Il Brasile di Neymar, la stella di una generazione di perdenti
Le lacrime di Neymar. Le lacrime del Brasile. Le lacrime di una squadra che aveva i mezzi per vincere. E si ¨¨ fermata al palo di Marquinhos che, fallendo il quarto rigore, ha mandato la Sele?ao all’inferno. Come accade da vent’anni. Vent’anni di assalti inutili al sesto titolo mondiale. Con quel titolo di Pentacampe?o, conquistato in Sud Corea e Giappone in finale a spese della Germania (2-0), che si scolora. Come invecchiano coloro i quali lo vinsero.
SIMBOLO
¡ªLe lacrime di Neymar: l’uomo simbolo del calcio bailado di una squadra che, ogni quattro anni, si avvicina e partecipa al torneo iridato col ruolo (obbligato) di favorita e la baldanza (teorica) della pi¨´ forte. E poi torna puntualmente a casa in anticipo. A mani vuote. A giustiziarla, sempre una squadra europea. Un limite invalicabile per una squadra che sforna talenti. Ma che perde. Francia 2006, Olanda 2010, Germania 2014 (con il terrificante 1-7 del Maracanazo, versione aggiornata di quello del 1950 con l’Uruguay), Belgio 2018 e Croazia, ieri. Una sequela di fallimenti incredibile e quasi sempre meritata. Che mette in ginocchio un Paese da oltre 200 milioni di persone. E lo zittisce.
LEGGI ANCHE
NESSUNA CORONA
¡ªAnche Neymar ¨¨ rimasto in silenzio. La sua terza avventura mondiale ¨¨ finita male. Come le due precedenti. Ma stavolta ¨¨ diverso. Perch¨¦ i suoi compagni di squadra, Mbapp¨¦ e Messi, per ora, sono ancora dentro. E perch¨¦ ¨¨ possibile, anzi probabile, che Neymar non abbia una quarta chance. In ottobre, del resto, aveva detto nella docu-serie "Neymar Jr. and the line of kings": "Penso che quello in Qatar sar¨¤ l’ultimo Mondiale. Non so se avr¨° pi¨´ la forza mentale per affrontare il calcio". E cos¨¬, potrebbe restare un re (del calcio) senza corona (iridata). Come altri, prima di lui. Da Puskas a Cruijff. Da Di Stefano a Yashin. Da Baggio a Di Stefano. Fino a Cristiano Ronaldo, il cui declino nell’ultima stagione sta coincidendo con il deflagrare di un Portogallo almeno bello. Anche se non ancora vincente (Europeo 2016 a parte). Marocco, tra qualche ora, permettendo. Cos¨¬ O Ney che contro i croati ha infilato il 77¡ã gol (come O Rei Pel¨¨), primato assoluto, e la presenza numero 124 con la Sele?ao, rischia di essere s¨¬ un simbolo. Ma di una generazione di perdenti. Seppur solo in maglia verdeoro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA