Daniel Hackett, 25 anni. Ciam\Cast

Una tempesta di tiri da tre punti si abbatte su Roma: Siena fa subito saltare il fattore campo, vince 85-76 in trasferta e si porta 1-0 nella finale scudetto. La fotografia della vittoria è David Moss, autore di 6/10 da tre ma anche decisivo, pure nelle zone, a tenere Gigi Datome a 7 punti con soli 7 tiri. Ma questo era ampiamente prevedibile, meno che i campioni d’Italia tirassero col 50% da tre, cosa che li rende praticamente imbattibili (hanno vinto 15 gare su 17 quando hanno superato il 40%, con l’unico dato stonato gara-6 con Varese persa in casa col 50%). E se anche fossero stati battuti, c’era pronto un ricorso perché s’è giocato tutto il secondo tempo senza i cronometri dei 24”, rotti. Non solo: nella parte di campo dove attaccava Siena, i giocatori non erano neppure in grado di vedere il punteggio, coperto dal pubblico. Così, alla cieca, hanno vinto con un’ottima partita dei big three, Moss, Brown e Hackett, autori di 55 degli 85 punti complessivi. Roma ha avuto coraggio di non mollare se non quando la superiorità al tiro senese è diventata insostenibile: il migliore è Lawal (8 rimbalzi, Datome ne prende 9), le cifre di Goss sono gonfiate dagli ultimi canestri fuori tempo massimo.

DIFESA — Con Federica Pellegrini e Filippo Magnini in prima fila per la gioia dei fotografi, Roma resta sui blocchi di partenza della finale. Brown e Moss si abbattono sull’Acea, subito impantanata nelle zone di Banchi. Il 4-14 ricorda sfide scudetto decise dalla Mps nei primi minuti, ma con Roma è diverso. Soprattutto grazie a Taylor che penetra la difesa di Brown e crea per sé e i compagni. Così, arriva un analogo 14-4 di Roma che pareggia all’11’ nonostante l’azione di Moss su Datome tenga l’azzurro a soli 2 punti e 2 tiri nel primo tempo. Arriva anche il vantaggio (24-22) con una tripla di Bailey. Ma le difese di Siena, in versione con 4 piccoli, sono dure da digerire. Ortner segna 6 punti con 5 rimbalzi negli 11’ in cui sta in campo prima del riposo, porta a che Siena +5 prima di una tripla miracolosa di Goss sulla sirena. Brown è già a quota 10, Lawal è a 8: la Mps partita con tre su quattro da tre, prosegue con 1/6. Un guasto ai 24” nel caldo tropicale di un palazzetto inadeguato e ridicolo per una finale ritarda l’inizio della ripresa dando, anche in televisione, l’immagine esatta della nostra lega, incapace di creare un evento nemmeno a volerlo.

SCOSSA — Si riparte con l’indicatore manuale dei 24”, come nemmeno negli anni Sessanta: altro che instant replay. Siena scatta meglio dopo oltre 20’ di stop, subito con due triple di Moss e Brown (40-44), Taylor e Datome reagiscono immediatamente ma, ancora meglio che nel primo tempo, la Mps inizia la ripresa con quattro triple nei primi 5 tentativi, due a testa Moss e Brown, e riscappa (47-54). L’entrata di Ress per la prima volta in campo è fondamentale in difesa per mantenere il vantaggio, ma ancora una volta Roma si aggrappa alla gara (56-59) fino alla terza tripla nel quarto di Moss, la quinta della sua partita. Ma la pioggia di canestri da tre punti di Siena tracima anche nell’ultimo quarto dove si iscrivono anche Kangur , Ress e Hackett: il parziale è di 7/10, la percentuale complessiva oltre il 50%, arriva il +13, la sesta di Moss manda tutti a gara-2 con acredine nei confronti degli arbitri che invece fanno un buon lavoro, anche se Cicoria accende gli animi (come Taurino in gara-7 a Varese) con uno sfondamento lontano dalla palla di Roma. Siena è già a +10, a 2’ dalla fine. Giovedì si replica con l’Acea con le spalle al muro: ripareranno i cronometri?

Roma: Lawal 17, Goss 16, Taylor 15.
Siena: Moss 20, Hackett 18, Brown 17