"Apriremo subito con gli arbitri di porta, siamo pronti a partire, una cosa che non č riuscita ad alcuna federazione al mondo". Lo ha detto il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, nel corso della consueta conferenza stampa di inizio stagione, che chiude il raduno congiunto degli arbitri della Can A e Can B al Centro Tecnico di Coverciano.

Marcello Nicchi, presidente dell'Aia. Ansa

cattivi esempi — "Stiamo per vivere una stagione normale, che non ci riserva alcun tipo di preoccupazione, bensė tante novitā. Dal punto di vista tecnico-arbitrale siamo pronti, siamo sereni, preparati. Č una stagione che ha un obbligo, quello di portare esempi positivi - prosegue Nicchi -. Purtroppo l'annata non č iniziata secondo gli auspici. La gente č stufa di sentire parlare di calciopoli, scommessopoli e di tutto ciō che non č calcio giocato. Basta vedere cose come le risse di Udine, la consegna delle maglie di Genova, il non ritiro dei premi a Pechino".

rispetto — L'atteggiamento dell'Aia sarā ben chiaro fin da subito: "Noi non saremo in polemica con nessuno ma non siamo nč ciechi, nč sordi - avverte Nicchi -. Quando si cerca di addossare a un arbitro responsabilitā che non abbiamo, noi non ci stiamo. La partita la rovina un professionista che manda a quel paese gente che č preposta a far rispettare le regole. Noi non ci stiamo, quando un calciatore si comporta in un certo modo sa che verrā buttato fuori dal campo. Gli errori li faremo ma il rispetto di chi lavora, dei tifosi deve essere inattaccabile. Spero che tutti abbiano capito che dobbiamo voltare pagina. Siamo la Federazione che č arrivata alla finale di un Europeo dove ci davano tutti per morti, abbiamo le risorse per non distruggere qualcosa che appartiene a tutti".

meeting — Il dialogo con le varie parti che compongono il mondo del calcio si rende necessario: "Vogliamo cominciare a confrontarci sempre di pių con giocatori e allenatori spiega Nicchi -. D'accordo con il presidente dell'assocalciatori Damiano Tommasi, stiamo pensando di istituire un meeting fra mondo arbitrale e le altre componenti del calcio nei prepartita. Prendere un caffč insieme, per conoscerci e spiegarsi. Adesso no, non subito, non č il tempo, ma vogliamo arrivarci per trovare una volontā di crescita e sviluppo condivisa fra le diverse componenti".

Giancarlo Abete, presidente della Figc. Imagoeconomica

LE PAROLE DI ABETE — Il presidente della Figc Giancarlo Abete, nel corso della consueta conferenza stamp di inizio stagione, che ha chiuso il raduno congiunto degli arbitri a Coverciano, č tornato sulle nuove polemiche legate a scommessopoli. Abete proporrā la conferma per il prossimo quadriennio di Stefano Palazzi alla Procura federale, Gerardo Mastrandrea alla presidenza della Corte federale e Sergio Artico alla guida della Disciplinare. "La fiducia nei confronti degli organi di giustizia sportiva č massima, queste realtā vanno rispettate - ha spiegato Abete -. Un giudice puō come tutti giudicare bene o male, tutti possono criticare, ma va riconosciuta la funzione della giustizia che non č appiattita sugli interessi. Chi attacca - ha aggiunto Abete - non sa che la separazione dei poteri č garanzia di democrazia anche nello sport. Ognuno si assume le proprie responsabilitā: il calcio non e proprietā privata, il miglioramento delle persone nel calcio deve essere fatto a 360 gradi e non bisogna bypassare le competenze federali. Noi - ha proseguito Abete - vogliamo essere una federazione rispettosa delle regole, non accettiamo chi alimenta tensioni e fazioni. Le parole pronunciate ieri dal presidente Petrucci sono altamente condivisibili. Tutto si puō migliorare, ma bisogna conoscere i fondamentali delle regole. Se non si conosce quello di cui si parla, si corre il rischio di dire cose che non stanno nč in cielo, nč in terra". Il numero 1 della Figc ha proseguito: "Non c'č stato nessun accanimento nei confronti di Antonio Conte che č stato giudicato da un organo di giustizia sportiva e che deve mostrare rispetto. Č comprensibile che ci sia una sofferenza in relazione a una situazione comunque traumatica, ma questa non deve prevalere sul rispetto degli organi di giustizia sportiva che sono chiamati a un compito improbo che č quello di dare dei giudizi e che hanno qualitā professionale idonea per farlo. La critica č pių che legittima purchč avvenga nel rispetto della funzione della giustizia sportiva e senza pensare che ci possa essere un accanimento che non ha motivo di esserci per nessun tesserato".