La seconda vita di Acerbi, dal cancro al gol in Nazionale
La vita non ¨¨ una corsa: conta dove arrivi, non quanto ci metti. Laurent, un bambino belga, presto potrebbe laurearsi in ingegneria elettronica a nove anni e con lui non ci sono dubbi: ¨¨ un fenomeno. Francesco Acerbi no, lui ha cominciato a giocare per davvero ad alto livello solo a 26 anni, ha fatto un passaggio rapido in Nazionale, ¨¨ diventato un titolare a 31, quando molti smettono. Eppure, c’¨¨ il caso sia un fenomeno anche lui. Ace nella vita ha perso un sacco di tempo, quando giocava a Pavia e La Spezia faceva grandi serate, pi¨´ che grandi allenamenti, e nell’estate in cui ha avuto l’occasione della vita – il Milan – l’ha buttata nella differenziata. Forse aveva piedi da grande calciatore, di sicuro non la testa. In un giorno di luglio 2013 gli hanno diagnosticato un cancro a un testicolo e una mattina, dopo un anno di chemioterapia, si ¨¨ svegliato con i sensi di colpa per tutto quello che aveva sbagliato. La sua seconda vita ¨¨ cominciata quel giorno.
L’ABBRACCIO
¡ªFrancesco Acerbi, cinque anni dopo, ¨¨ il difensore centrale titolare della Nazionale, almeno finch¨¦ Giorgio Chiellini guarder¨¤ le partite in tv. Nella primavera 2016 raccont¨° i suoi 1.000 giorni col cancro e, tra i dieci momenti pi¨´ significativi di quel periodo, inser¨¬ la convocazione in Nazionale. “Conte mi ha abbracciato in spogliatoio – disse -. Era molto preso, si vedeva che quello che mi diceva veniva da dentro”. Nell’autunno 2019 l’azzurro comincia a essere un’abitudine – tre delle ultime quattro partite da titolare - e due sere fa ¨¨ arrivato anche il primo gol.
LA BELLA VITA
¡ªUn gol per l’Italia dopo il cancro e la chemioterapia, in un’epoca in cui diagnosi e ospedali sono esperienze conosciute da vicino da quasi tutte le famiglie: se non ¨¨ questa una grande storia, le grandi storie non esistono. Il fatto che sia successo ad Acerbi ¨¨ ancora pi¨´ interessante perch¨¦ Ace non ¨¨ il calciatore medio: le esperienze della vita lo hanno portato a evolvere. Negli ultimi anni ha passato decine di pomeriggi da volontario in un centro per disabili vicino a Sassuolo e da tempo ¨¨ un cattolico praticante, non esattamente un classico da spogliatoio.
IL MERCATO
¡ªLa Lazio lo ha scoperto nell’ultimo anno e, a guardare tutto adesso, sembra strano che quel numero 15 non sia in una squadra da Champions. Le grandi, con lui, hanno fatto come il giovane Acerbi: hanno perso tempo (e non lo hanno mai preso). Francesco non si ¨¨ mai lamentato e in poco tempo si ¨¨ legato a Simone Inzaghi: non per caso, dopo il gol di Zenica ¨¨ arrivato l’abbraccio con Immobile in eurovisione. Mancini intanto lo ha preferito a Romagnoli, scoprendo che la coppia con Bonucci funziona: tecnici, forti di testa, simili (troppo?) ma perfetti per avviare la grande macchina azzurra. E poi la sensazione ¨¨ che i compagni stiano iniziando ad apprezzarlo davvero come compagno, come uomo, come barista. Nel ritiro pre-Bosnia, Ace ¨¨ finito in un video sui social mentre faceva il caff¨¨ (macchiato) come se cercasse un nuovo lavoro. Buonissimo, pare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA