Vazzoler il ritorno di Treviso in A: “Come il cammino di Santiago”
C’¨¨ ancora un cordone ombelicale che collega l’epopea Benetton alla “nuova” Treviso che luned¨¬ sera, vincendo gara-3 a Capo d’Orlando, ¨¨ risalita in Serie A dopo 7 anni di oblio raggiungendo Fortitudo Bologna e Virtus Roma nel massimo campionato dove un tempo la “vecchia” Treviso dominava e vinceva scudetti. Quel cordone si chiama Paolo Vazzoler, trevigiano doc, prodotto dei canestri della Marca dai tempi eroici di Mario De Sisti fino a quelli magici di Kukoc e Del Negro (“la mia storia dice che ho lasciato la Benetton per fare posto a Toni: fa un po’ ridere per un gregario come me” dice). Manager d’azienda, ¨¨ diventato il presidente dell’Universo ripartita dalla Promozione nell’autunno del 2012 dopo l’addio della Famiglia “a colori uniti”. Vazzo (¨¨ il suo nomignolo) ¨¨ andato in missione riportando Treviso dove merita, col sostegno di uno sponsor fedele e la spinta dei 5mila tifosi del PalaVerde. Il sistema di coach Menetti (un big silenzioso) e la squadra di italiani sempre sul pezzo hanno fatto il resto.
Presidente ci credeva nel 2012 che sarebbe tornato in A?
“All’epoca il pensiero generale era che entro un anno, acquisendo un diritto, saremmo tornati su. Ma invece siamo rimasti col cerino in mano e abbiamo dovuto ripartire da zero. In Promozione al “Natatorio” ci seguivano 1200 tifosi, giocavamo con gli Under, ultimo regalo di Gilberto Benetton, e vecchie glorie come Pittis, Coldebella, Minto. La passione per il basket in citt¨¤ era ancora viva, Serviva la scintilla”.
Sono stati anni duri?
“No, li abbiamo vissuti col sorriso. Per me, ¨¨ stato come percorrere il Cammino di Santiago. ? pi¨´ bello il viaggio per arrivarci che la meta. Quando, dopo avere acquisito i diritti di Corato per fare l’A-2 Silver, abbiamo visto il PalaVerde riempirsi come una volta, ci siamo convinti che eravamo sulla strada giusta”.
Quest’anno con le tre promozioni in A era d’obbligo provarci...
“In passato avevamo fatto sempre bene fallendo i playoff. C’era continuit¨¤ di risultati ma ci mancava sempre l’ultimo guizzo. In estate ho chiesto alla squadra almeno di arrivare in finale. Per tutta la stagione regolare siamo stati sulla scia della Fortitudo, nei playoff abbiamo iniziato faticando. Capo d’Orlando ha avuto sfortuna nella finale con tutti quegli infortuni ma anche noi abbiamo lasciato fuori Logan 5 partite nei playoff”.
Logan chiamato in corso d’opera vi ha cambiato la vita?
“Lui e anche Severini hanno portato quello che ci mancava fuori e dentro l’area, talento ed energia. Ma la nostra forza ¨¨ stata il gioco di squadra e la difesa. Coach Menetti ha fatto un grande lavoro tecnico e mentale. In A ripartiremo da Max (ha altri due anni di contratto) e dal prodotto interno: Imbr¨°, Tessitori, Alviti e Uglietti, il Vazzoler 4.0, hanno fatto benissimo. Faremo il 5+5 proprio per difendere il lavoro portato avanti con i nostri italiani”.
Sponsor e Universo sono complementari?
“De Longhi ci segue dalla Promozione, poi c’¨¨ il consorzio di 150 aziende che detengono quote incedibili. Insieme coprono il 50% dei costi. La societ¨¤ ¨¨ sana. Quest’anno il budget ¨¨ stato di 2.6 milioni. In questi 7 anni non lo abbiamo mai sforato. Presto faremo il piano economico per la nuova stagione”.
La nuova Treviso ha preso le distanze dalla vecchia?
“Non c’¨¨ stato un distacco vero ma l’operato di un famoso dirigente, al momento dell’addio di Benetton, ha creato disagi e antipatia. Non possiamo dimenticare quello che di bello ha fatto il signor Gilberto. La differenza ¨¨ che l’Universo ha riportato il basket alla dimensione del bene comune per tutta la citt¨¤ e non un pi¨´ a quello del bene di famiglia”.
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