Eurolega, Repesa sfida la "sua" Milano: "Ma la mia non ¨¨ mai stata cos¨¬ forte"
Cinquecentottanta giorni dopo, Jasmin Repesa torna a Milano per giocarsi una partita importante contro il suo passato. L’ultima volta al Forum accadde il 2 giugno 2017, una data infausta per l’Olimpia che venne schiacciata in semifinale da Trento sotto un umiliante 1-4, cedendo tutte le tre partite casalinghe. Fu la fine del biennio milanese del coach croato nato in Bosnia che pure aveva siglato col marchio Armani 4 trofei tra cui lo scudetto 2016. Repesa, titolare di un altro anno di contratto, venne liquidato nel silenzio mentre Milano, annunciando Pianigiani come suo successore, avviava un nuovo percorso tecnico. Da allora, il vecchio Jasko ¨¨ rimasto inattivo a parte un paio di partite come c.t. della Bosnia nelle qualificazioni mondiali, un’esperienza fugace in attesa della chiamata giusta che ¨¨ arrivata nelle ultime ore del 2018 per guidare il Buducnost in Eurolega. E il calendario vuole che il suo rientro, stasera, avvenga proprio a Milano nella prima giornata del girone di ritorno.
Coach Repesa, ¨¨ questa l’occasione per prendersi una rivincita personale?
?Non penso a questo. Chi mi conosce sa che non sono una persona conflittuale. Non so come sar¨° accolto dai tifosi di Milano, comunque la mia vita va avanti. Oggi ho un nuovo lavoro che, coi ritmi dell’Eurolega, ha programmi e tempi strettissimi. Tanti viaggi, tante partite. Sono concentrato su questi aspetti. L’esordio a Milano ¨¨ solo uno scherzo del destino?.
Due anni sulla panchina di Milano. Qual ¨¨ il suo bilancio di quella esperienza?
?Quattro trofei non si dimenticano. E’ ovvio che nella seconda stagione mi aspettavo di pi¨´, lo stesso pu¨° dire il club. Tutti datano la fine del mio rapporto dopo quel mio sfogo a Torino quando vincemmo concedendo 97 punti ad un avversario non trascendentale. Pochi giorni prima avevamo perso al Pireo una partita gi¨¤ vinta. Volli richiamare la squadra ad una maggiore attenzione nell’atteggiamento difensivo. Da quel momento inizi¨° un periodo molto difficile per tutti dentro all’Olimpia. Fummo bersagliati da tanti infortuni: Dragic non fin¨¬ la stagione, Macvan, Sanders e Simon saltarono tante partite, poi ci fu il caso Gentile. Un massacro, ma si vede che doveva finire cos¨¬?.
Oggi l’Olimpia di Pianigiani come le sembra?
?E’ decisamente pi¨´ forte delle Milano che ho allenato io e anche il budget, immagino, ¨¨ diventato pi¨´ importante. Questa Olimpia ¨¨ basata su due veri fuoriclasse: James e Nedovic. E’ il punto di partenza per fare bene in Eurolega?.
Si aspettava la chiamata del Buducnost?
?S¨¬ perch¨¦ mi avevano gi¨¤ cercato il mese prima ma ho rifiutato. Poi la pressione del club montenegrino ¨¨ diventata pi¨´ forte e cos¨¬ ho accettato l’incarico che si proietta per contratto fino al 2020. Ma come insegna il mio mestiere, il futuro ¨¨ legato a tante variabili?.
Che squadra ha ereditato dal suo predecessore?
?Abbiamo fatto tre innesti importanti: Norris Cole da Avellino, James Bell e Goga Bitadze, un lungo georgiano che presto entrer¨¤ nella Nba. E’ uscito Omic, non ho idea se giocher¨¤ stasera contro di noi. Devo aggiustare qualche situazione tecnica per definire meglio il nuovo assetto?.
Qual ¨¨ il suo obiettivo con la squadra montenegrina?
?In Eurolega vorremmo vincere qualche partita in pi¨´ rispetto all’andata per staccarci dal fondo della classifica. Anche in Lega Adriatica, quest’anno molto competitiva, dobbiamo risalire dal quinto posto puntando almeno al secondo. C’¨¨ molto da fare?.
Come ha passato 18 mesi senza allenare?
?Mi sono riposato tanto (ride) perch¨¦ ne avevo bisogno. Ho girato il mondo, Giappone, Sudamerica, tanta Europa facendo clinic e guardando partite e giocatori. Non ho avuto fretta di trovare squadra, ho rigettato diverse offerte, due anche dalla Serie A italiana?.
Nel frattempo ¨¨ tornato ad allenare una squadra nazionale: la ?sua? Bosnia. Perch¨¦ solo per due partite?
?L’estate scorsa, la federazione bosniaca mi ha chiesto di rimpiazzare Dusko Vujosevic che aveva problemi di salute. Ho accettato per amicizia guidando giocatori gi¨¤ selezionati da Dusko e dal suo staff. In settembre, nella finestra di qualificazione al Mondiale, abbiamo giocato contro Finlandia e Repubblica Ceca, due avversarie pi¨´ forti, perdendo entrambe le partite in volata. Il mio compito finiva l¨¬?.
Lei ¨¨ il terzo allenatore straniero con pi¨´ presenze nella storia della Serie A (409) dietro a Peterson e Tanjevic. Si sente ancora pi¨´ italiano di tanti allenatori italiani?
?Dissi quella frase dieci anni fa quando avevo il tempo per formare giocatori come Belinelli e Mancinelli alla Fortitudo Bologna. Un processo che non ho potuto ripetere a Milano, per esempio, con Fontecchio e Abass perch¨¦ siamo rimasti poco tempo insieme?.
Per finire, cosa darebbe per vincere stasera?
?Niente di particolare. Per me questa sfida con Milano ¨¨ una partita come le altre. Possibilmente da vincere, come tutte le altre. Ho gi¨¤ detto che 4 trofei in due anni non si dimenticano. Tutto il resto ¨¨ vita?.
la partita
¡ªLa fortuna guarda da un’altra parte. Non certo verso l’Olimpia. Oggi contro il Buducnost dell’ex Jasmin Repesa (scudetto 2016 in biancorosso), rinvigorito dagli arrivi di Norris Cole, Goga Bitadze e James Bell, Milano si presenta in pesante emergenza. Non ci sar¨¤ Nemanja Nedovic, ufficialmente fermato per un turno a scopo precauzionale, ma il realt¨¤ il quadro generale pare pi¨´ complesso. La stella serba ha ancora bisogno di terapie e riposo per svoltare definitivamente dall’infortunio. E allora l’idea del club ¨¨ quella di fermarlo per un altro mese senza tornare sul mercato, ma puntando su chi gi¨¤ c’¨¨. Kaleb Tarczewski invece stringer¨¤ i denti e ci sar¨¤. Con una fasciatura e praticamente senza un dito: il pollice della mano destra infatti ¨¨ lesionato e domani finir¨¤ sotto i ferri per uno stop quantificabile in 45 giorni. Il pivot americano per¨° non ha voluto sentire ragioni, contro Podgorica vuole esserci. Un atto di eroismo che non baster¨¤ per¨° a chiudere tutte le falle. Alen Omic, 26enne gigante sloveno (216 cm) prelevato proprio dal Buducnost, ¨¨ stato tesserato e quindi ¨¨ in teoria arruolabile. L’idea ¨¨ quella di non schierarlo contro i montenegrini, anche se la schiena di Jeff Brooks desta qualche preoccupazione. Tutti i dubbi verranno sciolti solo nell’immediata vigilia. In queste condizioni serve un’impresa: non solo contro il rinnovato Buducnost di Repesa, ma per fare fronte alle prossime nove partite in cui Milano si gioca quasi tutte le carte playoff, prima delle ultime 6 proibitive giornate. Paradossalmente servivano tutti ora. Di certo, chi ci sar¨¤ dovr¨¤ fare non uno ma tre passi avanti. ?Per tanti motivi - spiega Simone Pianigiani - ¨¨ la nostra partita pi¨´ complessa. Mentalmente pensavamo di trovarci al top, di essere al completo e invece siamo senza giocatori, alcuni chiave, e con un nuovo elemento da inserire al volo. Lo scenario ¨¨ diverso da quello ipotizzato. Cercheremo di capire chi pu¨° stare in piedi, siamo in emergenza, ma combatteremo lo stesso. Penseremo solo a questo, a noi stessi?.
© RIPRODUZIONE RISERVATA