Gli azzurri torneranno in campo tra 4 mesi negli spareggi contro una tra Spagna, Germania e Portogallo. Dal modulo fino alle troppe reti incassate su calcio piazzato: ecco gli obiettivi del c.t.
Centoventuno giorni a un quarto di finale di Nations League che immaginavamo, speravamo e pensavamo pi¨´ abbordabile. Non era un'illusione, ma un obiettivo alla portata che ¨¨ scivolato via in una notte di San Siro. Ma ¨¨ bene ricordare il punto di partenza. ? bene - anche - tornare con la mente a inizio settembre, a quando la Francia aspettava la Nazionale al Parco dei Principi e la sensazione era quella del forte rischio a cui andavano incontro gli azzurri, reduci dalla batosta dell'Europeo. Giusto allora che Luciano Spalletti e i suoi ragazzi abbiano comunque parlato di "bilancio positivo", domenica sera. Per¨° le partite raccontano sempre qualcosa, mandano messaggi, offrono letture, magari fanno anche da trampolino per cambiare e ritoccare. Ecco: Spalletti sfrutter¨¤ questi quattro mesi, 121 giorni appunto, per uno smart working non banale, un lavoro a distanza mirato a far salire ancora un gradino alla Nazionale.?
la difesa
¡ª ?Tre obiettivi, tre nodi da sciogliere, tre materie da ripassare. Il primo ¨¨ quello pi¨´ evidente, i gol subiti in generale e nello specifico quelli su calcio piazzato. La sconfitta con la Francia ha portato alla luce del sole un problema che pure esisteva gi¨¤. Nella marcatura a zona scelta da Spalletti sulle palle inattive, Rabiot si ¨¨ inserito con una facilit¨¤ e una naturalezza disarmante. Il ct ha spiegato nel post partita i motivi che lo portano a optare per la zona invece sui duelli individuali, motivi evidentemente legati a una presenza fisica non imponente degli azzurri. "Chiaro che questi calci piazzati li andremo a rivedere, non capita spesso che in area arrivino giocatori di 1 metro e 90, la nostra scelta di marcare a zona sta proprio in questo perch¨¦ non siamo tanto strutturati. Ma analizzeremo e vedremo se cambiare o meno", ha raccontato Spalletti. Non c'¨¨ una via giusta e una sbagliata, in situazioni come queste. C'¨¨ magari da migliorare nell'attenzione e nel posizionamento dei giocatori. Di sicuro, il ct non ha chiuso la porta a un possibile cambiamento. Perch¨¦ in generale, tutti gli ultimi sei gol sono arrivati su palle inattive. Un buon segno, a voler trovare il lato positivo, perch¨¦ vuol dire che sul piano del gioco Bastoni e compagni non concedono molto. Un cattivo segno, per¨°, ad allargare ancor di pi¨´ il punto di osservazione: nelle ultime dieci uscite dell'Italia, solo una gara - in Belgio gioved¨¬ scorso - ¨¨ terminata con la porta inviolata, nel caso specifico anche in maniera un po' fortunosa.?
attacco isolato
¡ª ?L'altro nodo, l'altra missione di Spalletti: curare la solitudine di Retegui. Il 3-5-1-1 ¨¨ un modulo che ha contribuito alla svolta post Europeo e che tiene dentro l'esigenza di mettere insieme pi¨´ centrocampisti, che restano - anche dopo una prova negativa come quella di domenica - il punto forte della Nazionale. Ma poi dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Prendi Barella, portato naturalmente ad arretrare: con lui sulla trequarti si corre il rischio, specie di fronte a squadre con linee compatte come quelle della Francia, di abbandonare Retegui - o chi per lui - troppo spesso, di isolarlo. Spalletti non ha centravanti che "risolvono" da soli, in organico. Ha piuttosto attaccanti che vanno "portati" a segnare. E forse ¨¨ pi¨´ semplice farlo - ¨¨ uno spunto di riflessione - se in campo c'¨¨ un giocatore pi¨´ abituato a giostrare sulla trequarti, leggi Raspadori e Maldini, o lo stesso Pellegrini se torner¨¤ a dare segnali di continuit¨¤ con la Roma.?
le scelte
¡ª ?? logico anche pensare che da qui a marzo, e ancor di pi¨´ avvicinandosi inevitabilmente anche all'obiettivo Mondiale, il gruppo di lavoro di Spalletti sar¨¤ ancor pi¨´ ristretto. Ci sono scelte da compiere e queste partite hanno indicato, al netto dei tanti giocatori alternati in quel ruolo, che come regista Ricci e Rovella hanno (almeno) una marcia in pi¨´ rispetto a Fagioli e Locatelli. A marzo, poi, il ct riavr¨¤ certamente Scalvini e quasi sicuramente anche Scamacca: il primo andr¨¤ a completare un sestetto con poche possibilit¨¤ di variazioni (dentro Buongiorno, Bastoni, Calafiori, Di Lorenzo e Gatti), il secondo in linea teorica pu¨° insidiare Retegui o Kean, oppure - chiss¨¤ - spingere Spalletti a un'ipotesi di doppio centravanti. Occhio, poi, a quel che pu¨° accadere sulla trequarti: Chiesa, ammesso che il mercato di gennaio cambi il suo status, e Zaccagni sono in corsa ma rischiano di pagare caro un modulo che li penalizza, Zaniolo resta un eterno enigma, Fazzini ha ancora strada da fare. Ma quattro mesi non sono pochi, per ritoccare qualche equilibrio. Lo smart working ¨¨ iniziato gi¨¤ ieri.
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