L'ex centrocampista della Juventus racconta il suo rapporto speciale con l'amico, che ha recentemente rivelato la sua lotta contro un tumore
Dino Baggio alla Juventus, esultante dopo il suo secondo gol nella finale di ritorno della Coppa Uefa 1992-1993. Getty
“Hai sentito di Luca? Sta male”. “Ma chi? Vialli?”. “S¨¬”. A quelle parole, il sangue di Dino Baggio s’¨¨ gelato. Stava cenando con le leggende juventine durante una tourn¨¦e cinese dedicata ai grandi ex, e la notizia gli ¨¨ piombata addosso come un pugno allo stomaco. “Quando sento dire che qualcuno sta male, il 99% delle volte significa che ha un tumore. Ma Gianluca combatter¨¤ come sempre, col carattere di sempre”.
Dino, il suo rapporto con Vialli ¨¨ speciale.
“S¨¬. E pensare che un uomo tanto maniacale nella cura del proprio corpo venga attaccato dalla malattia cos¨¬ giovane, beh, mi lascia senza parole. ? la dimostrazione che ogni momento della vita va vissuto al massimo, perch¨¦ non sai mai cosa pu¨° accadere”.
Voi di momenti ne avete condivisi tanti.
“Da ragazzi avevamo legato. Quando eravamo scapoloni impenitenti, ne abbiamo combinate parecchie insieme. Come tanti altri calciatori, tanti ragazzi normali. Era bello”.
Il rapporto ¨¨ continuato anche dopo la fine dell’esperienza alla Juve?
“S¨¬, tanto che nel ’96, quando Gianluca divent¨° allenatore del Chelsea, mi chiam¨° per chiedermi di seguirlo a Londra. Sar¨° sincero, il mio avvio nel Parma non fu straordinario, quindi considerai l’idea di andare in Premier League. Ma il club blocc¨° tutto e, col senno di poi, ¨¨ stato meglio cos¨¬”.
L’amore con Parma ¨¨ sbocciato poco alla volta, quindi.
“Oggi ricordo quegli anni come i pi¨´ belli della carriera. Era impossibile non stare bene l¨¬. E poi eravamo fortissimi. Se non abbiamo vinto lo scudetto ¨¨ perch¨¦ in quegli anni era difficile competere con la Juve, per tanti motivi”.
Per¨° uno scherzo alla Juve l’ha combinato, proprio a San Siro, dove il Parma va a giocare domani.
“La finale di Coppa Uefa vinta in quello stadio ¨¨ magica. Segnai sia all’andata che al ritorno. E segn¨° anche Vialli, ma non bast¨°".
Al Meazza ha vinto anche una Supercoppa italiana, contro il Milan.
“E adesso c’¨¨ di nuovo Milan-Parma, sono curioso di vedere dove potranno arrivare Gattuso e D’Aversa”.
Le piacciono i due allenatori?
“Rino ¨¨ fantastico e Roberto sa dimostrando il suo valore. Gli ex centrocampisti hanno qualcosa in pi¨´, quando allenano… forse ¨¨ perch¨¦ quel ruolo ti aiuta a comprendere meglio tutti gli aspetti del gioco”.
Lo dice in quanto parte in causa?
“Ma no, io oggi alleno gli Under 17 a Montebelluna… ho riscoperto la passione per l’insegnamento ai giovani. Devono capire che nulla si ottiene senza sacrificio, oggi mi sembra di parlare con degli zombie, pensano che basti giocare con le scarpe di CR7 per sfondare. E cos¨¬, tra l’altro, sto vicino ai miei figli Alessandro e Leonardo. Giocano entrambi”.
Dove arriveranno Milan e Parma?
“Il Milan ¨¨ all’inizio di un progetto, ¨¨ stato importante aver riportato in societ¨¤ uomini di calcio come Leonardo e Maldini. Al Parma auguro l’Europa, ma pi¨´ realisticamente pu¨° puntare a una salvezza tranquilla”.
E la Nazionale quanto tempo impiegher¨¤ a tornare in alto?
“Temo ci vorranno diversi anni. Mancini fa quel che pu¨°, ma mancano facce giovani anche tra chi governa il calcio. Quando giocavo in Nazionale eravamo 11 titolari fortissimi incalzati da riserve dello stesso livello. Oggi, invece, gli azzurri che non vanno al Mondiale sono lo specchio di un Paese che costringe i suoi migliori giovani a emigrare. Svegliati, Italia. Cos¨¬ ¨¨ un peccato”.
Stefano Cantalupi
© RIPRODUZIONE RISERVATA