L’ex difensore oggi si dedica a programmi di aiuto ai migranti. Sui recenti accaduti dice: “Il nostro mondo parla a tanta gente. Allo stadio la maggioranza non resti in silenzio”
Lilian Thuram, 46 anni. Afp
Lilian Thuram ha una Fondazione che si occupa di razzismo e certi temi gli stanno molto a cuore.
Lei ¨¨ arrivato in Francia nel 1981 e in Italia nel 1996: come giudica l’evoluzione del razzismo?
“Le cose migliorano, ¨¨ innegabile. La realt¨¤ ¨¨ che c’¨¨ meno razzismo di prima. In Italia mi sono trovato subito molto bene, amo profondamente il vostro Paese e perci¨° non mi piace la piega che hanno preso le cose. Nel calcio c’¨¨ un aspetto fondamentale: allo stadio ¨¨ sempre una minoranza a manifestarsi in maniera becera. La maggioranza non segue certi comportamenti, e in gran parte dei casi li disapprova. Per¨° la tendenza ¨¨ sempre quella di dar risalto ai violenti, anche perch¨¦ gli altri restano in silenzio. Bisogna che le persone positive si facciano sentire, vanno incitate a prendere posizione altrimenti non resta che il rumore dei violenti e finiamo per credere che ci siano solo loro, che quello sia il pensiero dominante e che non si possa far nulla per fermarlo e combatterlo”.
Il calcio dovrebbe fare di pi¨´?
“Certamente. ? troppo timido, in tanti hanno paura a farsi sentire e a impegnarsi. Invece il movimento dovrebbe sfruttare molto di pi¨´ l’enorme cassa di risonanza e le proprie capacit¨¤ di comunicazione. Il calcio ¨¨ in grado di parlare a tantissime persone. E il discorso razzista va bloccato a tutti i costi perch¨¦ ¨¨ estremamente pericoloso: sbocca sempre nella violenza, sempre. ? un discorso di morte. Perch¨¦ ¨¨ un discorso che dice: ‘Lui non ¨¨ come noi. Noi siamo migliori. Noi siamo legittimati, lui no’. Ed ¨¨ facile arrivare a pensare che l’altro possa essere addirittura eliminato. Il calcio non pu¨° restare a guardare, a far finta di niente quando il razzismo attecchisce negli stadi”.
Lei lavora con la Fondazione del Barcellona in programmi di aiuto ai migranti, questione che le sta a cuore come il tema del razzismo: il ponte ¨¨ immediato.
“Ascolto i politici italiani dichiarare ‘bisogna lasciare i migranti sulle navi’: vuol dire che bisogna lasciarli morire. E come possiamo difendere l’idea che si possano lasciar morire delle persone? ? di una gravit¨¤ enorme. E se la si accetta, l’idea che si possano lasciar morire delle persone trasforma chi prende la decisione in assassino. Se si ¨¨ pronti a far morire delle persone ora considerate lontane poi si sar¨¤ pronti a lasciar morire anche persone pi¨´ vicine. Per questo bisogna essere chiari e non andare in quella direzione. Come si pu¨° arrivare a pensare che certe persone siano illegittime in un luogo? Cosa ci pu¨° portare a pensare che noi abbiamo dei diritti e altri no? Pensando cos¨¬ ci rinchiudiamo in una gabbia le cui pareti sono nazionalit¨¤, pelle e religione. Dobbiamo imparare di nuovo a vedere le altre persone prima di tutto come esseri umani. Perch¨¦ prima di essere un migrante quella persona ¨¨ un essere umano, come noi”.
Come si ¨¨ arrivati a questa situazione?
“Ci sono politici che giocano su questo terreno: che parlano continuamente male dei migranti e instillano la paura nella societ¨¤ perch¨¦ tutti noi quando abbiamo paura non riflettiamo bene, non pensiamo con calma. Per questo penso che i partiti politici che strumentalizzano le difficolt¨¤ di uomini e donne siano pericolosi. Viviamo in una societ¨¤ in cui bisogna proteggere e coltivare la solidariet¨¤: chi ¨¨ incapace di tendere la mano accetta l’ineguaglianza nella sua stessa societ¨¤. E accetta che la sua sia una societ¨¤ violenta. Se hai dei politici che attizzano l’odio verso altri esseri umani quello stesso odio si diffonde in altre parti della societ¨¤, ne diventa parte integrante. Se non accetti l’altro, se sei violento con l’altro per una questione di colore, origine o religione ¨¨ normale che questa violenza si sviluppi anche in altre parti della societ¨¤, pi¨´ vicina alla tua realt¨¤ quotidiana. Come il calcio. Bisogna fare grande attenzione perch¨¦ in un momento dato la violenza ti supera, diventa incontrollabile”.
Recentemente si ¨¨ posto una domanda: in che mondo viviamo? Che risposta si ¨¨ dato?
“Viviamo in un mondo assurdo. ? come se fossimo tutti su una sola grande barca che ha una falla enorme a poppa, con quelli che sono a prua che pensano che la falla non li riguardi. ? assurdo: dovremmo proteggere la barca, che ¨¨ il mondo nel quale viviamo, perch¨¦ siamo tutti legati anche se certe persone pensano che non sia cos¨¬”.
Filippo Maria Ricci
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