Insieme hanno vinto lo scudetto a Varese nel 1999, con la maglia azzurra hanno condivise tante esperienze. Una di queste ¨¨ l’avventura al Mondiale del 1998 in Grecia con l’Italia arrivata fino ai quarti di finale e poi battuta dagli Usa. Oggi il Poz ¨¨ il ct della Nazionale, Sandro De Pol ¨¨ il talent della Rai per le partite del torneo iridato a Manila.
l'intervista
De Pol: "Nel '98 vinsero gli Usa. Ora vendicateci, vi dico come..."
L'ex azzurro che con il c.t. ha condiviso la vittoria dello scudetto a Varese e il Mondiale in Grecia: "Questa Nazionale ha il nostro stesso spirito di gruppo. E che bravo Pippo Ricci"
Che avventura ¨¨ stata quella del 1998?
“Una bellissima esperienza anche se quella volta Team Usa non aveva giocatori Nba ma giocatori americani impegnati nei campionati europei. Negli anni per¨° ho la convinzione che il divario tra Nba e resto del mondo si ridotto considerevolmente. Le altre nazioni hanno preso sempre pi¨´ confidenza e lo si ¨¨ visto domenica con il successo della Lituania, una squadra molto solida, contro la squadra americana”.
Cosa rivede in questa squadra della Nazionale del 1998?
“Lo spirito di gruppo. Allora c’era un nucleo che negli anni seguenti ha regalato tante soddisfazioni all’Italia. C’era Gianmarco, Meneghin, Galanda, Basile, Myers, Fucka, un gruppo che si stava cementando. Nel 1999 vinciamo l’Europeo, nel 2003 arriva il bronzo. E poi l’Italia sale sul podio ad Atene. Rivedo la voglia di aiutarsi reciprocamente, quell’essere legati fuori dal campo che spesso viene sottovalutato e che invece il Poz chiede. Se stai bene insieme fuori dalla palestra poi in campo ti sbatterai il doppio per aiutare un tuo compagno”.
C’¨¨ un giocatore in cui si riconosce?
“Questi sono giocatori che hanno fatto tanto e bene, non ¨¨ giusto far paragoni. Se mi dici uno che mi piace dico Pippo Ricci, mvp contro Portorico. Un giocatore che ha dimostrato che con il lavoro ¨¨ cresciuto anno dopo anno aggiungendo ogni stagione qualcosa al proprio bagaglio”.
Come si pu¨° fermare Team Usa?
“Giocando con intelligenza, tenendoli sotto ritmo. Tatticamente hanno pochi concetti: corrono, sono grandi atleti e bisogna essere pronti in difesa a non lasciare i compagni nell’ uno contro uno. In attacco bisogna sfruttare le situazioni di vantaggio dei lunghi dal momento che fin qui gli Usa hanno scelto di cambiare su ogni blocco”.
Come giudica fin qui il lavoro dell’amico e coach Pozzecco?
“Gli voglio molto bene ma comunque sta dimostrando di saper leggere bene le situazioni e sa cosa fare in ogni momento. Questo a prescindere da tutto il contorno. L’arrosto c’¨¨ ed ¨¨ molto sostanzioso e succulento. E poi ha un segreto: i giocatori sentono la fiducia e lo ripagano di questo. C’¨¨ qualcuno che sta giocando a un livello tale che non vediamo nel club. Questo perch¨¦ sa che se sbaglia avr¨¤ una nuova occasione la partita dopo”.
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