L’Italia perde in campo e fuori. Bella figura. Due gol della Spagna e una sfilata di autogol dei “tifosi” alle spalle di Gigio Donnarumma fischiato dall’inizio alla fine. Facile lamentarsi dell’accoglienza di Wembley, dell’antisportivit¨¤ degli inglesi, del fair play parola vuota, della medaglia d’argento tolta subito dal collo, e poi comportarsi pi¨´ o meno allo stesso modo. Contro il nostro portiere e contro gli avversari.
il caso
Donnarumma, appello nel vuoto: pioggia di fischi da San Siro
Dopo il pesante striscione degli ultr¨¤ milanisti in vigilia, una parte del pubblico ha preso di mira il portiere gi¨¤ nel riscaldamento e poi lo ha stroncato alla lettura delle formazioni. Fischi (e applausi) anche durante la partita
CHE ACCOGLIENZA
¡ªPer Gigio Donnarumma l’accoglienza ¨¨ quella che purtroppo immaginavamo. All’entrata in campo per il riscaldamento ecco un po’ di fischi, misti a qualche applauso di reazione. Ma in tribuna c’¨¨ ancora poca gente, non ¨¨ un test attendibile. Al momento delle formazioni, invece, quasi tutti gli spettatori sono dentro e Donnarumma ¨¨ il fortunato che apre la lista: non si percepisce neanche il nome, tanto ¨¨ forte la bordata di fischi e urla. Domanda: ci sono soltanto tifosi del Milan? Difficile. Pi¨´ probabile che la cultura dell’odio sia un virus trasversale. Il problema ¨¨ che, finito l’elenco degli altri azzurri – con il nome pronunciato dallo speaker e il cognome dai tifosi –, ecco che l’incivilt¨¤ si ripete contro gli spagnoli. Naturalmente non si sentono neanche i loro nomi: soltanto fischi. Probabilmente di paura, sicuramente di maleducazione.
ANCHE BUSQUETS
¡ªLa storia si ripete. L’Uefa fa rileggere le formazioni e Donnarumma ¨¨ il bersaglio preferito. Partono gli inni e la maleducazione si sposta sugli spagnoli, subissati da fischi. Gli azzurri ci provano ad applaudire per contrastare quella valanga, ma San Siro amplifica i suoni. Dopo, purtroppo, ¨¨ il Donnarumma-day. Sette interventi nel primo tempo, anche solo per rilanciare, e San Siro s’accende sempre d’odio. Si vede che l’azzurro ¨¨ meno di ghiaccio di quanto si pensi: un tiro facile di Marcos Alonso gli sfugge dalle mani, va sul palo, e senza Bonucci sarebbe gol. Il portiere non ¨¨ sereno, il “tafazzismo” ha colpito. Figurarsi che addirittura Busquets va a consolare Gigio: ha capito il suo momento difficile. In una sola occasione c’¨¨ un applauso, quando Donnarumma esce di testa fuori dall’area per fermare una ripartenza spagnola. L’eccezione che conferma la regola. Stesso copione nel secondo tempo tranne nel recupero quando da un angolo di San Siro parte un ?Gigio, Gigio? collettivo. Tardi.
MA QUALE INDIGNAZIONE
¡ªFare gli indignati il giorno dopo ¨¨ per¨° esercizio stucchevole. Gli incivili sono qui, tra noi, e allo stadio hanno libert¨¤ d’azione. Ma agli incivili ¨¨ permesso tutto. E la colpa ¨¨ anche di chi dovrebbe controllare. Basta tornare al nostro amato campionato e alla lettura delle formazioni: gli speaker di casa – nessuno escluso – presentano la formazione ospite come un fastidio, facendo scorrere tutti i nomi a voce bassa, di fatto incitando i fischi del pubblico, per poi improvvisamente ritrovare la voce quando c’¨¨ da presentare la squadra di casa. Il tifoso pu¨° anche tifare “contro”. Ma lo speaker rappresenta una squadra che rappresenta la Lega che rappresenta il campionato. Ma davvero questo scempio ¨¨ autorizzato? Se Lega, federazione o chi per loro consentono questo comportamento, invece di pretendere sportivit¨¤ dai club, be’, il giorno dopo nessuno ha il diritto di indignarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA