Tra una settimana lo studente Luis si sieder¨¤ dietro al suo banco: risponder¨¤ alle domande dei prof. User¨¤ quel poco che sa della lingua di Dante. Racconter¨¤ ci¨° che conosce del Belpaese che sei anni fa fece piangere dopo aver addentato la spalla di Chiellini. Luis Suarez nel 2014 era il vampiro che sbatteva fuori gli azzurri dal Mondiale brasiliano, adesso ¨¨ un uomo improvvisamente desideroso di giurare davanti al tricolore: l’esame di italiano B1, terzo livello, ¨¨ previsto la prossima settimana a Barcellona. Un passaggio decisivo per ottenere il passaporto comunitario, l’ultimo vero ostacolo tra lui e la Juventus. Ma ¨¨ anche il segno che la macchina della burocrazia si ¨¨ mossa spedita: difficile ormai fermarla. La Signora ha scelto da giorni la strada che porta al Pistolero e ha deciso di percorrerla nonostante le difficolt¨¤ inattese emerse nel tragitto. Lo status di extracomunitario per il nostro calcio ha spaventato soltanto all’inizio, poi le energie della Signora si sono moltiplicate a tutti i livelli per risolvere l’inghippo in tempo utile.
la trattativa
Suarez "l'italiano": Luis ¨¨ pronto all'esame di lingua, la Juve corre verso il Pistolero
La prossima settimana l'appuntamento decisivo per prendere la cittadinanza italiana. L’uruguaiano vuole lasciare il Bar?a, nonostante Messi. Ma Dzeko resta come piano B
di corsa
¡ªLa fiducia ¨¨ crescente, nonostante l’iter rimanga comunque complicato: la scadenza ¨¨ quella del 5 ottobre, fine del mercato tra un mese, e in condizioni normali servirebbe molto pi¨´ tempo per ottenere tutta la documentazione viste le lunghe liste di attesa. Tra l’altro, ¨¨ risultato provvidenziale il fatto che l’uruguaiano avesse comunque iniziato anni fa una pratica di cittadinanza, poi non completata perch¨¦ in quel particolare momento non ne avvertiva una stringente necessit¨¤. La condizione di emergenza ha portato, per¨°, la Juve ad accelerare e pochi dubitano che alla fine Suarez non diventi a tutti gli effetti italiano. Come la moglie Sofia, figlia di un friulano emigrato a Montevideo. Per il resto, il Pistolero ha rimesso l’arma nella fondina: vive un misto di rassegnazione per il modo in cui si sta esaurendo l’esperienza catalana e voglia di dimostrare in bianconero di essere ancora un cacciatore d’area. All’inizio di questa tormentata stagione pensava di restare serenamente in blaugrana per tutto il contratto in scadenza 2021, per poi svernare negli Stati Uniti. Gli ultimi mesi hanno terremotato ogni convinzione.
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l'intesa e il piano b
¡ªLui, che di Messi ¨¨ fratello e non solo compagno, non poteva non seguire da vicino le vicende dell’argentino e, almeno in parte, legare il suo destino a quello della Pulce. La permanenza quasi obtorto collo di Leo a Barcellona, almeno al momento, non pare aver cambiato lo scenario di fondo: resta sia la volont¨¤ del presidente Bartomeu di privarsi dello stipendio (pesantissimo) del Pistolero sia quella dell’uruguaiano di fuggire da un’aria diventata irrespirabile. Insomma, un’era ¨¨ finita per entrambi. Certo, le parti hanno bisogno di venirsi incontro dal punto di vista economico (e anche politico): il giocatore pretende una buonuscita, il club nicchia, ma l’accordo ¨¨ fattibile senza troppi patemi. Magari grazie all’intervento della Juve che non vuole pagare per il cartellino, ma pu¨° sempre lavorare su bonus e clausole e indennizzare le parti. Nel frattempo, i bianconeri hanno da giorni trovato l’accordo sul contratto: ¨¨ in caldo un triennale da 10 milioni circa a stagione. Grazie allo sconto fiscale al lordo lo stipendio costerebbe 15 circa. La Juve, che ha deciso di cogliere questa pepita nel caos catalano, ha raffreddato via via l’interesse per Edin Dzeko. Il bosniaco ¨¨ stato a lungo il preferito nella caccia al centravanti, ma non ha puntato i piedi per lasciare la Capitale ed ¨¨ frenato anche dalla difficile comunicazione tra Roma e Napoli: al momento, ¨¨ bloccato anche l’arrivo di Milik in giallorosso. L’assalto a Dzeko, come piano B, potrebbe ripartire davvero se la burocrazia regalasse imprevisti, al momento inattesi, sul passaporto di Suarez. O se Messi finisse per “incatenare” in qualche modo l’amico Pistolero a Barcellona. A suo modo, pure Edin si sente un po’ italiano, ma ¨¨ Luis che studia (materialmente) per diventarlo.
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