Griner e l'incubo nella prigione russa: "Ho dovuto chiedere scusa a Putin. E ringraziarlo..."

Ha dovuto chiedere scusa a Putin. Scuse e ringraziamenti. Per evitare guai peggiori e rischiare di non tornare mai più a casa, negli States. Ma, se vogliamo, questa sorta di umiliazione è quasi niente per?Brittney Griner, la star del basket mondiale.?Mercoledì ha ammesso in una intervista alla Abc: "Ho più volte pensato al suicidio nelle prime due settimane, ma non l'ho fatto perché ero sicura che non avrebbero dato il corpo alla mia famiglia". Il sollievo arrivava dalla Bibbia, lei che è la nuora di un predicatore ma mai particolarmente religiosa. In carcere ha anche iniziato a fumare sigarette vere, un pacchetto al giorno. Condannata in agosto, sei mesi dopo il fermo, a nove anni di carcere per spaccio di stupefacenti, è stata usata come leva politica per mettere pressioni al presidente Usa Joe Biden. Alla fine,?è stata poi liberata lo scorso dicembre nell'ambito di uno scambio di prigionieri con un trafficante d'armi che era detenuto negli Stati Uniti.?

trasferimento

A novembre arrivò il trasferimento in una colonia penale in Mordovia, a 500 km dalla capitale russa: Griner ha raccontato di un viaggio in treno, in una sorta di gabbie, durato sette o otto giorni. Per finire a tagliare e cucire per tutta la giornata le divise dei soldati russi, e dividere una cella con 20 prigioniere e un bagno con 50. Tutto per farti impazzire e magari spingerti al suicidio, proprio come aveva pensato la fortissima cestista.? Che ha raccontato altri particolari agghiaccianti della prigionia: "Nella mia cella il materasso aveva un’enorme macchia di sangue. Ti danno queste due lenzuola sottili, quindi praticamente ti sdrai sulle sbarre. La metà dello stinco fino ai piedi è incastrata tra le sbarre, ma non vuoi davvero infilare le gambe e le braccia nelle sbarre, perché qualcuno sale le afferra e te le spezza”.?

la lettera

Griner era molto conosciuta in Russia prima del suo arresto, avendo vinto diversi titoli nazionali con la famosa l’Ummc Ekaterinburg incontrata in Eurolega anche dalle nostre squadre, a partire da Schio. In prigione era conosciuta come “The American” e “The Basketball Player”. La pulizia? "Mi davano un rotolo di carta igienica al mese e un dentifricio vecchio di più di dieci anni: lo usavo per eliminare la muffa dalle pareti della sua cella. C’erano dei ragni sopra il mio letto che facevano i nidi nei capelli. Alla fine sei costretta a fare quello che ti dicono per evitare altro. Mi hanno fatto scrivere una lettera. Era in russo. Ho dovuto chiedere perdono e ringraziare il loro cosiddetto grande leader. Non volevo farlo, ma allo stesso tempo volevo tornare a casa. E quindi...”. Griner il 14 maggio inizierà la stagione Wnba giocando per le Phoenix Mercury, e in estate sarà ai Giochi di Parigi con il Dream Team Usa per puntare al terzo oro olimpico consecutivo (ne ha vinti anche due ai Mondiali).