Mario Balotelli in panchina durante l'allenamento a Coverciano. Ansa

"Mario Balotelli ha spacciato droga per scherzo". Quando la notizia fa in breve tempo il giro della rete, Stephan El Shaarawy ha appena twittato: "Anche il nodo alla cravatta mi tocca farti...". Anche questo è uno scherzo, di tutt'altra natura. Da far sembrare assurdo che il nome di Mario Balotelli possa venir fuori durante un processo su riciclaggio e ristorazione. Tanto che lui ha subito sbottato, via Twitter: "Ahahaha adesso spaccio droga! Prima andavo a put.. E magari poi lo prenderò anche in .... Ma vergognatevi. Usate il mio nome non per audience". Poco dopo, tuttavia, il tweet è scomparso dal suo profilo ufficiale. Ma la risposta c'è stata, come ha sottolineato Prandelli che ha preso le difese del calciatore.

solo bugie — Risposta che è arrivata in serata dallo stesso giocatore: "Smentisco tutto, poi io la droga la odio e non c'entro niente. Questa cosa che ha detto questa persona è una bugia incredibile. Capisco che non piaccio a tutti, ma non si deve esagerare. Non so come facciano queste persone a mettere nei guai la gente, non si devono permettere. Non lo so perché sempre a me, penso che la gente anche sia stufa non solo io. Il tweet? L'ho scritto, poi l'ho cancellato. All'inizio ridevo, poi ho pensato che queste persone possono metterti nei guai. Ho capito che non piaccio a tutti ma non devono esagerare. Di questa storia si stanno occupando i miei avvocati. Sono già stato dai pm. Ero a Scampia? Questa è un'altra cosa. Ero lì a fare un giro, con amici". Poi, ancora su Twitter: "Ahaha... Pentito de che?", seguito da un ringraziamento ai fan: "Comunque grazie a tutti followers che state dalla mia parte:-) un abbraccio a tutti:-)". E in serata attacca il Tg Campania della Rai sul social network: "TG Campania.Per me dovete chiudere la redazione il servizio di oggi su di me è orrendo le lacrime di mia madre le suderete se non vi scusate".

razzismo — Nel corso della conferenza stampa ha parlato anche di razzismo: "In Italia non si combatte più di tanto. Se qualcuno mi grida qualcosa, sono io a decidere se è un insulto, sono io a dover dire quando mi sento insultato. In Inghilterra certe cose non esistono".

Il tweet di Mario Balotelli. Twitter

il caso — Mario Balotelli, dunque, si sarebbe messo a a spacciare droga per scherzo nel quartiere Scampia, durante un suo soggiorno a Napoli. È quanto rivela un pentito della camorra, Armando De Rosa, in un interrogatorio reso ai pm di Napoli Sergio Amato e Enrica Parascandolo nell'ambito di un'inchiesta su riciclaggio e ristorazione.

il verbale — Il collaboratore di giustizia autore delle rivelazioni, a quanto si è appreso, sarebbe legato al gruppo dei Vanella Grassi, i cosiddetti Girati, uno dei clan malavitosi attivi a Scampia. De Rosa riferisce ai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo che il calciatore, che aveva espresso il desiderio di visitare Scampia e si era recato nel quartiere accompagnato da alcuni esponenti di un clan (vicenda questa venuta alla luce negli anni scorsi), "dopo aver assistito ad alcune cessioni (di dosi di cocaina e eroina, ndr), per scherzare chiese anche di poter spacciare lui alcune dosi e così fu lui a consegnarle ad un cliente che passava. Ricordo anche - ha aggiunto il pentito - che chiedemmo a quel tossicodipendente se avesse riconosciuto Balotelli ma lui neanche ci credette". Il verbale dell'interrogatorio è stato depositato agli atti del processo in corso a Napoli davanti alla settima sezione del tribunale. "Fu Marco Iorio (imputato al processo, ndr) in ragione del suoi rapporti con i Lo Russo ad organizzare quella visita - chiude De Rosa - in quanto Balotelli aveva espresso il desiderio di vedere Scampia. Balotelli si fece anche delle foto con Lelluccio Bastone, Angioletto Pagano e Raffaele Amato junior soprannominato Lello capa janca, in quanto sono tutti e tre interisti".

Mario Balotelli all'uscita della Procura di Napoli nel 2011. Ansa

balotelli e napoli — Il fatto dovrebbe risalire all'8 giugno 2010, giorno in cui Mario si recò a Scampia, come egli stesso ammise, "per conoscere la periferia coi suoi problemi. Ma poi subito andai via perché mi resi conto che era pericoloso". In un rapporto consegnato dai Carabinieri alla Dda, fu scritto che Mario era "in compagnia di due elementi di spicco di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli, ovvero Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposito, del clan degli Scissionisti". Lui si difese: "Non conoscevo quelle persone". Ma ora ecco un altro caso...