Dopo il k.o. in gara-3, i piemontesi rinascono e al PalaDozza dominano: un 18-0 in avvio partita stronca le gamba a una Fortitudo senza benzina. Martinoni uomo ovunque, Pozzecco espulso nel tunnel degli spogliatoi all’intervallo. Da domenica la serie di finale Trieste-Casale, al meglio delle 5
Sar¨¤ Trieste-Casale Monferrato la finalissima che vale la serie A. Prima del girone Est contro prima di quello Ovest: dopo aver dominato la stagione regolare, anche nei playoff hanno dimostrato di essere le pi¨´ forti. L’appuntamento ora ¨¨ per gara-1, domenica 10 giugno alle 18 all’Alma Arena. Eravamo tutti rimasti increduli e ammirati di fronte al prepotente +32 con cui Trieste si era sbarazzata di Treviso lo scorso venerd¨¬ sera al Palaverde. Quello che ha fatto Casale al PalaDozza in gara-4 ¨¨ altrettanto stupefacente, sicuramente difficile da prevedere. Appena 48 ore prima la squadra di coach Ramondino era uscita malconcia da una gara-3 in cui era apparsa irriconoscibile, chiusa con un pesantissimo -34, il 10% da tre e appena 45 punti segnati (di cui 16 nell’intero secondo tempo). Sanders aveva raggranellato un terribile 1/12 dal campo e sembrava che l’Aquila potesse invertire l’inerzia della serie, trascinata dalle proprie seconde linee (Italiano, Pini, Fultz e McCamey). Evidentemente per i piemontesi si trattava di un fisiologico giro a vuoto. Dopo aver rifiatato, Casale ritrova la propria pallacanestro fluida e mette in piedi una gara-4 ai limiti della perfezione, esibendo una pallacanestro da manuale: pochi palleggi, tanto movimento, continui cambi di lato, ricerca quasi ossessiva dell’uomo libero per il tiro migliore (23 gli assist al termine, 39% da tre).
PARTITA —
I fortitudini non hanno nelle gambe la stessa energia, probabilmente la benzina ¨¨ finita: non riescono a difendere con la consueta intensit¨¤, subiscono nell’uno contro uno, perdono una quantit¨¤ esagerata di palloni, arrivano sempre in ritardo sulle palle vaganti. L’equilibrio dura esattamente 3’: dal 7-7 Casale piazza un 18-0 nel giro di 5’ e mezzo, che toglie alla Fortitudo ogni speranza. La zona di Ramondino sembra insuperabile: al 10’ il tabellone dice 9-30, al 20’ 24-52. Martinoni (top scorer con 25 punti e 7 rimbalzi) ¨¨ ovunque, ma non ce n’¨¨ uno tra i piemontesi che giochi male. A poco valgono i tentativi isolati di Rosselli, Cinciarini e Mancinelli: dall’altra parte c’¨¨ una squadra che continua a girare, mantenendo lo stesso livello nonostante coach Ramondino ruoti nove giocatori. Pozzecco le prova tutte per scuotere i suoi: prende un tecnico, poi si fa espellere nel tunnel degli spogliatoi all’intervallo. Niente da fare neanche con Comuzzo in panca, la gara ¨¨ ampiamente finita: i piemontesi non abbassano mai la concentrazione, se non negli ultimi minuti (in cui lo scarto si riduce al 67-82 finale) e possono festeggiare una finale meritatissima. La Fortitudo esce comunque tra gli applausi del proprio fantastico pubblico, che continua a cantare fino all’ultimo nonostante la sconfitta e l’eliminazione.
Alberto Mariutto
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