Ledesma e Diamanti in azzurro
"E' il momento della rivincita"

I due esordienti sono a Coverciano col gruppo. L'oriundo: "Sono arrivato a Lecce nel 2001, mi sento italiano dentro. E pensare che ero fuori rosa...". Il bresciano: "Qualche anno fa mi consideravano un fallito...".

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Cristian Ledesma, 28 anni, alla Lazio dal 2006. Ansa

COVERCIANO, 15 novembre 2010 – Ci sono storie che meritano di essere raccontate. Storie che arrivano dal primo giorno di ritiro azzurro a Coverciano. Quelle di Ledesma e Diamanti, per esempio. Si parte con il primo: “Credo molto nel destino, da stare fuori nella Lazio a essere chiamato in Nazionale, sono strafelice”. Con lui torna in primo piano la questione degli oriundi. Spiega lui, nato a Buenos Aires, cresciuto in Patagonia e arrivato a Lecce nel 2001: “Mi sento italiano dentro, se pensassi il contrario non sarei qua. Sono cresciuto nel Salento, considero questa la mia Nazionale. L’inno? Lo conosco e sono pronto a cantarlo. Se ci saranno polemiche? Io non devo rispondere a chi ne farà, ognuno può dire quello che vuole, io sono strafelice”. C’è anche una dedica particolare, per la prima chiamata in azzurro: “A mia moglie e ai miei due figli, oltre che a mio papa che è in Argentina. Ma ripeto, io non mi sento un oriundo, mi sento italiano”.

NO SCUDETTO — Oggi il primo giorno di lavoro con Prandelli, “non ci ho ancora parlato ma sono convinto che con lui mi troverò benissimo”, l’ultima battuta è sulla Lazio: ”Non siamo al livello del Milan, o di altre grandi squadre costruite per vincere. Noi dobbiamo soltanto pensare a crescere giorno dopo giorno. Il nostro obiettivo non è lo scudetto”.

la rivincitA — L’altra storia è quella di Alessandro Diamanti: “Essere qui fa davvero un bell’effetto. Spero sia un punto di partenza, sono felice anche per i complimenti che mi ha fatto Prandelli”. Dietro però c’è dell’altro. La sua rivincita inizia da qui, ma in passato “tante squadre non hanno creduto in me. La prima è stata la Fiorentina, anche se si parla di tanti anni fa e in quel periodo ebbi diversi infortuni. E quando tornai al Prato, in C2, dopo l’esperienza all’AlbinoLeffe mi consideravano un fallito: ora invece sono tutti amici”.

Alessandro Diamanti esulta dopo il gol alla Juve. LaPresse

DA BOBO A BALOTELLI — Ci sono anche storie che si intrecciano. Diamanti e Balotelli, per esempio, si sono conosciuti in Inghilterra, ora si ritrovano compagni in azzurro: “Ci siamo visti un paio di volte a Londra, sono convinto che con lui mi troverò benissimo. Siamo due estrosi, ma non siamo matti. Mi considero maturato rispetto agli ultimi anni: grazie a me stesso, a mia moglie, alla nascita dei miei figli”. Un messaggino l’ha ricevuto anche dall’amico Vieri: “Cosa mi ha detto Bobo? Che la mia convocazione è una truffa”.