Il direttore Andrea Monti traccia la linea della Gazzetta di fronte alle barbarie successe dentro e fuori San Siro in occasione di Inter-Napoli. Combattere l'ignoranza ¨¨ la partita pi¨´ difficile. Non ¨¨ pi¨´ sopportabile la retorica dei buoni propositi
Il difensore del Napoli Koulibaly ¨¨ stato vittima di continui buuu razzisti durante Inter-Napoli. Ansa
Buio a San Siro. Milano la scintillante, la citt¨¤ che pensa a se stessa come una stella cometa di modernit¨¤, proprio nella notte di Santo Stefano ha vissuto la sua ora pi¨´ oscura da qualche anno a questa parte. Doveva essere la festa natalizia del calcio. ? andata in scena una vergogna e il bilancio ¨¨ una terribile sconfitta per tutti. Koulibaly espulso mentre rimangono comodi in tribuna i dementi che per novanta minuti hanno bersagliato lui e gli altri napoletani con buuu e cori razzisti. Fuori dallo stadio, prima della partita, scontri e accoltellamenti. Li scatena una sorta di internazionale ultr¨¤, e questo ¨¨ un dato ulteriormente preoccupante: un gruppo di delinquenti travestiti di nerazzurro cui prestano manforte gli amici gemellati di Varese e di Nizza, armato di bastoni, coltelli e persino una roncola, ordisce un vero e proprio agguato. Ci scappa il morto, naturalmente, e non solleva le coscienze la biografia, o la fedina penale, della vittima. Ultr¨¤ di destra pluridaspato, campione di "giacca e coltello", padre di famiglia e figlio di una concezione cupa e violenta dell'esistenza, Daniele Belardinelli resta un poveraccio probabilmente travolto dalla propria furia cieca oltre che dal terrore di chi stava scappando. In ogni caso una vittima di un pauroso vuoto culturale che va allargandosi nella societ¨¤ oltre che negli stadi. C'¨¨ poco da aggiungere. Solo una sintetica riflessione sul day after in modo che la posizione del giornale sia chiara ai lettori.
le reazioni —
A botta calda ho sostenuto che la partita andava sospesa dopo il primo richiamo. Senza se e senza ma. Lo stadio non sar¨¤ mai una sala da the, ma non per questo deve diventare una latrina. Dura ma inevitabile quindi la chiusura di San Siro, accettata con saggezza dall'Inter anche se per i milanesi, e non solo, ¨¨ una tristezza immensa. Giusta anche se sofferta la decisione di non fermare il campionato perch¨¦ punire l'intero calcio italiano non avrebbe avuto senso. Sacrosanta la stretta sugli ultr¨¤ annunciata dal questore Cardona e dal Governo purch¨¦, come in passato, i buoni propositi non finiscano nel dimenticatoio. E qui potrebbe aiutare assai il ministro Salvini se volesse gentilmente astenersi dal fraternizzare con i pregiudicati: la realt¨¤ non ci ha messo molto a sgonfiare il suo compiacimento (a proposito, chi rappresentano i "responsabili delle tifoserie" che ha intenzione di invitare al tavolo del Viminale?). No, non c’¨¨ il popolo dietro chi fischia il nero o il terrone. N¨¦ il popolo marcia coi violenti. Ogni persona di buon senso sa che nella notte di San Siro non abbiamo assistito a due episodi separati: i cori dentro e i coltelli fuori sono uniti da un filo rozzo e tenace. L'intolleranza, ovvero l'idea profondamente radicata in ogni svolta oscura della storia secondo cui chi non la pensa come te, chi non appartiene al tuo branco, chi ha pelle o religione diversa da te ¨¨ un nemico. Combattere l'ignoranza ¨¨ la partita pi¨´ difficile. Si pu¨° cominciare dal calcio, il nostro gioco pi¨´ popolare. Occorre agire sul piano culturale e istituzionale. Non basta chiedere ai club di spezzare ogni legame con gli ultr¨¤, bisogna sostenerli oltre che, nel caso sgarrino, punirli severamente. Certamente non ¨¨ pi¨´ sopportabile la retorica dei buoni propositi. Il dialogo, cos¨¬ come la comprensione dei fenomeni, ¨¨ essenziale ma ricordiamoci sempre che il calcio inglese non ¨¨ diventato uno spettacolo planetario per magia. Margaret Thatcher e le sue leggi durissime lo hanno forgiato cos¨¬. Impariamo la lezione: finch¨¦ gli stadi non smetteranno di essere zone franche, contro gli intolleranti, tolleranza zero.
Andrea Monti
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