E' scattata a Londra la Final four di Eurolega. Il primo verdetto ha il colori della Grecia: l'Olympiacos Pireo ha infatti sconfitto 69-52 il Cska Mosca. Nella seconda semifinale successo del Real Madridnel derby spagnolo col Barcellona. Domenica la finale tra Real e greci.

Georgios Printezis (15) dell'Olympiakos esulta. Reuters

Cska Mosca-Olympiacos Pireo 52-69
L’inizio di Sonny Weems (5 punti in due minuti) sembra promettere bene per il CSKA, ma l’Olympiacos non è per nulla in soggezione. Anzi, i greci giocano con grande autorità, muovono bene la palla, giocano come sempre di squadra e possono permettersi di non tremare nemmeno dopo il secondo fallo di Kostas Papanikolaou a 5’16 dalla fine del primo quarto. Il momento migliore arriva addirittura quando pure Vassilis Spanoulis va a sedersi, con la partita in equilibrio: i greci piazzano un parziale di 8-0 magnificato dal canestro più fallo di Kyle Hines e dalla tripla di Kostas Sloukas per il 24-17 al 10’. Le triple sono il sale dell’attacco moscovita, decisamente appannato con un Milos Teodosic completamente fuori giri e incapace di innescare il suo famoso pick and roll e di servire i lunghi. Il risultato è che senza il 5/9 iniziale nel tiro da fuori i russi sarebbero già in alto mare (23-29 quando segna Jackson a 7’ dall’intervallo), ma in sostanza a basket gioca solo l’Olympiacos, che dilaga. Shermadini (come sempre alti e bassi) si illustra con il 2+1 che vale il +13 (38-25 a 4’35 dalla pausa), poi però gli ultimi minuti evidenziano un po' di stanchezza e anche di comprensibile pressione anche per i biancorossi del Pireo. Tra molti errori di qua e di là si arriva al 40-28 di metà gara, e le cose si fanno decisamente più pesanti per il CSKA al rientro dagli spogliatoi.

Ettore Messina , coach del Cska. Reuters

cska scarico — L’Olympiacos parte con un 5-0 firmato Spanoulis e Papanikolaou e tiene gli avversari con la testa sott’acqua. La squadra di Messina non ne viene a capo contro la difesa greca, che nonostante l’evidente gap di stazza fisica in area resiste a suon di anticipi e corpi addosso a Kaun e compagni. L’Olympiacos è stanco, non segna più, ma non concede nessun canestro dal campo al CSKA nel terzo quarto. Hines è un leone, una speranza per tutti quelli a cui dicono che non ce la potranno fare nella vita: chiunque voi siate, procuratevi il dvd di questa partita del giocatore americano, che rimette anche in moto l’attacco dei suoi con un rimbalzo cruciale e il layup del 49-36, seguito poco dopo dalla tripla di Antic per il +16 a 28 secondi dall’ultimo intervallo. La partita, di fatto, è finita: tradita da Teodosic (0/4 da due, 1/5 da tre, 2/4 ai liberi, 1 assist, 2 perse), con troppi uomini irriconoscibili (come Weems, Micov e Khryapa), forse troppo carichi per una voglia di rivalsa rispetto all’anno scorso. Altro che underdog, altro che sfavoriti. I greci sono i campioni, e vogliono riuscire nell’impresa di centrare il primo bis in Eurolega nella storia del basket ellenico.
CSKA: Weems 13, Khyapa 11, Jackson e Kaun 7.
Olympiacos: Hines e Antic 13, Spanoulis e Perperoglou 8.

Rodriguez esulta, il Real batte il Barcellona e va in finale. Reuters

barcellona-real madrid 67-74 —
Il "clásico" del basket inizia nel segno di Ante Tomic, che segna dalla lunetta i primi quattro punti della partita. Il ruolo del centro croato del Barcellona sarà predominante per gran parte della serata, grazie alla tecnica raffinata e alla sottile voglia di fare bene contro quel Real con cui partecipò alle Final Four nel 2011. L'inizio dei catalani è confortante, e con le giocate di Navarro arriva l'allungo (16-9 con 5 punti di "La Bomba" con 3'27 da giocare nel primo quarto), mentre i madrileni si prendono a male parole con il canestro (2/13 da due nei primi 10') e faticano a trovare il loro consueto ritmo. La musica cambia nella seconda frazione, con Sergio Llull che infila tre triple e riporta i suoi a contatto (23-22 a 6'51 dall'intervallo), mentre la sua squadra sembra essersi finalmente messa in moto, aumentando il numero dei possessi e imponendo al Barcellona una velocità di gioco difficilmente sostenibile (Sergio Rodriguez arriva al 20' con 7 punti e 6 assist). Grazie a un Tomic d'autore (14 punti con 4/5 al tiro, 6/7 ai liberi e 6 rimbalzi prima della pausa lunga), i blaugrana di coach Pascual restano in partita (39-33 Real all'intervallo).

altalena di emozioni — L'allenatore dei catalani prova a imbrigliare gli avversari con la zona 2-3 che aveva già messo in crisi il Panathinaikos di Dimitris Diamantidis nei playoff, e ci riesce. Il Barcellona rosicchia lo svantaggio fino al pareggio firmato Tomic con 5'39 prima dell'ultima pausa (42-42 con il croato già a quota 10 rimbalzi), poi arriva anche un 12-0 a cavallo degli ultimi due periodi ispirato da 8 punti consecutivi di Marcelinho Huertas e chiuso da un lampo di Jasikevicius (56-48 a 8'43 dalla fine). In mezzo, un minuto di eroismo da parte di Nate Jawai, vistosamente infortunato al piede destro, ma che ha provato comunque a dare una mano ai suoi. Il Barça sembra poter scappare via sulla tripla di Joe Ingles (61-52 a 7'27 dalla sirena), ma il Real trova la strada della rimonta grazie ai muscoli del suo capitano, Felipe Reyes: il fratello d'arte (il maggiore, Alfonso, giocò anche lui al Real e nella nazionale spagnola) segna 9 punti fondamentali nel parziale di 15-2 che ribalta il corso della partita (69-63 Madrid a 2'08 dalla fine). Dall'altra parte l'ispirazione abbandona Huertas, mentre i madrileni sono padroni del match a livello psicologico. Rudy Fernandez non brilla in attacco (8 punti e 3/10 al tiro), ma un paio di suoi recuperi risultano decisivi. Il Real è in finale, e contro l'Olympiacos sarà una battaglia straordinaria.
Barcellona: Huertas 19, Tomic 18, Navarro 9.
Madrid: Reyes 17, Llull 13, Rodriguez 12.