Il procuratore Stefano Palazzi, nella requisitoria davanti alla Corte Disciplinare, che si è nuovamente riunita nella mattinata del 6 giugno, dopo la sospensione del 19 maggio, per la richiesta, respinta, di ricusazione della Corte stessa da parte dei legali di Luciano Moggi, ha ribadito la richiesta di preclusione dell'ex d.g. bianconero. "È una decisione importantissima perché servirà a restituire un po' di memoria a fatti che potrebbero essere dimenticati. Fatti di una gravità estrema che hanno scosso il nostro sistema e che non devono essere dimenticati per questo richiedo la preclusione di Moggi. Il comportamento di Moggi in questo periodo non può essere valutato in maniera positiva perché, come risulta da comunicati ufficiali, ci sono comportamenti da cui risulta che abbia continuato ad avere rapporti con tesserati".
Pronta la replica della difesa, per bocca di Paco D'Onofrio, il primo degli avvocati difensori di Luciano Moggi: "La richiesta di preclusione, paradossale, è assolutamente destituita di fondamento e chiediamo che venga respinta - dice -. Quando c'è Moggi di mezzo c'è sempre un'anomalia. Vi sembra logico che dopo 58 mesi si debba andare a riesumare una sentenza mai evasa?". Il legale, poi, ripercorre le tre sentenze del 2006 sottolienando che quelle in quelle sentenze "c'è un vizio di parzialità e superficialità viste le nuove prove che poi sono venute fuori nel corso del processo di Napoli. Delle condanne frettolose e sommarie le intercettazioni di allora erano basate su una visione parziale della procura di Napoli. Dal 2006 a oggi cosa hanno fatto gli inquirenti?".