Italia campione del mondo
La notte più bella: 11 luglio 1982
Milano, 11 luglio 2012
Trent'anni fa gli azzurri fecero impazzire tutto il Paese: che magie a Madrid. La Gazzetta le ricorda con un libro di 160 pagine con testi inediti e articoli dell'epoca
“Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!”. La voce di Nando Martellini esce dallo stadio Santiago Bernabeu di Madrid ed entra in milioni di case azzurre. È l’11 luglio del 1982, trent’anni fa. L’Italia vince il Mundial, comincia una notte che non sembra finire mai. È una delle notti più belle del nostro calcio.
- La storica partita di scopone tra Zoff, Causio, Pertini e Bearzot con la coppa al centro del tavolo
Guai azzurri — Parte da Alassio, mercoledì 19 maggio 1982. L’Italia di Enzo Bearzot entra alla Puerta del Sol, hotel di lusso, gran bel nome spagnolo. Porterà bene, si scrive. La Nazionale è sempre molto amata, ma il percorso mondiale è tormentato. C’è anche Paolo Rossi, tornato in campo con la Juve dopo due anni di squalifica per lo scandalo delle scommesse. La convocazione di Pablito fa molto discutere. La critica e l’opinione pubblica si spaccano in partiti, “pro e contro”. C'è chi spinge Roberto Pruzzo, centravanti della Roma. Chi invece vorrebbe il fantasista dell’Inter Evaristo Beccalossi. Insomma, molto fermento. Anche per le non esaltanti partite di avvicinamento al Mundial.
L’uomo di frontiera — Dieci giorni di ritiro “italiano”, poi venerdì 28 maggio amichevole a Ginevra contro la Svizzera. Dovrebbe essere un buon banco di prova, si trasforma in un pareggino (1-1) con un gol di Cabrini nel finale. La partita è più dura del previsto, le critiche pure. Ma Bearzot dice: “Va bene così. Certo, si poteva fare meglio. Ma il gruppo c’è, lo vedo bene, sarà questa la nostra forza”. Bearzot è un uomo tenace, un buon condottiero. Onesto e leale, chiede e dà rispetto. Enzo, detto il Vecio, è un sincero uomo di frontiera, un secondo padre per molti giocatori.
- Dino Zoff, capitano della Nazionale campione del mondo
Previsioni nere — Il gruppo lo segue. Il gruppo parte da Roma per la Spagna mercoledì 2 giugno. Le previsioni sono nere. I giornali pubblicano un sondaggio dell’Istituto Gallup, svolto in 19 Paesi del mondo: abbiamo l’1% di probabilità di successo finale, come Perù e Cile. Favorito è il Brasile: “La coppa del Mondo è quasi sua”. A Villa Pamphili Bearzot è insultato da una ragazza, tifosa di Beccalossi. Si chiama Anna, ha 20 anni e urla: “Bastardo! Scimmione!”. Bearzot reagisce con uno schiaffo: “Come ti permetti! Potrei essere tuo padre...”. All’aeroporto è raggiunto dalla ragazza in lacrime. Chiede scusa e poi si fa fotografare con il c.t. Enzo è dispiaciuto e dice: “Io accetto tutte le critiche ma non le offese”. Lei risponde: “Mi scusi ancora, ma sono la figlia ribelle di una famiglia perfetta”.
La Casa del Baron — Gli azzurri raggiungono la Casa del Baron di Pontevedra a Vigo. La chiamano la gabbia d’oro. È un palazzo del ’500, antica residenza del conte Maceda. Bearzot occupa la stanza 101, quella che aveva già ospitato Juan Carlos di Borbone ai tempi dell’accademia navale. Il direttore dell’hotel dice orgoglioso a Bearzot: “Qui sono passati tutti i grandi di Spagna, dal re al generalissimo Franco, da Julio Iglesias al torero Cordobes. Voleva venirci il Perù, ma noi abbiamo scelto l’Italia”. Bearzot, ironico, risponde: “Viva l’Italia, forza azzurri!”. Alla Casa del Baron i controlli sono rigidissimi, si temono attentati dell’Eta. Gli azzurri sono un bersaglio di grande richiamo mediatico. Tutti hanno la scorta. Più di 120 agenti, in divisa e in borghese (con la P38 sotto il maglione), si muovono armati all’interno. Sono uomini dei servizi segreti e della Policía nacional. Sui tetti dei palazzi circostanti tiratori scelti sono pronti a far fuoco per proteggere il buen retiro degli azzurri.
Putiferio Italia — Ma non sarà un buon ritiro. Il collaudo di Braga non è convincente, il presidente della Federcalcio, Sordillo, attacca: “Se l’Italia è questa, torneremo subito a casa”. I titoli dei giornali: “Nazionale un inferno”. “Baraonda azzurra”. “Putiferio Italia”. L’osservatore Gianni Rivera, uno che di calcio ne capisce, frena: “Calma, è soltanto una partitella. Contro la Polonia e le altre avversarie sarà diverso”.
- Marco Tardelli e Claudio Gentile esultano dopo il 2-0
Silenzio stampa — Non sarà diverso, nella prima parte. Si comincia male: discreto 0-0 con la Polonia. Bruttissimo 1-1 col Perù. Stentato 1-1 col Camerun. Qualifica con il fiatone, polemiche roventi, Paolo Rossi sotto tiro: “È un fantasma, farlo giocare è un bestemmia”. Il rapporto con i media si logora. “La goccia che fa traboccare il vaso” sono le voci sulla “affettuosa amicizia” fra Paolo Rossi e Cabrini. Il grande Pablito lo ricorderà nel suo libro, Il mio mitico mondiale: “Cabrini a un certo punto fu addirittura dato per mia fidanzata (io facevo l’hombre, lui la muchacha) solo perché una mattina ci affacciammo in pigiama alla finestra della nostra camera d’albergo di Vigo…”. Prima del trasferimento nel caldo di Barcellona scatta il “silenzio stampa”. Diventerà il più famoso nella storia del calcio. Parlano solo Bearzot (che difende il suo gruppo) e il capitano Zoff.
Girone della morte — L’Italia è attesa nel “girone della morte”. Ci aspettano l’Argentina campione del mondo e l’immenso Brasile. Previsioni? Nerissime: subito a casa. E invece battiamo l’Argentina e la Gazzetta titola: “Per favore ragazzi state ancora zitti”. Poi il Brasile contro Zico e Falcao. E qui spunta Pablito, il meraviglioso Paolo Rossi. Tre gol, fantastica Italia, shock Brazil. Quel 3-2 è ancora ricordato, laggiù nel Paese del calcio, come “la tragedia del Sarrià”. Pablito batte anche la Polonia di Boniek in semifinale 2-0, due gol.
La storia — Poi la finale, l’11 luglio 1982. Trent’anni oggi. Rileggiamo la prima pagina della Gazzetta: Italia-Germania 3-1. Campioni del Mondo! L’articolo di fondo di Gino Palumbo: Bearzot come Pozzo. Pablito oscura Maradona e Zico. Il Vecio è portato in trionfo. La foto di Zoff che alza la coppa: nel sorriso del portiere azzurro c’è la gioia di tutti gli italiani. È cambiato il mondo, sono cambiati i mondiali, sono cambiati gli italiani, è cambiato il calcio. Ma il sorriso di Dino, di Gaetano Scirea, del presidente Pertini, di Bearzot e dei ragazzi dell’82 che fecero l’impresa rimane. Nella memoria e, come cantava Lucio Battisti, nel cuore e nell’anima.
Germano Bovolenta© RIPRODUZIONE RISERVATA
PIÙ LETTI
Premier League, Everton-Arsenal 2-1,
Chelsea, Conte si fa umile: "Noi in vetta? Io non
Buffon-Gladbach, allora è amore! Ecco la foto di
Pallone d'oro, Ronaldo su Messi: "Se giocassi con
Man City, Yaya Touré patente ritirata: "Ma non so
PIÙ commentati
Juve-Inter 1-0, Cuadrado decide con un missile
939 risposte - ultima risposta 13:46
Moviola, Juve-Inter: Lichtsteiner rischia più di Mandzukic
467 risposte - ultima risposta 14:18
Inter, Moratti: "Com'è andata con Rizzoli? Mi sono arrabbiato anch'io"
332 risposte - ultima risposta 14:17
Milan, Montella: "Crisi solo di risultati. Bacca? Forse ce l'aveva con se stesso"
142 risposte - ultima risposta 23:04
Milan, i tifosi contro Bacca dopo la polemica: "E' come giocare in 10"
136 risposte - ultima risposta 12:53