Dieci anni fa l'atto formale che consegna Milano allo stilista. Con lui la squadra ha vinto 7 titoli. Da Proli a Gentile fino a Pianigiani. Ecco l'alfabeto biancorosso
Giorgio Armani, 84 anni, proprietario dell'Olimpia Milano festeggia lo scudetto del 2016. LaPresse
A come Armani. Ha riportato Milano al vertice in Italia. Ha deciso di investire nel basket in un momento delicato (al tramonto dell’era dei grandi mecenati) ridando vigore e visibilit¨¤ a tutto il movimento. Vive l’Olimpia soprattutto da tifoso. Unico lo stile con cui incassa vittorie e sconfitte.
B come Bucchi. Il primo allenatore dell’epopea Armani. Dopo di lui Peterson, Scariolo, Banchi, Repesa e Pianigiani. Se si esclude la parentesi Peterson, sono 5 tecnici in dieci anni. Tutti in sella per almeno un biennio.
C come Cerella e Cinciarini. Il primo ¨¨ uno dei giocatori pi¨´ amati (forse il pi¨´ amato) del decennio. Il secondo, l’attuale capitano, quello pi¨´ vincente: ha in bacheca sei dei sette titoli vinti dal club targato Armani.
D come Dan Peterson. L’anello di congiunzione tra passato e presente. Consulente prestigioso e sempre molto ascoltato in societ¨¤. Di nuovo sulla panchina dell’Olimpia nel 2011 dopo 23 anni di inattivit¨¤. Un record.
E come Eurolega. La grande sfida. Rinverdire i fasti del passato significa tornare a primeggiare anche in Europa.
F come Flavio Portaluppi e Forum. Portaluppi ¨¨ stato il dirigente pi¨´ longevo dell’era Armani. Braccio destro di Proli, ha contribuito alla crescita della societ¨¤ non solo sul campo. Forum significa tifosi, il grande valore del club. Nel 2008 erano 3000 di media, dal 2013 ¨¨ il primo pubblico d’Italia per presenze. Il picco nella stagione 2014-2015 con 9500 spettatori di media. Una crescita tumultuosa.
G come Ale Gentile. Il pi¨´ giovane capitano della storia dell’Olimpia. Protagonista dello scudetto 2014 dopo un digiuno lungo 18 anni. Quattro trofei (di cui due scudetti) in 5 stagioni e mezzo. Resta uno dei giocatori simbolo del decennio Armani.
H come Hackett. Il grande acquisto da Siena. Protagonista nel titolo 2014, poi per¨° la sua parabola all’Olimpia diventa meteora. Rimane uno dei migliori playmaker di questi dieci anni.
I come italiani. Il primo colpo fu Luca Vitali nel 2008, poi tutti i big, eccetto Bargnani, Belinelli e Datome, sono transitati dall’Olimpia con alterne fortune. Amedeo Della Valle l’ultimo ad accettare l’intrigante sfida.
J come Jerrells. The Shot. L’uomo del tiro scudetto in gara-6 a Siena nel 2014. Poi il ritorno e l’ultimo titolo targato Pianigiani. Due scudetti in meno di due stagioni. ? nella storia del club.
K come Keith Langford. Uno dei pi¨´ grandi attaccanti visti in Italia nell’ultimo decennio. Protagonista del titolo 2014 e unico giocatore dell’Olimpia nel quintetto ideale dell’Eurolega (2014).
L come Luca Banchi. Il coach che ha riportato lo scudetto a Milano nel 2014, firmando anche la migliore Eurolega del decennio. Impatto trionfale. E tale ¨¨ rimasto.
M come Mini Mamba. Andrew Goudelock, mvp della finale 2018 che ha dato all’Olimpia lo scudetto numero 28. Una sola stagione a Milano, lasciando il segno.
N come Nicol¨° Melli. Arriva a Milano a 19 anni. Cinque stagioni e uno scudetto all’Olimpia, poi la decisione di cambiare aria. Proli lo defin¨¬ ?il grande rimpianto?.
O come otto, la maglia di Mike D’Antoni ritirata dal club in una cerimonia commovente al Forum col grande Mike e tanti protagonisti del passato. Oppure ottanta, come gli anni del club, celebrati nel 2016 con una serie di grandi eventi. L’Olimpia, insomma, non dimentica.
P come Proli. Il grande architetto. Fu lui a chiudere la delicata trattativa con Corbelli, gettando le basi di una ricostruzione che ha fatto dell’Olimpia una societ¨¤ modello. Sette trofei in nove stagioni da presidente. Ora ¨¨ una figura centrale per tutto il movimento.
Q come quarti di finale di Eurolega 2014. Ovvero il miglior risultato in Europa del decennio. Alla Final Four del Forum arriv¨° per¨° il Maccabi Tel Aviv che poi vinse il titolo.
R come Repesa. Il coach dello scudetto numero 27 e pure il pi¨´ vincente dell’era Armani. Quattro trofei in due stagioni. Impatto dominante in Italia, ma con brutti passaggi a vuoto in Eurolega.
S come Simone Pianigiani. Con una squadra profondamente rinnovata centra subito la Supercoppa italiana e lo scudetto numero 28. L’obiettivo ora ¨¨ rilanciare Milano anche in Europa dopo il penultimo posto.
T come Terrell McIntyre. Ovvero uno dei simboli di Siena, la grande rivale del primo lustro. Su quelle sconfitte, anche molto dure, Milano ha saputo costruirsi un futuro.
U come Usa. La tourn¨¦e negli Stati Uniti del 2015 segna un importante riconoscimento in campo internazionale. Milano viene scelta per una doppia sfida col Maccabi allo United Center di Chicago e al Madison Square Garden di New York.
V come ventotto. Ovvero gli scudetti vinti dal club. Gli ultimi tre, come detto, firmati dallo stilista. E ora l’obiettivo ¨¨ quello di cucire la terza stella sulle maglie.
W come win, vittorie. Sette i trofei raccolti in questi dieci anni. Venti ¨¨ il record di vittorie consecutive in campionato (stagione 2014-2017), mentre sette ¨¨ la miglior striscia di sempre in Eurolega (stagione 2013-2014).
X come Exchange, ovvero il marchio AX, che succede ad AJ e a EA7. Le sponsorizzazioni della casa, un binomio vincente in questi dieci anni di basket.
Y come young team. Il club ha rilanciato il vivaio creando anche il minibasket che l’Olimpia non aveva mai avuto e il programma Armani Junior Program che conta un centinaio di club affiliati.
Z come Zanca. Il primo general manager dell’era Armani. Uno dei pionieri della Milano che Giorgio Armani ha voluto e mai lasciato. Nemmeno per un attimo.
Vincenzo Di Schiavi
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