Ancelotti: "Esigo rispetto"

Il Sun dà ampio risalto al credo dell'allenatore del Chelsea, che così sintetizza i suoi metodi: "Voglio che i giocatori rispettino la mia posizione, come io rispetto la loro. Sono io che prendo le decisioni". Una risposta alle accuse lanciate da Scolari allo spogliatoio dei Blues?

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Carlo Ancelotti alla presentazione Chelsea. Reuters

LONDRA (Gb), 13 luglio 2009 - Impossibile fare bene il proprio lavoro a Stamford Bridge, perchè il potere dei giocatori è troppo grande e sono loro a decidere cosa sia meglio fare, alla faccia di quanto dica l’allenatore.

IL POTERE AI GIOCATORI — L’accusa arriva da Luiz Felipe Scolari, l’uomo che fino al febbraio di quest’anno ha guidato (non esattamente benissimo) il Chelsea e che è stato cacciato da Roman Abramovich anche perché non andava d’accordo con molte delle stelle Blues. “Ho davvero imparato un sacco di cose durante la mia permanenza in Inghilterra – si legge sul “Daily Star” – e una in particolare: che i giocatori sono i veri boss della squadra e fanno quello che vogliono. Prendete ad esempio Drogba e Ballack, che mi chiesero di farsi curare all’estero, uno in una Spa di Cannes e l’altro a Colonia, o anche Petr Cech (che, come scrive oggi il “Sun”, deve continuare ad usare il caschetto di protezione, perché la frattura alla testa del 2006 non è ancora completamente saldata, ndr) a cui ho dovuto dire io che non era affatto appropriato che avesse il suo trainer privato. Comunque sia, è stata un’eccellente esperienza quella al Chelsea, anche se un giorno siamo arrivati alla conclusione che fosse meglio per tutti che io lasciassi il club”.

ANCELOTTI VUOLE RISPETTO — Sarà forse per questo quadretto non troppo confortante che oggi il “Sun” ha sparato a tutta pagina il credo di Carlo Ancelotti, ovvero l’uomo che – dopo la felice parentesi di Guus Hiddink – ha preso di fatto il posto di “Big Phil”. Un credo riassumibile in una sola frase: “esigo rispetto”. “Quando giocavo, ero un combattente – ha detto il neo tecnico del Chelsea al tabloid – e adesso che alleno è la stessa cosa e voglio che i giocatori rispettino la mia posizione, come io rispetto la loro. Sono io che prendo le decisioni e questo è il mio metodo per stabilire un buon rapporto. Voglio che si lavori duramente ogni giorno sul campo, perchè i giocatori devono giocare bene insieme e stare anche bene insieme”.

LE PRETESE DI JOHN TERRY — Chi, però, tanto bene in Blues pare non starci più è John Terry che, stando a quanto rivela il “Daily Sport”, avrebbe fatto una serie di richieste a dir poco eccessive durante l’incontro di due ore con Roman Abramovich di sabato scorso. In pratica, per rimanere al Chelsea e non andare al Manchester City il capitano avrebbe chiesto: un aumento vertiginoso dell’ingaggio, tale da renderlo il giocatore più pagato della squadra; una clausola sul contratto che gli garantisca di restare tale (ovvero, il calciatore più pagato) fino alla fine del suo periodo Blues e un’opzione per diventare allenatore del Chelsea una volta appese le fatidiche scarpette.

OGGI NUOVO INCONTRO CON ABRAMOVICH — - Pretese che Abramovich avrebbe respinto al mittente, anche se alla fine potrebbe decidere di equiparare lo stipendio di JT (che oggi guadagna 155.000 euro a settimana) a quello di Frank Lampard che lo scorso anno, con un giochino simile, protagonista l’Inter di José Mourinho, portò a casa un aumento fino a 173.000 euro. E mentre oggi è in programma un nuovo incontro, definito “decisivo” da “Daily Mail” e “Daily Express”, fra Abramovich e Terry per convincere il capitano a rispettare i tre anni di contratto che ancora lo legano al Chelsea, il City sarebbe pronto ad una nuova, strabiliante offerta, che viene quantificata fra i 37,5 e i 46 milioni di euro.

ARNESEN DIRETTORE TECNICO BLUES — In attesa di capire quello che davvero succederà, con il capitano consapevole del fatto che la sua eventuale partenza da Stamford Bridge sarebbe vissuta come un vero e proprio tradimento da parte dei tifosi, il Chelsea ha nominato Frank Arnesen direttore sportivo: ruolo che Carlo Ancelotti avrebbe voluto affidare a Paolo Maldini ma che l’ex difensore del Milan ha rifiutato, preferendo prendersi un periodo sabbatico di lontananza dal calcio giocato.