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Prandelli si sbilancia
"La Juve è da scudetto"
L'analisi del c.t. sul nostro calcio: "I bianconeri sono molto organizzati, lotteranno fino alla fine. In Italia non si gioca male, ma difficilmente vedremo lo spettacolo che offre il Barcellona". E sui rossi a comando di Mou: "Sfido qualsiasi allenatore a dire di non averlo mai fatto"
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- Cesare Prandelli con Antonio Cassano. Ansa
MILANO, 1 dicembre 2010 - Un'analisi approfondita, del suo nuovo ruolo, degli azzurri, del calcio italiano, degli scioperi e di illustri colleghi. Cesare Prandelli parla chiaro, come sempre. “Sono sulla panchina della Nazionale e quindi sento una grandissima responsabilità non solo dal punto di vista tecnico ma anche morale. Non sarò mai solo, tutti hanno la voglia di darti dei consigli... - racconta sorridendo a Radio Sportiva -. L'importante è ascoltare e poi agire secondo i propri pensieri. Sento attorno a me la simpatia di tutti, forse perché non ho mai allenato grandi squadre e questo ci ha portato il sostegno degli altri tifosi. Mi manca il campo, il rapporto quotidiano con i giocatori e con i nostri sostenitori. Ci sono però aspetti positivi, perché ho la possibilità di aggiornarmi e di crescere, ma il rapporto con la squadra mi manca molto”. Prandelli parla quindi dei suoi giocatori, a partire dai casi più difficili, come quello di Cassano: “Auguro ad Antonio di trovare una dimensione dove lo si possa ammirare tutte le domeniche. A Genova era così, spero che rimanga lì. È un ragazzo di un'epoca diversa rispetto a Totti o Del Piero. Stesso discorso vale per Balotelli. Deve lavorare per essere amato e stimato dai propri compagni, deve lavorare sui comportamenti, perché sul campo è un giocatore importante”. Quindi torna sui cori razzisti: “Basta con questi buu, non ne possiamo più”.
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- Il c.t. dell'Italia Cesare Prandelli, 53 anni. Reuters
sciopero e buon senso — Inevitabile intervenire anche sullo sciopero indetto per l'11 e 12 dicembre: “C'è un pò di preoccupazione per quest'iniziativa. Ci sono persone che stanno cercando di trovare delle soluzioni. I calciatori fanno parte di un mondo lavorativo che sta cambiando. I diritti sono diritti, le società non devono temere nulla. Serve buon senso, sarebbe bello mandare a tutti un segnale distensivo senza eludere la questione".
il barça e mou — A due giorni dalla cinquina del Camp Nou, il c.t. commenta anche il calcio spagnolo e i suoi tecnici: "Giocare meglio del Barcellona è molto difficile, in Italia non è assolutamente semplice proporre un calcio di questo tipo. Dobbiamo sforzarci però di offrire al pubblico un calcio piacevole. Le difficoltà di Ibra al Barça? È una questione di filosofia di gioco, probabilmente sono state fatte scelte diverse. Un allenatore segue sempre la sua idea”. E su Mourinho: “Ci siamo intesi da subito, trovando argomenti comuni e soprattutto ho visto in lui un innovativo. L'Italia aveva bisogno di uno così. È stato uno dei primi a spiegare il perché di certe scelte. Le due espulsioni con l'Ajax? Lo fanno tutti, non c'è niente di strano, sfido qualsiasi allenatore a dire di non averlo mai fatto”.
juve e fiorentina — Prandelli si dedica poial calcio italiano: “In Italia non si gioca male. Ci sono momenti e momenti. Ho visto comunque sprazzi di calcio propositivo. Ci sono tante squadre che stanno cercando di mantenere la classifica dando continuità di prestazione e questo è importante”. E a chi gli chiede della Juve risponde: “La Juventus è assolutamente da scudetto, è molto organizzata, ha spirito, lotterà fino alla fine”. Sulla sua Fiorentina: “Ha un futuro garantito, ci sono ragazzi importanti, dobbiamo lasciarli crescere senza pretendere troppo. Il popolo fiorentino sa amare i giovani, e si ritroveranno dei gioiellini in casa”.
lippi e il mondiale — Una parentesi sul Mondiale 2006 e Lippi: “Marcello l'ho sempre sentito carico e con la voglia di sfidare tutto e tutti. È un patrimonio del calcio, rimarrà nella storia per sempre. Con il successo in Germania è finito un ciclo vincente, c'era un gruppo-squadra forte e ora stiamo provando a ricostruire un gruppo che tracci la linea”. In chiusura un ricordo di Gaetano Scirea: “Un ragazzo meraviglioso, non ha mai parlato male di nessuno. Trovava il lato positivo in ogni persona. In campo poi era un campione assoluto, inutile sottolinearlo”.
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