Melli: “Mi sento un All Black. E cos¨¬ vinco l’Eurolega”
? tempo di vigilia delle Final Four di Eurolega che scattano oggi a Vitoria con le semifinali Fenerbahce-Efes, ovvero il derbissimo di Istanbul, e Real Madrid-Cska Mosca, la pi¨´ classica delle sfide a livello continentale. Gli incroci rispettano la classifica della regular season, con le prime 4 tutte presenti nella citt¨¤ basca. Anche il basket italiano ¨¨ rappresentato con due giocatori in campo e uno, sfortunatamente, in infermeria. Nicol¨° Melli (Fener) e Daniel Hackett (Cska) potrebbero sfidarsi in finale, Gigi Datome (Fener) invece ¨¨ fuorigioco per uno strappo al polpaccio sinistro. Dopo la grande finale dell’anno scorso, col titolo di top scorer, Melli ci riprova sperando di portare a casa anche il trofeo pi¨´ importante, sfuggito 12 mesi fa a Belgrado contro il Real. L’ala reggiana, 28 anni, raggiunta la maturit¨¤ grazie ad un’ormai datata esperienza all’estero (2 anni a Bamberg, altrettanti in Turchia), dopo il quinquennio milanese, ¨¨ diventato un top player a livello europeo. La sua stagione ¨¨ stata continua anche se non eclatante nei numeri. ?Guardando alla squadra – dice – ¨¨ stata una stagione estremamente positiva malgrado i molti infortuni che hanno colpito molti miei compagni. Per quanto mi riguarda, non sono soddisfatto per le cifre che ho prodotto, ma quello che conta adesso ¨¨ vincere l’Eurolega. Andiamo a Vitoria per riprenderci il titolo?.
Vi aspetta il derby con l’Efes. Sensazioni?
?E’ una partita secca nella quale non c’¨¨ un favorito. L’Efes arriva in grande forma fisica e mentale. Larkin, Micic, Moerman, Dunston e Simon sono giocatori di altissimo livello. Noi abbiamo pi¨´ problemi: Datome e Lauvergne non giocheranno, mentre ancora non sappiamo se Vesely e Kalinic riusciranno a recuperare?.
Melli ad Istanbul come si trova?
?Faccio una premessa: tutte le volte che ci ho giocato da avversario non sono mai entrato in empatia con la citt¨¤. Poi vivendola, grazie anche all’aiuto di Datome, ho scoperto una realt¨¤ fantastica. Istanbul con 18 milioni di abitanti ¨¨ come una nazione, bisogna adeguarsi. Peraltro, con tutte le partite e gli allenamenti, non la vivo tanto fuori dal basket. Ma quando ho un po’ di tempo libero ho il mio piccolo rituale: mi piace prendere il traghetto e risalire il Bosforo dalla parte asiatica a quella europea?.
Ha lasciato Milano 4 anni fa. Tornerebbe in Italia?
?Come si dice: mai dire mai. Non mi precludo nulla, ma ho ancora un anno in opzione col Fener. Qui come ho detto mi trovo benissimo e gioco al top?.
La prendiamo per una risposta negativa. Intanto il suo nome viene accostato alla Nba. Commenti?
?Non c’¨¨ nulla in piedi. Nessuna squadra mi ha invitato al veteran camp. In passato ho avuto contatti pi¨´ stretti ma ho preferito continuare il mio percorso europeo. La Nba non ¨¨ oggi tra i miei pensieri?.
Torniamo a Milano: lei ¨¨ uscito in silenzio da quell’esperienza. Qual ¨¨ il suo bilancio all’Olimpia?
?Non ho mai nascosto che sotto l’aspetto sportivo sono rimasto insoddisfatto anche se ho avuto il piacere e l’onore di vincere il primo scudetto dell’era Armani che mancava a Milano da 18 anni. E’ stata comunque un’esperienza formativa che mi ha fatto crescere molto come persona?.
Milano in questa Eurolega come le ¨¨ sembrata?
?Contro il mio Fener ha giocato due partite intense. Puntando i playoff ¨¨ rimasta sotto le aspettative, ad un certo punto sembrava qualificata ma a questi livelli non sei mai ai playoff finch¨¦ non ¨¨ finita la stagione. Nelle ultime partite ha pagato il grande recupero dello Zalgiris?.
Lei ha vinto 4 scudetti in 3 Paesi. Quali sono le similitudini e quali le differenze?
?L’unica similitudine ¨¨ che vincere non ¨¨ mai facile in qualunque latitudine ti trovi. Le differenze sono tante anche per come ho vissuto quei titoli. A Milano c’era da sconfiggere la pressione che gravava da anni sul club. A Bamberg ho vinto da protagonista. A Istanbul ho capito l’importanza della conquista in un grande club leggendo un libro sugli All Blacks. Per i giocatori di quello squadrone l’obiettivo ¨¨ lasciare la maglietta da gioco in una posizione pi¨´ alta di quando l’hanno indossata per la prima volta. Io voglio fare lo stesso col Fener, perci¨° ci tengo molto a vincere l’Eurolega?.
Per lei chi ¨¨ coach Obradovic?
?Un allenatore che mi colpisce per la coerenza della sua filosofia e metodologia. Non ¨¨ vero che ¨¨ troppo rigido, anzi. Ma i giocatori devono stare dentro ai suoi giochi. Abbiamo pi¨´ di 200 schemi, lui ci insegna l’importanza di una corretta esecuzione?.
Come si ¨¨ adeguato a lui?
?Non ho avuto problemi. Ho fatto una grande palestra di vita e di basket con coach Trinchieri al Bamberg che mi ha preparato molto bene?.
Ha voglia di Nazionale?
?Dopo oltre 70 partite stagionali, dovr¨° rifiatare e quindi conto di avere un corretto tempo di riposo prima di iniziare la preparazione al Mondiale. La mia disponibilit¨¤ per la maglia azzurra ¨¨ totale e risaputa. Col c.t. Sacchetti ho un buon rapporto. Meo ¨¨ l’opposto di Obradovic: due filosofie agli antipodi. Ma ognuna sa essere vincente?.
In Cina avremo una Nazionale vincente dopo quella “ pi¨´ forte di tutti i tempi”?
?Quella locuzione ¨¨ diventata controproducente. Le Nazionali pi¨´ forti sono quelle che vincono o che hanno vinto. Quelle di Myers, Basile, Meneghin, Galanda, Poz, Bulleri per fare qualche nome. Noi ci riproviamo, la squadra ha talento e qualit¨¤ per fare bene?.
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