinato dalla doppietta di Isak (50 gol in 76 partite di Premier) ha superato senza Tonali 4-3 il Nottingham Forest agganciando il City e rilanciando la sua corsa all’Europa. I Magpies sono i prossimi avversari del Liverpool, mercoledì ad Anfield.

LE CHIAVI

Salah è da Pallone d’oro e lo dimostra in ogni partita, soprattutto in quelle che contano. Nel primo tempo, quello che ha deciso la sfida, è stato assolutamente incontenibile: davanti aveva Gvardiol, eppure l’ha distrutto sotto ogni aspetto. Anche sul piano fisico, come in occasione dello spunto al 37’ chiuso con l’assist per il 2-0 di Dominik Szoboszlai, restituendo il favore che l’ungherese gli aveva fatto per l’1-0 al 14’. Salah ha sfondato il muro dei 40 tra gol (25) e assist (16) in questa sua straordinaria stagione di Premier. Come straordinario è stato Slot nel trovare la mossa tattica giusta: un 4-2-4 con Szoboszlai e Curtis Jones punti di riferimento centrale, creativi come due numeri 10 e pronti ad agevolare gli sfondamenti sugli esterni di Salah e Luis Diaz. Il Liverpool non perde in campionato dal 14 settembre, ha un vantaggio abissale e la strada spianata vers. Anche Guardiola, di nuovo senza Erling Haaland (stavolta nemmeno in panchina), aveva provato a cambiare qualcosa a livello tattico, utilizzando Phil Foden come punto di riferimento centrale con Omar Marmoush e Kevin De Bruyne a supporto. Ha funzionato poco perché Konaté e Van Dijk al centro della difesa hanno giganteggiato, ma anche perché nessuno dei tre dell’attacco di Guardiola era particolarmente ispirato. Soprattutto De Bruyne: è stato in campo per oltre un’ora, tenendo sempre spenta quella lampadina delle idee che solitamente illumina il City. I 4 volte campioni in carica (i tifosi ci hanno tenuto a ricordarlo prima della partita) hanno confermato quello che si era capito già a Madrid: non sono più in grado di raggiungere il livello che serve per vincere partite contro avversari come lo spettacolare Real di mercoledì in Champions o come questo imprendibile Liverpool. Il loro livello attuale (soprattutto se l’uzbeko Khusanov dovesse confermarsi in crescita) potrebbe bastare però per il terzo posto: per quello la lotta è ancora aperta, anche se Guardiola ha detto di essere pronto ad offrire una cena a tutti se i suoi chiudessero tra le prime 4.

LA PARTITA

Il Liverpool sblocca al primo affondo al 14’ con Salah, aiutato anche da una deviazione di Aké sul suo tiro da centro area. Il City si convince di aver trovato il pari alla mezzora con Marmoush ma l’arbitro annulla per fuorigioco dell’egiziano. ? a quel punto che il Liverpool colpisce di nuovo, stavolta con Szoboszlai ispirato dall’ennesimo assist di Salah. Si riparte coi Reds avanti 2-0 e senza cambi, con la VAR che al 56’ cancella per fuorigioco quello che sarebbe stato il terzo gol ospite. Il Liverpool controlla, il City ci prova ma tolto un diagonale di Marmoush davanti combinano troppo poco. Slot ringrazia e mette, virtualmente, le mani sulla Premier.