Premier, Benitez non c'è più
Ma è sempre derby con Ferguson

L'allenatore del Manchester torna ad attaccare il collega ex Liverpool, oggi all'Inter: "Il settimo posto della scorsa stagione non credo sia dipeso dalla situazione economica del club: nel recente passato ha speso un sacco di soldi, più di noi". E i numeri gli danno ragione

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Ferguson-Benitez, rapporti tesi fra i due. Ap

LONDRA, 18 settembre 2010 - Gli attuali problemi del Liverpool? Tutta colpa di Rafa Benitez che, sebbene ad Anfield non ci sia più da tre mesi, ha lasciato più di uno strascico negativo nei suoi sei anni di permanenza nel Merseyside. A dirlo, uno che proprio amico dello spagnolo non è mai stato, ovvero Sir Alex Fergsuon che, alla vigilia della “sfida delle sfide” di domani all’Old Trafford, ha tirato una sassata al di qua della Manica, identificando in Rafa (oggi sulla panchina dell’Inter) l’origine di tutte le magagne Reds. “Non so se finire settimi come hanno fatto la scorsa stagione, dopo essere stati secondi dietro di noi l’anno prima, abbia qualcosa a che fare con la situazione finanziaria del Liverpool – ha spiegato Fergie – perché nel recente passato hanno speso un sacco di soldi per i giocatori, molto più che il Manchester United”. Il riferimento a Benitez è chiarissimo e, calcolatrice alla mano, lo scozzese ha anche il supporto dei numeri, perché durante il suo regno al Liverpool il tecnico spagnolo ha fatto spendere alla società 240 milioni di sterline, recuperandone 152 (quindi, il disavanzo netto è stato di 88 milioni) e mettendo in bacheca una Champions League, una FA Cup e un Community Shield. Per contro, nello stesso arco di tempo di 6 anni, i Red Devils hanno sborsato 223 milioni di sterline, incassandone 165 (con una differenza di 58 milioni) e vincendo tre titoli di Premier League, una Champions, il mondiale per club e due Carling Cup. Insomma, non c’è confronto.

NESSUN PROBLEMA COI PREDECESSORI — Ma non è finita qui. Giusto per far capire ancora meglio che il bersaglio delle sua acrimonia è solo e soltanto Rafa, Sir Alex ha puntualizzato che prima dell’avvento dello spagnolo ad Anfield, i suoi rapporti con i tecnici Reds (da Gerard Houllier a Roy Evans, per finire con Graeme Souness) erano sempre stati ottimi. “Le cose sono cambiate solo durante l’ultimo regime, ma io non c’entro, perché per me non è mai stata una faccenda personale”. Come spiegano “Daily Express” e “Mirror Sport”, sarebbero due le cose che il tecnico dello United non perdona al collega: il fatto di aver pubblicamente rivelato di non aver capito la lettera di congratulazioni che lo scozzese gli aveva mandato dopo la conquista della Champions League nel 2005 e le accuse a mezzo stampa dello spagnolo risalenti a due anni fa, quando disse che Ferguson influenzava gli arbitri. Fortunatamente, oggi che sulla panchina Reds siede Roy Hodgson, le relazioni fra i due club sono tornate buone, anche perché fra i due allenatori c’è un’amicizia che dura da 23 anni.

COME IL DERBY D’ITALIA — Ma domani sarà lo stesso partita vera, con Hodgson che spera in Fernando Torres e nella cabala (ha sempre segnato nelle sue ultime tre apparizioni contro lo United), oltre che in Gerrard (a riposo in Europa League), mentre Fergie punta sulla coppia Vidic-Ferdinand per cercare di fermare l’attaccante spagnolo, con il primo che avrà anche la fascia di capitano (notizia che Rio pare non aver preso benissimo, secondo il “Sun”. E a proposito di Hodgson, proprio per far capire quanto conti in Premier League la sfida fra Manchester United e Liverpool, il tecnico dei Reds l’ha paragonata ad un incontro fra Inter e Juventus del campionato di serie A, il vero “killer derby” fra due squadre animate da un’accesa rivalità più ancora del vero derby fra Inter e Milan. “Quella era una gara affascinante proprio per l’atmosfera che si creava – ha spiegato Mister Roy – e perché generava interesse al di là delle rivalità locali. E per Manchester United-Liverpool è lo stesso. E’ una grande partita su scala globale”.