A Napoli ¨¨ magia azzurra: l’Italia di Retegui contro quell’Inghilterra che non ci batte mai
L’ atmosfera ¨¨ indubbiamente particolare. La Nazionale, arrivata in treno da Firenze, si ¨¨ guardata attorno e ha provato l’imbarazzo degli imbucati alle feste degli altri. Ok, in suo onore, hanno illuminato d’azzurro il Maschio Angioino e la Fontana del Nettuno in piazza Municipio, ma tra i balconi dei quartieri popolari corrono, come panni stesi, striscioni azzurri che urlano gi¨¤ il Napoli campione d’Italia. La scaramanzia ¨¨ in palese fuorigioco, non serve il Var. Azzurro Napoli, non azzurro Italia. La Nazionale di Roberto Mancini arriva come guest band per suonare prima del Grande Concerto, prima della Grande Festa che sta per esplodere. ? rimasta poco sabbia nella clessidra. Barella e Verratti strimpellano al San Paolo in attesa che Kvara e Osimhen ricevano la meritata apoteosi.
Gol, la parola chiave
¡ªAtmosfera particolare perch¨¦ comunque si tratta di un partitone che vale tanto, Italia-Inghilterra, remake della finale di Euro 2021, primo passo ufficiale verso la prossima edizione. E poi ¨¨ da una vita che la Nazionale non gioca a Napoli: Italia-Armenia 2-2, 15 ottobre 2013. Dieci anni. A segnare l’ultima rete azzurra al San Paolo, fu Mario Balotelli, legato intimamente alla citt¨¤. Per ritrovare una vittoria napoletana dell’Italia bisogna rinculare addirittura al 15 novembre 1997: gol decisivo di Pierluigi Casiraghi nello spareggio contro la Russia. “Spareggio” ¨¨ parola che ci fa venire l’orticaria. Balotelli e Casiraghi: bomber di razza, specie estinta. In tre spareggi (due con la Svezia, uno con la Macedonia) e negli sciagurati incroci in Svizzera e Irlanda: 0 gol. Non sappiamo pi¨´ farli, noi figli di Giggirriva. Assurdo. Come se a Napoli, di colpo, non sapessero pi¨´ fare la pizza. Ciro Immobile, campano verace, in realt¨¤ le pizze le ha sempre fatte, anche in questo campionato, ¨¨ il miglior bomber italiano (9 reti), come Zaccagni, ma il prossimo 16 giugno saranno due anni che non ne segna uno in Nazionale. A un anno quasi esatto dall’Apocalisse macedone (24 marzo 2022), la parola chiave della notte resta sempre la stessa: gol.
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Nel segno di Mateo
¡ªIl fatto che Mancini, un anno fa, avesse pensato di richiamare in servizio un Balotelli minore per la partita di Palermo e si sia poi pentito di non averlo fatto, spiega bene la situazione che si ¨¨ ulteriormente aggravata. L’attacco azzurro ¨¨ uno dei tanti fiumi italiani inariditi. Mentre il collega Southgate pu¨° perdere Rashford senza stracciarsi le vesti e lasciare a casa Abraham e Sterling, Mancini deve scegliere tra Wilfried Gnonto, 19enne, mai passato dalla Serie A; Gianluca Scamacca, panchinaro del West Ham, che non segna in Premier dal 4 gennaio; e Mateo Retegui, 23 anni, debuttante pescato in Argentina. Naturalmente la grande curiosit¨¤ ¨¨ lui, el Chapita di San Fernando, che ieri il Mancio ha coccolato accostandolo al primo Batistuta. Coviamo la speranza di un’esplosione alla Schillaci, di cui condivide cromosomi siciliani. Ha il gol incastrato nel cognome, Rete-gui, buon segno, e una garra promettente. L’aggettivo pi¨´ speso in questi giorni per descriverlo ¨¨ “cattivo”. Cattivo come Vialli quando braccava la palla. Mateo ha la cattiveria di Luca e il sangue argentino di Maradona, le due anime che galleggeranno nel cielo di Fuorigrotta. Avremo la sensazione di vederli in campo, come in quella maledetta (per noi) semifinale di Italia ‘90, quando la parte pi¨´ napoletana del San Paolo urlava “Diego! Diego!” per coprire i fischi e gli insulti degli altri. Non ¨¨ che le falde acquifere della nostra difesa siano molto pi¨´ generose. Riposta in biblioteca l’enciclopedia Bonucci-Chiellini, che ha fatto scuola, come il dizionario Devoto-Oli, li sostituiamo con la coppia Toloi-Acerbi, 32 e 35 anni. In attesa che sboccino, finalmente, i nipotini di Nesta, Maldini, Cannavaro. Ai due nerazzurri il compito di fermare l’Uragano Kane: 53 gol in 80 partite. Toloi e Acerbi, riemersi da esperienze negative (Roma, Milan), stanno dando il meglio a fine carriera. In due contano 36 gettoni in Champions. L’inglese Foden, da solo, gi¨¤ 42 a 22 anni; Bellingham 23 a 19 anni. Per dire come altrove i talenti sboccino con facilit¨¤.
Pi¨´ scelte e pi¨´ pronti
¡ªBuon per noi che Gareth Southgate resti ostinatamente affezionato a Harry Maguire, gattone di marmo al centro della difesa. Definito “fantozziano” dal Guardian, criticatissimo in patria, consideriamo il c.t. inglese un buon amico da quando, nella finale europea, scelse tre rigoristi entrati a freddo nell’inferno di Wembley: naturalmente sbagliarono. Ma da quel giorno la sua Inghilterra ¨¨ cresciuta pi¨´ della nostra. Anche grazie al buon Mondiale giocato in Qatar: contro la Francia meritava di passare. Southgate ha pi¨´ scelte e giovani pi¨´ pronti e temprati da un campionato pi¨´ allenante. Saka, che sta facendo vincere la Premier all’Arsenal, 12 gol, non ¨¨ pi¨´ quello preso per il coppino da Chiellini. Pi¨´ facile che prenda per il coppino qualcuno dei nostri. Gli inglesi sono pi¨´ forti e favoriti, anche se non ci battono mai.
Tutto in una notte
¡ªNoi contiamo sulla magia del Maradona che non amava gli inglesi. Speriamo che Jorginho entri al San Paolo come nella piscina di Cocoon e ritrovi l’energia dei suoi 22 anni, quando sgambettava nel Napoli di Benitez. Anche se l¨¬ in mezzo, senza un Cristante, c’¨¨ il rischio di subire la fisicit¨¤ inglese. Giovanni Di Lorenzo, genius loci, ha detto: “Il mio Napoli assomiglia all’Italia dell’Europeo”. Ha ragione. Stessa qualit¨¤ di gioco, stesso spirito offensivo, stesso coraggio di sfidare e battere avversari pi¨´ attrezzati. Poi per¨° la Nazionale, che sembrava il Napoli attuale, ha subito un’involuzione tipo Milan: incapacit¨¤ di gestire il successo e di rinnovarsi per alimentare nuova fame, terribile difficolt¨¤ a trovare la porta che si ¨¨ ristretta di colpo. Ma se il Mancio, cui dobbiamo fiducia e riconoscenza, ritrovasse tutto in una notte? Se da Milan tornasse il Napoli che ha sculacciato il Liverpool al Maradona? In fondo gli imbucati si divertono spesso alle feste degli altri.
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