Ergin Ataman ha allenato Ankara, Karsiyaka, Efes, Ulker, Besiktas e ora il Galatasaray. Se non è tutto l'arco costituzionale del basket turco, poco ci manca. Ataman è uno dei personaggi più rappresentativi di un movimento cestistico che continua a cavalcare il boom degli ultimi anni, fatto di sponsor, denaro, pubblico, impianti e livello alto. Ma il coach conosce anche bene l'Italia: da bambino ha vissuto per qualche anno nella zona di Brescia, sette anni fa ha allenato la Fortitudo e, prima ancora, 12 anni fa, in un biennio a Siena ha aperto la bacheca dei trofei della Montepaschi con la Saporta vinta nel 2002. E' il cicerone ideale per raccontare una settimana di coppe che vedrà Cantù ricevere Karsiyaka in Eurocup e Milano andare visitare l'Efes in Eurolega.

Ergin Ataman è nato il 7 gennaio 1966. Afp

La Top 16 delle squadre turche è iniziata male, 0-3 per tutte e tre. Perché?
“Io parlo per la mia squadra. Siamo riusciti a sopravvivere ai problemi fisici che abbiamo da inizio anno chiudendo secondi la prima fase. Ma a inizio Top 16 abbiamo perso anche i lunghi Aldemir e Mensah-Bonsu, che praticamente non hanno giocato le prime due partite, e nella terza in cui loro rientravano dopo un mese, abbiamo perso per un tiro da tre all'ultimo secondo col Lokomotiv Kuban. Più in generale, a frenare le squadre turche sono le regole sugli stranieri che costringono a schierare due squadre diverse in campionato e in Eurolega. Anche altri allenatori si stanno lamentando tanto: Obradovic al primo anno qui ha subito capito quando queste regole ci danneggiano, così come l'anno scorso Pianigiani”.

Andiamo in ordine cronologico: la prima squadra turca ad affrontare un'italiana questa settimana sarà Karsiyaka, che arriva a Cantù. Che partita sarà?
“Sono due società simili con un grande fattore campo. Karsiyaka è una squadra diversa in casa e fuori, c'è una differenza di 15 punti tra quello che riesce a fare sul proprio parquet o in trasferta. Per questo vedo Cantù favorita”.

Karsiyaka una delle tre intruse, tra le tre squadre di Eurolega, nella lotta per il titolo turco. L'altra è il Banvit, che è davanti a tutti.
“Non è una sorpresa, già l'anno scorso è arrivata in finale contro di noi, quest'anno ha quasi la stessa squadra, e si è rinforzata con giocatori importanti come Rowland, Kuqo, ritrovando il ritmo che aveva l'anno scorso con Ene e migliorandolo con Itoudis. E poi hanno il vantaggio di non giocare in Eurolega, ma in Eurocup, e possono preparare meglio per le partite di campionato”.

Milano invece va in casa dell'Anadolu Efes. Che partita sarà?
“Difficile parlare dell'Efes, noi ci giochiamo in campionato tre giorni dopo Milano. L'Efes è sempre una squadra con giocatori di grande talento, come Planinic, Savanovic, Erden, Vasiliadis e gli altri. Ma quest'anno non sono costanti: possono fare una grande partita oppure una molto brutta. Tre settimane fa hanno cambiato l'allenatore Mahmouti, con il nuovo allenatore Angelou e per adesso non vedo grande differenza. Però gioca in casa ed è assolutamente obbligato a vincere: se perde è quasi fuori dalla Top 16, e non è facile per una società che l'anno scorso ha perso Final Four alla quinta partita di playoff”.

Ha rimpianti a vedere l'impatto di Hackett a Milano dopo il mancato arrivo al Galatasaray?
“Nessun rimpianto. Tutti i giocatori si prendono secondo la valutazione del mercato, noi abbiamo trattato con Hackett con delle cifre reali. C'era di mezzo il buyout da dare a Siena e il giocatore che non voleva un contratto triennale. Forse essendo un giocatore italiano ha preferito rimanere a casa sua, ed è una decisione da rispettare”.

E' curioso che lei è riuscito a portare in Turchia Allen Iverson e Deron Williams ma non ci è riuscito con Daniel Hackett...
“Secondo me è stato strano che Hackett non sia voluto venire perché era lui che voleva fortemente venire al Galatasaray: era molto interessato, e l'idea è nata così, con un grande interessamento dalla parte del giocatore, e visto che a me piace lo avremmo fatto volentieri. Fossimo stati a inizio stagione l'avrei preso di sicuro, ma avevamo già firmato Hairston e i campionato dovevamo sacrificare uno dei due. Poi è arrivato il cambio di idea di Hackett, che all'ultimo momento ci ha detto che voleva continuare con Siena a qualunque costo. Forse l'eliminazione dall'Eurolega gli ha fatto cambiare idea”.

Come vede Siena dopo Hackett?
“Non molto bene, da quello che sto seguendo in Eurocup. Purtroppo ha perso l'identità di essere una delle più grandi squadre d'Europa. Questo mi dispiace. Non è colpa di nessuno, so che c'è il problema della sponsorizzazione e del momento che sta vivendo la società, non so cosa succederà nel futuro. Per me è molto strano che se una squadra così importante in Italia come Siena perde uno sponsor come il Monte dei Paschi, non arrivano altri sponsor per continuare il lavoro di una grande protagonista del basket europeo”.

Il vostro girone di Top 16 non è impossibile. Dove può arrivare il Galatasaray?
“Le favorite del girone sono Real Madrid, Cska e Maccabi, ci giochiamo il quarto posto in una lotta con Kuban, Partizan e Bayern Monaco in cui per adesso siamo rimasti indietro per la sconfitta interna coi russi. Per entrare in corsa dobbiamo vincere fuori casa contro una delle nostre concorrenti, e la prima occasione è questa settimana a Monaco: lotteremo finché ci sarà la speranza matematica”.