Sangue e sudore sono immagini frequenti della retorica del calcio, indicano sacrificio e appartenenza; ma nel caso dell’Union Berlino non vi ¨¨ niente di pi¨´ reale. Quando mancavano soldi - serviva un milione e mezzo nel 2004 - i tifosi ebbero l’idea di guadagnarli donando sangue. Il prelievo per aiutare gli ospedali fruttava 10 euro, il compenso veniva girato alla societ¨¤. E quando lo stadio Vecchia Foresteria, questa la denominazione ufficiale, aveva bisogno di un restauro, ciascuno ha dato una mano, gratis: 140 mila ore di lavoro volontario, durante le ferie, per circa 2400 tifosi che in 300 giorni parteciparono al riammodernamento. Come ricompensa soltanto un caschetto rosso da manovale, il nome su un monumento posticcio sotto la tribuna, ma non il biglietto gratis per la partita inaugurale. Questa ¨¨ l’Union, salita adesso per la prima volta in Bundesliga.
la storia
Bundesliga, ecco l’Union Berlino: il club anti-sistema che ora accoglie i migranti
L’altro club della capitale vince i playoff e debutter¨¤ nel massimo campionato: torna una squadra dell’Est, la pi¨´ particolare, ecologista e “punk” di Germania
Povera ma sexy
¡ªBerlino non ¨¨ l’epicentro del calcio tedesco, da sempre; non ha la tradizione di Monaco o della Ruhr, di Amburgo o di Brema. Povera ma sexy, era lo slogan identificativo della metropoli che aveva barattato la sua indipendente stravaganza — un’isola nel cuore del blocco comunista — con l’imborghesimento da ritrovato centro del potere, la capitale sede del governo e crocevia dei destini d’Europa. Povera anche nel Fussball, con i dolori dell’Hertha e le grandi coppe lontane come i grandi derby. A Berlino non si vince e non ci si sfotte come a Madrid, Roma, Londra. Per¨° adesso l’Olympiastadion non si riempir¨¤ pi¨´ soltanto per Bayern o Borussia. C’¨¨ una Berlino contro l’altra, ancora Ovest contro Est. Perch¨¦ l’Union arriva da K?penick, quartiere al margine sudorientale dell’immensa citt¨¤. A 30 km dall’Olimpico. E dove anche l’invasione di turisti degli ultimi anni non ha ancora trovato sfogo.
Il bosco della libert¨¤
¡ªLa casa dell’Union ¨¨ in un bosco, da qui il nome: ¨¨ pi¨´ giusto raffigurarlo come un condominio per tifosi che come uno stadio. Durante l’intervallo delle partite vengono annunciate anche le notizie pi¨´ tristi, come le condoglianze per qualcuno che non potr¨¤ pi¨´ assistere allo spettacolo. Anche se c’¨¨ uno schermo moderno, con led e scritte a colori, il risultato si legge pure sui vecchi numeri di legno: il tabellone a mano, in una casupola, non ¨¨ stato levato per far spazio ai box per vip. Anche perch¨¦ nessuno si sente vip, alla Vecchia Foresteria; nemmeno i giocatori che arrivano in bici, o con la Fiesta della nonna. Unione di ferro, Eisern Union, ¨¨ il nomignolo del club. Il quartiere nel secolo scorso aveva radici proletarie e operaie. I Fabbri, metalmeccanici d’antan, ricordano il passato. E il senso di comunanza da circolo chiuso ¨¨ davvero da altri tempi: durante il Mondiale 2014, venne installato un megaschermo dentro l’impianto e ciascuno poteva portare poltrone e divani da casa per stare pi¨´ comodi. La Germania vinse il titolo, ammirata anche dai 750 sof¨¤ sul prato dell’Union. Nel 2003 cominci¨° la tradizione degli auguri di Natale al campo, anche senza partita. Erano in 89. Adesso quei 90 minuti di canti sono diventati un evento cult nella capitale, frequentato il 23 dicembre da quasi 30 mila persone, che versano pure un obolo. Ci sono anche delle imitazioni, a Colonia e Dortmund, ma non raggiungono mai l’atmosfera dell’originale.
Dalla Stasi ai migranti
¡ªAi tempi della Ddr, andare all’Union significava non approvare il regime. I match erano un ritrovo anche per non calciofili: alternativi, freak e punk. Il celebre coro ?il muro deve cadere? era usato quando l’Union calciava una punizione (per muro e barriera si usa la stessa parola in Germania), ma serviva per far capire altro. La rivale pi¨´ detestata era la Dinamo Berlino, prediletta da Erich Mielke, gran capo della Stasi, la polizia segreta. La Dinamo vinse 10 titoli di fila prima della riunificazione, l’Union soltanto una coppa, nel 1968. Non era considerato un club sovversivo, altrimenti sarebbe stato sciolto. Ma di certo non amico del regime, non apparteneva alle emanazioni dello Stato (polizia, esercito) come costume nelle dittature dell’Est. E si chiamava Unione, nella citt¨¤ divisa. Nell’inno, cantato da un’icona punk-rock come Nina Hagen, c’era gi¨¤ la visione del nuovo mondo che avrebbe cambiato la Germania, ma non l’Union: ?Chi non si far¨¤ comprare dall’Ovest? L’Union di ferro?. Berlino ¨¨ mutata, Est e Ovest geograficamente non esistono pi¨´, ma le tentazioni di barattare l’anima sono finora rimaste lontano dal bosco dell’Union. Tre anni fa, quando l’arrivo dei migranti ha messo in crisi anche il sistema sociale della capitale, l’Union ne ha ospitati a centinaia nella casa del tifoso, un ex supermercato, arredato anche con giochi per i bambini stranieri. E ha sviluppato dei programmi di integrazione in sede, costituendo l’associazione Porte Aperte in cui i profughi potevano essere inseriti nelle aziende dei soci, seguendo un percorso lavorativo in base alle professioni imparate in patria.
Il trionfo alla toilette
¡ª?Merda, stiamo salendo in Bundesliga? ¨¨ stato scritto su uno striscione quando il ?pericolo? si stava avvicinando. Perch¨¦ l’Union non si ¨¨ imborghesita con la riunificazione, per¨° ha paura di farlo adesso nell’entrata nel calcio dei miliardi. Teme di finire come la citt¨¤, gentrificata, cio¨¨ stravolta da un insieme di cambiamenti urbanistici e socio-culturali. Una bella sfida ideologica per un club che ha ?licenziato? in tronco uno sponsor, quando si ¨¨ scoperto che ai vertici aveva un personaggio con un passato vicino alla Stasi. Ma anche per una societ¨¤ che ha rinnovato il contratto a Benjamin K?hler quando il giocatore ha scoperto di avere un tumore maligno, da cui poi ¨¨ guarito. All’Union si incontrano i membri del consiglio direttivo mentre vendono il giornalino sociale, davanti alle tribune. Perch¨¦ non ci sono differenze nell’altra Berlino, una comunit¨¤ particolare in cui tutti si conoscono. Cos¨¬ per la promozione ¨¨ arrivato un allenatore straniero, lo svizzero Urs Fischer, meno contaminato dal senso di affetto che talvolta non permetteva decisioni crudeli, anche in una rosa che vale ?solo? 15,2 milioni. ?Dov’ero al fischio finale? Alla toilette. E mia moglie pure. In quella delle donne?, ha detto il presidente Dirk Zingler luned¨¬ notte, prima della baldoria durata fino alle sei di mattina. Ma l’Union non se la far¨¤ sotto anche di fronte alla Bundesliga: l’85% dei posti dello stadio ¨¨ in piedi, perch¨¦ cos¨¬ vuole la gente, e nel codice d’onore c’¨¨ scritto che i giocatori non si fischiano mai e non si esce prima della fine. Il problema ora sar¨¤ trovare i biglietti: perch¨¦ i soci sono gi¨¤ pi¨´ dei 22.012 posti della Vecchia Foresteria. E a tanti berlinesi dell’ex Ovest adesso piacer¨¤ sentirsi diversi come l’Union.
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