Chi ordina un’aggressione, una guerra, una strage senza preoccuparsi di sparare sulla popolazione civile, su donne, bambini e uomini innocenti, meriterebbe di non organizzare pi¨´ niente nella sua vita. Altro che una semplice finale di Champions. Scriverlo suona quasi superfluo. Davanti a tragedie cos¨¬, e la parola genocidio rischia di non essere enfatica, il calcio annichilisce, scompare, si fa piccolo piccolo.
il commento
Togliere la finale di Champions alla Turchia? Non pu¨° essere solo il calcio a dare il buon esempio
Mancano sette mesi e mezzo alla finale: ¨¨ presto perch¨¦ l’Uefa decida o commenti. Ci sar¨¤ tempo per scelte definitive, magari prese assieme all’Ue e all’Onu
Un rigore decisivo sbagliato, che fa disperare uno stadio, diventa al confronto qualcosa per cui festeggiare. Siamo (quasi) tutti d’accordo. Il problema ¨¨ che poi si finisce con strumentalizzare il calcio che, tra tutti gli sport, ¨¨ quello che offre pi¨´ visibilit¨¤. E viene quindi tirato da tutte le parti, pi¨´ o meno disinteressate. C’¨¨ un attentato? Succede un evento tragico? “Che si fermi il campionato!” ¨¨ l’imperativo al quale nessuno ha il coraggio di rispondere: e perch¨¦ i cinema no? E i teatri? E i ristoranti? E la tv che trasmette un programma comico? Altrove il lutto non si applica? Troppo facile e comodo usare il calcio.
L’impressione ¨¨ che stia per succedere un’altra volta. Per una di quelle coincidenze di cui non si sentiva la mancanza, la finale di questa Champions si gioca a Istanbul il 30 maggio. Da social e politica, specializzati in reazioni istintive, ¨¨ partito il tam tam come in un riflesso pavloviano: togliamo la finale alla Turchia. Niente di meglio per sentirsi a posto con la coscienza. Chiss¨¤ quanti, mentre con la mano sinistra si schierano con i curdi, con la destra augurano “di morire” al giocatore avversario. Addirittura il ministro dello Sport Spadafora ha scritto al presidente Uefa, Ceferin, che sicuramente aveva bisogno della lettera di uno dei 55 ministri dello Sport europei per rendersi conto della tragicit¨¤ della situazione.
Mancano per¨° sette mesi e mezzo alla finale: un’istituzione seria, oggi, non potrebbe decidere niente, ma neanche commentare quello che sta succedendo ai poveri curdi. ? presto. Ci sar¨¤ tempo per scelte anche definitive. Magari prese assieme all’Ue e all’Onu, se avessero il piacere di non delegare al calcio anche le risoluzioni pi¨´ complicate. Noi saremmo idealmente d’accordo con una misura drastica, anche se, nella lunga storia dell’umanit¨¤, nessun dittatore ¨¨ mai stato distolto dai suoi progetti con minacce del genere. Ma ci piacerebbe un uso pi¨´ democratico di questa potente arma di ricatto.
Ci piacerebbe che questa indignazione fosse estesa alla Russia che entra in Ucraina come fosse casa, alla Cina che reprime sistematicamente il Tibet, all’Arabia Saudita che nega le minime libert¨¤ individuali e tortura il giornalista Kashoggi, agli Stati Uniti che abbandonano i curdi, all’Egitto che uccide Regeni (senza che l’Italia riesca a ricevere una risposta), all’Irlanda e al Lussemburgo che fanno da sede fiscale per le multinazionali miliardarie che dichiarano spiccioli impoverendo di conseguenza milioni di lavoratori. Insomma, a tutti quegli Stati che calpestano i diritti dell’uomo. Tutti. Rischiando per¨°, in questo modo, di dover organizzare la prossima finale sulla Luna.
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