La squadra di Spalletti ¨¨ uscita con le ossa rotte dal Camp Nou, ma alcune similitudini con la squadra di Mourinho possono dare speranza ai tifosi nerazzurri
Luciano Spalletti, 59 anni. Afp
Nove stagioni fa fin¨¬ nello stesso identico modo: due a zero per il Barcellona, Inter respinta, dubbi sulle distanze che sembravano ancora grandi, fra i nerazzurri e i blaugrana. Nove stagioni fa l’annata si sarebbe chiusa in modo trionfale, con il Triplete, ma questo ¨¨ un altro discorso.
a pallate —
Nel girone l’Inter si present¨° al Camp Nou con la voglia di dimostrare di essere cresciuta, di essere pronta a fare il grande salto fra le big d’Europa. Di fronte la dominatrice di quegli anni (molto pi¨´ che oggi), la creatura che sembrava perfetta di Guardiola. Il Bar?a, allora come oggi, era atteso pochi giorni dopo dal Clasico col Real Madrid (altra analogia) e si presentava quindi senza Messi (e Ibrahimovic), tenuto in panchina. Insomma, Leo era solo qualche metro pi¨´ in l¨¤ rispetto a ieri sera, quando sedeva in prima fila in tribuna, a lato della sua panchina. Nel 2009, per¨°, niente braccio al collo. Era un’occasione, per l’Inter di Mourinho, invece fin¨¬ male, con Milito e compagni che videro poche volte il pallone, che ripiegarono in una resistenza quasi passiva, che furono infilati di Piqu¨¦ e Pedro e poi ringraziarono Julio Cesar per aver evitato un passivo peggiore. In confronto, la squadra di Spalletti ieri ha fatto vedere qualcosa in pi¨´, con due (brevi) fasi in cui il progetto di andare a prendere il pallone alla squadra di Valverde sembrava poter funzionare e almeno un paio di occasioni per un temporaneo pareggio.
similitudini —
Per¨° le analogie restano impressionanti, tanto pi¨´ visto che l’anno del “Triplete” in questi mesi ¨¨ tonato prepotentemente di moda, col rientro dell’Inter nella competizione pi¨´ attesa. Tutto ci¨° ovviamente non significa che le due squadre siano sovrapponibili (non lo sono nemmeno le due edizioni del Bar?a), n¨¦ che il 2-0 di ieri sia il viatico a un sicuro ritorno alla finale di Madrid a maggio. Piuttosto, rivedere quella partita, o rileggere i commenti, pu¨° consolare chi fra i nerazzurri (Spalletti compreso) pensava di essere pi¨´ avanti nel lavoro di ricostruzione di un’autostima e un profilo da grande. L’Inter di Mourinho aveva almeno una stagione di vantaggio nel processo di team-building, veniva da stagioni di dominio in Italia, ma quella sera fece la figura della vittima sacrificale. Quella che non vuole fare il tecnico attuale. All’andata, a Milano, Zanetti, Cambiasso e gli altri avevano invece tenuto lo 0-0. Il 6 novembre, nel ritorno casalingo, servir¨¤ fare almeno un passo in avanti. E poi sperare che il futuro riservi altre analogie.
Valerio Clari
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