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Luque, il campione del mondo spezzato dal dolore. E quel giorno che gli cambi¨° la vita
C'¨¨ un giorno maledetto che segner¨¤ per sempre la sua esistenza e, di conseguenza, la sua carriera: ¨¨ il 6 giugno 1978. Un marted¨Ź. Da allora nulla sar¨¤ pi¨´ come prima: un'ombra lo perseguiter¨¤, lo braccher¨¤ ovunque come il pi¨´ cattivo dei difensori, non lo lascer¨¤ mai in pace nemmeno quando si stender¨¤ sul letto per concedersi un istante di riposo. Leopoldo Luque, a ventinove anni, conosce, nel breve intervallo di un'ora, prima la felicit¨¤ assoluta e poi il dolore pi¨´ profondo. E alla lunga, si sa, il dolore ha sempre la meglio sulla felicit¨¤ e finisce con il diventare un tormento che ci si porta dentro come una parte di s¨Ś stessi. Abbandonarcisi non ¨¨ una forma di debolezza, ma forse l'unica soluzione che il destino concede: per non rimanerne travolti ci si abitua, lo si accetta, a volte addirittura lo si alimenta, cos¨Ź perlomeno ci si sente vivi per una qualche ragione. Questo accade a Leopoldo Luque, centravanti di sfondamento (all'epoca questa era la definizione corrente) dell'Argentina al Mundial del 1978.