In una lunga intervista il regista italiano del Psg svela il prototipo del suo calciatore ideale
Marco Verratti AFP
Si ¨¨ finalmente preso la Nazionale, grazie alle sue doti innate in mezzo al campo, perfezionate a Parigi, con grandi campioni al suo fianco. A Marco Verratti per¨° piacerebbe avere qualcosa in pi¨´, “rubando” qualit¨¤ a qualche collega del presente e del passato. Ne verrebbe fuori un giocatore mostruoso, e a c.t. Mancini pu¨° bastare il ragazzo di Manoppello, mai passato per la Serie A che per¨° non cambierebbe una virgola del suo percorso: "Rifarei tutto mille volte",
altezza —
"Mi piacerebbe avere la velocit¨¤ di Mbapp¨¦ – spiega l'azzurro intervistato dalla trasmissione Tranversales di Rmc -, il tiro da distante di Juninho, la visione di gioco di Pirlo, il sangue freddo sotto porta di Cavani, uno che vive per il gol. Ma anche la fantasia di Neymar, il dribbling di Messi, il pi¨´ forte a saltare l'uomo tra quelli che ho affrontato". E non ¨¨ tutto, perch¨¦ il capobanda dei piccoletti del centrocampo azzurro guarda sempre verso l'alto e magari con un po' di invidia chi arriva su palloni per lui irraggiungibili: "Mi piacerebbe avere il colpo di testa di Peter Crouch, certo con la sua altezza ¨¨ pi¨´ facile".
stile —
Scherzi a parte, Verratti non rinnega il suo stile di gioco: "E' sempre lo stesso fin dall'infanzia quando giocavo con i miei amici in piazza. Non l'ho mai cambiato anche quando all'inizio al Psg gli allenatori si arrabbiavano perch¨¦ rischiavo molto. Ma per me il calcio resta un gioco diventato un lavoro bellissimo. Il mio modo di giocare non lo cambio, sono fatto cos¨¬". Negli anni l'abruzzese si ¨¨ fatto sempre pi¨´ leader, prendendo spunto anche dalle sconfitte: "Si impara dalla vittoria, come dimostrano i grandi campioni che non si accontentano dopo aver vinto tutto. Ronaldo e Messi hanno vinto cinque Palloni d'oro ciascuno ma continuano. Ma anche una sconfitta insegna, bisogna alzare di nuovo la testa e imparare dagli errori, guardare avanti".
vita —
Alzando lo sguardo in campo, Verratti a Parigi vede gente come Neymar, Mbapp¨¦, Cavani e Di Maria: "E' straordinario. Da piccolo sognavo di giocare con i migliori al mondo. Sono fortunato". Una fortuna scelta: "Non fu una decisione semplice venire al Psg, perch¨¦ tutto poteva anche andare male, ma in queto mestiere bisogna saper rischiare. Ho avuto allenatori come Ancelotti e Blanc, oltre che compagni di squadra incredibili, come Ibrahimovic, Maxwell, Silva arrivati con me, che mi hanno aiutato tanto. Venire a Parigi a 19 anni ¨¨ un'esperienza straordinaria perch¨¦ devi imparare una nuova lingua, nuove cultura e abitudini. Ma qui sono cresciuto anche come uomo: rifarei tutto mille volte". Non sar¨¤ di certo Mancini a contraddirlo.
Alessandro Grandesso
© RIPRODUZIONE RISERVATA