Ci sono solo due Nicol¨° nell’ultracentenaria storia della Nazionale: Zaniolo e Barella. Uno ha raccontato alla Gazzetta come sta vivendo questi Europei da fuori, tifando come un matto per i compagni davanti alla tiv¨´; l’altro ¨¨ a due giorni dalla semifinale di Wembley e parla ai microfoni con la calma e la sicurezza di un veterano, incurante dei suoi 24 anni. Senza mai sbilanciarsi troppo. “La Spagna campione d’Europa ha avuto un collettivo e un centrocampo di grandi giocatori, speriamo di ripetere quello che hanno fatto loro e di regalare alla nostra gente le notti magiche del ’90 che io ho potuto guardare solo nei video – dice in conferenza a Coverciano –. La Spagna ha avuto fuoriclasse come Xavi e Iniesta che hanno ispirato tutti, non solo me, ma io ho caratteristiche diverse. Oggi c’¨¨ uno come Busquets a cui bisogna fare i complimenti perch¨¦ ¨¨ tra i migliori al mondo da tanti anni, c’¨¨ Koke, c’¨¨ Pedri”.
in conferenza
Barella: "La mediana spagnola ¨¨ forte, ma io gioco accanto a due fenomeni..."
L’azzurro da Coverciano: “Jorginho e Verratti fanno girare l’Italia. Locatelli, Pessina e Castrovilli ¨¨ irrispettoso definirli alternative. Siamo simili alla Spagna per qualit¨¤”
Centrocampo azzurro
¡ªInsieme a Jorginho e Verratti, per¨°, Barella forma una linea mediana che non teme confronti: “Loro sono i due fenomeni che fanno girare la squadra, io penso pi¨´ all’inserimento. Jorginho sbaglia raramente, ¨¨ difficile pensare che possa fare qualcosa di diverso perch¨¦ sceglie sempre la soluzione giusta – sorride –. Bello ricevere tanti complimenti, ma la forza e il fulcro di questa squadra ¨¨ il gruppo. Siamo tutti titolari, ci sono ragazzi come Locatelli, Pessina e Castrovilli che sono pi¨´ che alternative, sarebbe irrispettoso parlare solo di noi tre. Come cambiano i nostri movimenti con Chiesa o Berardi in attacco? Fede resta pi¨´ largo, Mimmo viene pi¨´ dentro. E s¨¬, questo ¨¨ uno dei centrocampi pi¨´ forti in cui ho giocato, mi trovo bene come nell’Inter”.
Gruppi
¡ªLe similitudini tra club e Nazionale esistono: “Sia qui che all’Inter ho trovato grandissima unit¨¤ d’intenti. C’¨¨ una parola che accumuna le due squadre, ma la tengo per me e la riveler¨° a fine torneo… – ¨¨ la promessa –. Con l’Inter l’obiettivo era conquistare lo scudetto e ce l’abbiamo fatta, qui era andare il pi¨´ avanti possibile e ci stiamo riuscendo. Qui ¨¨ stato pi¨´ facile creare un gruppo perch¨¦ siamo italiani e abbiamo una cultura simile, ma ¨¨ anche vero che in Nazionale si arriva da squadre diverse e ci si conosce meno. La rivalit¨¤ sportiva tra club e il campanilismo? Conta pi¨´ le rivalit¨¤ che creiamo dentro di noi, c’¨¨ sempre grande rispetto ma sono quelle che mi spingono a migliorare ogni volta”. Tutti uniti dalla voglia di imporre il proprio gioco, per¨°: “Mancini ci ha dato una mentalit¨¤ vincente, finora ¨¨ andata bene e ci ha aiutato nelle situazioni difficili, giochiamo sempre e solo per vincere. Siamo simili alla Spagna per qualit¨¤ di gioco, sar¨¤ una partita difficile in uno stadio spettacolare. Quando affrontai la Spagna con l’Under 21 andammo sotto e rimontammo, poi purtroppo abbiamo commesso degli errori nel resto degli Europei e loro furono bravi ad andare in fondo e vincere”.
Lukaku e Spinazzola
¡ªUno sguardo indietro a ci¨° che ¨¨ accaduto nei quarti a Monaco, prima di proiettarsi in avanti: “Quando Mancini stava parlando con la squadra alla fine della partita col Belgio io stavo abbracciando Lukaku, con lui abbiamo vissuto due anni splendidi fino allo scudetto, siamo diventati amici. Ero dispiaciuto per lui e contento per me, ma avr¨¤ tante occasioni per rifarsi. Non rivelo cosa ha detto il c.t., sono cose di spogliatoio. Segnare un gol ¨¨ sempre un’emozione, farlo agli Europei ¨¨ ancora pi¨´ bello, ma mi ¨¨ dispiaciuto non poter festeggiare davvero, ¨¨ stato forse il primo gol in carriera per cui non ho esultato a fine partita, per via dell’infortunio di Spinazzola che era stato probabilmente il migliore di noi”. Con la Spagna toccher¨¤ a Emerson: “Un gran giocatore come Spina, ha vinto una Champions e non ha bisogno di nessun consiglio, c’¨¨ grande fiducia in lui”.
Mito Gigi
¡ªPer lui, sardo, inevitabile la domanda su Gigi Riva: “E’ un mito irraggiungibile, in tutta la carriera non potr¨° avvicinarlo ma far¨° l’impossibile per rendere anch’io orgogliosa la Sardegna. Ma le responsabilit¨¤ mi sono sempre piaciute… una ¨¨ quella di essere padre di tre bambine, voglio renderle orgogliose, mi mancano e per ora posso solo mandare loro un bacio”.
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