Azzurri secondi nel gruppo, ma prestazione modesta: nella ripresa Trajkovski pareggia la rete di Chiellini. Gli spareggi non sono ancora certi
Dopo una decina di minuti di gara, a Torino, parte a casaccio “un amore cos¨¬ grande” dagli altoparlanti dell’Olimpico. E ce ne vuole davvero di amore, per questa Italia sempre pi¨´ in difficolt¨¤, che s’impantana sull’1-1 contro la Macedonia facendo il pieno di fischi e dubbi. Il pari, pessimo per il ranking, non basta nemmeno per l’aritmetica certezza dei playoff: bisogner¨¤ guadagnarsi il pass per lo spareggio mondiale con un altro punticino in Albania, o sperare che le rivali non vincano di goleada. Insomma, un mezzo disastro.
VISTA DALLO STADIO —
Il clima, intorno agli azzurri di Ventura, ¨¨ subito freddino: per fortuna i tanti macedoni sulle tribune cantano anche il nostro inno (sempre bello quando succede) e ci sono molti giovanissimi tifosi italiani a sostenere la Nazionale. Qualche momento di silenzio, quando la partita ¨¨ senza ritmo, permette al c.t. di telecomandare Verdi, schierato con Insigne a supporto di Immobile: la stellina del Bologna non briller¨¤. E consente a Buffon, che sfoggia la nuova maglia azzurra da giocatore di movimento, di dare la sveglia a un Bonucci non proprio all’altezza delle migliori versioni della “BBC”.
LA GARA —
La Macedonia, numero 103 del ranking Fifa, vale pi¨´ della posizione che occupa: veniva da vittorie con Israele e Liechtenstein, pareggio con l’Albania e una sconfitta di misura con la Spagna trita-tutto, dunque niente male. Gi¨¤ all’andata, a Skopje, ci aveva fatto soffrire le pene dell’inferno. Il 4-2-4 azzurro ¨¨ in castigo dopo il tracollo al Bernabeu, Ventura sceglie il 3-4-3. Le assenze di titolarissimi come Belotti, De Rossi e Verratti rendono ogni valutazione pi¨´ complicata: di certo c’¨¨ che il ritmo resta basso, gli “inglesi” Darmian e Zappacosta vengono coinvolti in maniera discontinua e che Insigne, l’uomo che dovrebbe accendere la luce, continua a farsi preferire quando gioca nel Napoli. Col passare dei minuti, invece di crescere, ci spegniamo, e a nulla servono gli ingressi di Bernardeschi e Cristante.
I GOL —
A sbloccare il risultato ci pensa Chiellini al 39’: rimasto in attacco dopo un corner battuto da Verdi, Giorgione trasforma in gol il passaggio di Immobile, che aveva indovinato il taglio giusto. Sempre Chiellini, un istante pi¨´ tardi, rimedia a una leggerezza di Bonucci e salva il vantaggio con cui si va all’intervallo. Nessuno, invece, chiude su Trajkovski al 32’ della ripresa: il diagonale della beffa non d¨¤ scampo a Buffon. Da l¨¬ in poi, il nulla. Difficile, facendo gli scongiuri, che la delusione si trasformi nell’incubo di diventare la peggiore seconda. Ma se non si cambia passo da qui a novembre, l’orizzonte ha ben poco di azzurro. E di russo...
Stefano Cantalupi
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