La legge sui mandati esclude diversi nomi: tra gli esclusi, il presidente della Lazio e quello dell'Associazione arbitri
Un terremoto scuote la vigilia elettorale del calcio italiano. A tre settimane dal voto, fissato per luned¨¬ 22 ottobre all'hotel Hilton di Fiumicino, il Collegio di garanzia del Coni, cui il regolamento elettorale conferisce un ruolo di vigilanza, fornisce i propri pareri in merito all'interpretazione della legge numero 8 del 2018, la famigerata legge sui mandati. In base alle nuove norme entrate in vigore a febbraio, la carriera dei dirigenti sportivi, di Coni, federazioni, discipline associate ed enti di promozione, non pu¨° superare i tre mandati. Solo chi era in carica al momento dell'entrata in vigore del testo, pu¨° allungare un altro mandato. Non ¨¨ il caso della Figc, che a febbraio non aveva un Consiglio in carica ed era rappresentata unicamente dal commissario Roberto Fabbricini. Motivo per cui, chiarisce il Collegio di garanzia, tutti coloro che hanno gi¨¤ raggiunto il limite di tre mandati non possono ripresentarsi.
i nomi —
? la scure che ha tagliato Giancarlo Abete dalla corsa alla presidenza federale e che esclude un altro mandato in Consiglio per un lungo elenco di noti dirigenti: Damiano Tommasi e Umberto Calcagno per l'Aic, Renzo Ulivieri per l'Aiac, Gabriele Gravina per la Lega Pro. Attenzione, Gravina non pu¨° farsi eleggere consigliere federale ma pu¨° concorrere alla Presidenza, essendo due organi diversi. Particolare il caso di Claudio Lotito. Il Collegio ha bocciato la sua posizione. Il presidente della Lazio era stato eletto consigliere federale per la Lega di A il 28 maggio scorso, quando gi¨¤ la legge era in vigore (in questi casi, chiarisce il Coni, non vale l'irretroattivit¨¤). Porte chiuse - ed ecco la clamorosa novit¨¤ - anche al presidente dell'Aia Marcello Nicchi, che ha ampiamente superato i tre mandati, seppure come
membro di diritto in Consiglio. La legge non intende fare distinzioni con i membri eletti, perci¨° il rischio ¨¨ che l'Associazione italiana arbitri debba cambiare il suo presidente se vuole continuare ad essere rappresentata in Consiglio federale. Un altro caso clamoroso.
Alessandro Catapano
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