Inesta beffa il Chelsea
Barça in Paradiso al 93'

A Stamford Bridge nella semifinale di ritorno di Champions, finisce 1-1. I Blues vanno in vantaggio con Essien, amministrano il risultato e sfiorano il raddoppio più volte, poi i catalani in 10 per l'espulsione di Abidal travano il pari nel recupero

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I giocatori del Barcellona al fischio finale. Ansa

LONDRA (Inghilterra), 6 maggio 2009 - La finale di Champions League 2008-09, a Roma, è Manchester United-Barcellona. La rivincita di quella della scorsa stagione, tra Diavoli Rossi e Chelsea, salta al 94'. Quando sembrava già scritta. A Stamford Bridge finisce 1-1. Gol di Essien, da lustrarsi gli occhi, e di Iniesta, al 3' di recupero.

LA BEFFA - La squadra di Hiddink imbriglia il Barça nella sua tela fatta di esperienza, personalità, e fisicità. I catalani, che ne avevano fatti sei al Real Madrid sabato sera, si inceppano, facendo il bis dell'andata, nella serata più attesa. Mancano gli spazi e per una sera "bucano" anche i fuoriclasse, persino Messi ed Eto'o. La macchina da gol da 146 centri stagionali non insidia la rete di Cech. E il Chelsea stasera merita, concedendo quasi nulla e sfiorando in più occasioni il 2-0. Reclamando rigori in serie. E finendo con l'uomo in più, per l'espulsione di Abidal al 21' della ripresa. Ma il Barcellona, accusato di avere un unico difetto - essere narcisista e sprecone - è cinico come mai finora. Alla prima occasione, alla fine, fa il check-in per Roma.

PERLA ESSIEN - Il primo tempo è del Chelsea. Che parte col botto. Con un meraviglioso gol di Essien, a segno con un violento sinistro al volo da fuori area già al 9'. Una perla. Il centrocampista ghanese a centrocampo è dappertutto, copre e riparte, e se c'è da concludere non si tira indietro.

TANTO CHELSEA - Il Chelsea si difende, chiudendo tutti gli spazi, ma le occasioni gol sono

La delusione di Ashley Cole al fischio finale. Ap

quasi tutte targate Blues. Alla faccia del possesso palla catalano, per una volta più scolastico e stucchevole che capace di far sparire la palla agli avversari. La manovra è lenta, Henry manca tanto, Messi c'è ma non si vede, la difesa di Hiddink lo fa giocare a nascondino. Il Barça è pericoloso con Xavi, con un paio di tiri, ma è poca cosa rispetto agli standard stellari dei blaugrana. Il Chelsea è velenoso come un serpente nelle ripartenze e sui calci piazzati, sfruttando la maestria di Lampard, sapiente nell'esecuzione balistica, e iperfisico con Terry, che di testa sfiora il 2-0. Drogba mette in difficoltà una difesa orfana di Puyol (squalificato) e Marquez (k.o.). Una punizione dell'ivoriano è parata con un buon riflesso da Valdes. Poi il centravanti dei londinesi va a terra in area avversaria dopo un contatto con Abidal. Niente rigore. All'intervallo è 1-0.

L'OCCASIONE - Si riparte, ed è subito super occasione per il Chelsea. Assist di Anelka per Drogba, che vede il suo sinistro sottomisura respinto da Valdes. Il Chelsea gestisce il vantaggio senza troppi affanni, nonostante il Barcellona abbia accelerato il ritmo.

IL ROSSO - La gara vede chiudersi il cerchio Chelsea al 21'. Abidal viene espulso per un fallo su Anelka, lanciato in contropiede da una sponda aerea di Drogba. Il contatto c'è, la chiara occasione da gol anche, va vautata la volontarietà dell'intervento del terzino sinistro francese.

MIRACOLO BARCA - Il Chelsea non rischia. Ma la gara resta aperta. Basta un tiro, un gol, e può cambiare tutto. Basta un acuto di un fuoriclasse. E i catalani ne hanno a quintali. E infatti arriva. A tempo scaduto. L'acuto è di Iniesta. Diventa un urlo. Di tutta Barcellona. Il destro del centrocampista dal limite su sponda di Messi e liscio in disimpegno dell'eroe mancato, Essien, vale l'1-1. E la finale. Il Chelsea protesta contro l'arbitro - reclamando una marea di rigori - contro la sfortuna, contro tutto. Ma la finale sarà Barça-Manchester United.