Nel 2015 si accasci¨° sul parquet: 40' di massaggio cardiaco e defibrillatore, la corsa in rianimazione, la lenta ripresa. Ora a 24 anni ¨¨ Team Manager: "E' stata dura. Nella sfortuna, ho trovato nell'Assigeco una famiglia che mi ha subito creato una seconda carriera"
Una cosa ¨¨ certa: chi c’era quella sera non lo dimenticher¨¤ mai pi¨´. Era un sabato di fine settembre 2015: a Manerbio, nella bassa bresciana, si giocava un torneo pre-campionato tra formazioni di A-2. All’improvviso, un corpo accasciato al parquet, esanime. Panico e smarrimento in campo, sugli spalti, all’esterno: 40' di massaggio cardiaco e defibrillatore con il fiato sospeso, la corsa in rianimazione, la lenta ripresa. Oggi Alessandro Pagani ne parla con serenit¨¤, il trauma psicologico l’ha metabolizzato: "A distanza di due anni ho scoperto di soffrire di cardiomiopatia aritmogena, mi manca una proteina: servono esami specifici e approfonditi, altrimenti non la trovi. E' di origine genetica, se avr¨° un figlio potrei trasmettergliela: quando muore un giovane atleta, di solito ¨¨ per questo". Immaginate cosa passa per la testa di un ragazzo che mastica pallacanestro praticamente da quando ¨¨ nato, insegue il sogno di giocare in serie A, e improvvisamente si ritrova a bordo campo a vedere gli altri correre, sudare, divertirsi: "Dopo le dimissioni dall’ospedale, all’inizio era dura vedere una partita intera: dovevo uscire a prendere aria, per gestire le emozioni. Pensavo che avrei smesso di giocare quando non ne avrei pi¨´ avuto voglia: prima dei quarant’anni, di sicuro non a 22. Mi mancavano la vita da spogliatoio, le lunghe trasferte in pullman, le giornate scandite dagli allenamenti. Con il tempo, l'ho superata: mi hanno proposto la psicoterapia, ma ho preferito combattere da solo, con l’aiuto della famiglia, degli amici, della societ¨¤. Come quando mi sono rotto il tendine d’Achille, a 18 anni, o quando ho rischiato l’amputazione di un piede, per un’infezione: s¨¬, ho avuto una carriera breve, ma particolarmente sfigata".
nuova vita —
Non parla con la spensieratezza che ti aspetteresti da un 24enne: gli eventi hanno accelerato l’emergere di alcune consapevolezze. Sar¨¤ per questo che in Assigeco l’hanno scelto come nuovo Team Manager: "Ora vedo il gioco da un’altra prospettiva, quando sei un atleta ti sfuggono molte cose. Pensi 'ho sempre fatto cos¨¬ e va bene'. Se potessi tornare in campo, molti aspetti del mio gioco li cambierei. Ho conosciuto molti Team Manager, ognuno con il proprio stile: io vorrei diventare una figura di riferimento per i giocatori, ma al contempo un professionista serio e riconosciuto per la societ¨¤". Non capita a tutti un’opportunit¨¤ di questo tipo: "Nella sfortuna, ho trovato nell’Assigeco una famiglia che mi ha subito creato una seconda carriera: all’inizio mi hanno inserito con ruoli di segreteria e amministrazione, poi all'improvviso questa proposta, alcune settimane fa. Non me l’aspettavo, ma ho subito accettato. Sarebbe stato stupido rifiutare: quando mi ricapita? Sono orgoglioso che abbiano pensato a me". Ora lo aspetta una stagione complessa ma sfidante: "La squadra ¨¨ quasi fatta: abbiamo appena ufficializzato Ogide e manca solo la guardia Usa. C’¨¨ un coach emergente come Ceccarelli e una panchina di ragazzi giovanissimi, con cui non vedo l’ora di iniziare a relazionarmi. L’obiettivo ¨¨ una salvezza tranquilla, ma con cinque retrocessioni e tre promozioni tutti si sono attrezzati e rinforzati. In pi¨´ ci sar¨¤ il derby con la Bakery, che si ¨¨ guadagnata l'A-2 con una grande stagione e sta allestendo un roster competitivo: avranno obiettivi simili a noi, per cui prevedo due gare di fuoco".
Alberto Mariutto
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