Il play della Stella Azzurra Roma, ingaggiato per la cantera: in una gara di Under 13 ha segnato 78 punti
Futuro galactico. La cantera del Real Madrid, la stessa che ha mandato in orbita Eurolega il predestinato Luka Doncic fino alla probabile 1? scelta assoluta al prossimo draft Nba, per la prima volta sceglie un giocatore italiano: Matteo Spagnolo, che della leva 2003 (10 dicembre, per la precisione) ¨¨ il nostro miglior prospetto, e – senza millantare certezze sul giocatore che sar¨¤ – a oggi ¨¨ considerato uno dei primi 5 in Europa dell’annata, play-guardia brindisino di 1.91, dal 2016 alla Stella Azzurra Roma, laboratorio avanzato di reclutamento e sviluppo dei giocatori del futuro. ?Quando sono stato a Madrid ¨¨ stato tutto emozionante: coi ragazzi ci avevo giocato contro con la Stella, ma non avevo mai visto le loro palestre, sono stupende – racconta Matteo –. Vivr¨° insieme ai giovani cestisti e calciatori del Real. Tutto a portata di pochi passi. Non riesco a trovare qualcosa che non sia fantastico?. E non sembra di sentire un 14enne: ?La vita cambia, ma non ¨¨ la prima volta: credo sia stato pi¨´ difficile andare via da casa per trasferirmi a Roma a 13 anni, questo penso che mi aiuter¨¤. Sar¨° iscritto in una scuola internazionale bilingue, con inglese e spagnolo, con dei tutor che mi aiuteranno, ma spero presto di potermela cavare da solo come adesso?.
PROSPETTI- All’estero sono anche due dei migliori prospetti italiani del 2002: Lorenzo Guerrieri da Volterra al Barcellona, Sasha Grant da Cagliari al Bayern Monaco. Il regolamento spagnolo prevede lo svincolo a 18 anni, per cui Spagnolo ¨¨ legato al Madrid fino al 2021, poi potr¨¤ ricevere un contratto da pro’ a condizioni gi¨¤ stabilite oppure sar¨¤ libero. Intanto gi¨¤ l’anno prossimo giocher¨¤ nella seconda squadra del Real in 4? serie. Playoff Niente di cos¨¬ nuovo per Matteo, in questi giorni impegnato nei playoff di Serie B con la Stella, pi¨´ giovane italiano di sempre a cui ¨¨ stata concessa la deroga per esordire in un campionato senior, a 14 anni, 9 mesi e 4 giorni: un paio di mesi prima di quanto fece Rubio in Spagna, per capirsi, seppur a un livello diverso, unico 14enne in Europa. Play con grandi istinti realizzativi, a cavallo tra i ruoli di guardia, capace di fare della potenza – pi¨´ che della rapidit¨¤ – la propria forza, con palleggio-arresto-e-tiro mortifero, ha sempre fatto tanti canestri: celebre nell’aprile 2016 una partita da 78 punti con cui guid¨° la sua Mens Sana Mesagne al successo su Ceglie nell’Under 13 pugliese; un mese e mezzo dopo ne segn¨° 77, su 81 di squadra, in una finale regionale. Dopo il minibasket all’Aurora Brindisi ¨¨ passato a Mesagne, dove nella prima squadra in Serie D era capitano il pap¨¤ Fabio, fenomeno locale delle ?minor? pugliesi, che ha lasciato il basket quando nel 2016 Matteo si ¨¨ trasferito a Roma, dove pure gi¨¤ da un anno andava una settimana al mese: era nell’orbita Stella Azzurra da quando a 11 anni lo scopr¨¬ a un torneo il g.m. Giacomo Rossi. Che col suo lavoro di scouting, contatti e reclutamento ¨¨ una figura unica in Italia, per arrivare prima su tanti giocatori. Dici Stella Azzurra e pensi ad Andrea Bargnani, che dopo un triennio qui ha spiccato il volo per Treviso e poi la prima scelta assoluta Nba.
ACCELERATA Ma la vocazione giovanile di sempre del club ha avuto un’accelerata negli ultimi 5 anni non solo per il crollo di settori giovanili storici, ma anche per lo sviluppo dell’Academy, progetto internazionale che fa della foresteria (20 ragazzi e 5 ragazze) una babele da 12 diversi Paesi, 4 continenti, 5 religioni. Reclutando talenti in giro per il mondo per lanciarli verso il grande basket, offrendo vetrine di tornei all’estero, di cui sono stati pionieri in Italia: su tutti tra qualche giorno la seconda volta alla Final Eight giovanile di Eurolega. E poi sei scudettini negli ultimi tre anni in varie categorie, meno del previsto anche perch¨¦ non ¨¨ una priorit¨¤ programmatica (si lavora sui giocatori, non sulle squadre) n¨¦ dei metodi, innovativi: a partire dall’allenarsi non per gruppi di et¨¤ come tutti, ma per fasce di talento in tre gruppi diversi, a prescindere dalla categoria in cui si gioca nei campionati del weekend. Padre della patria, volto del progetto e allenatore storico ¨¨ Germano D’Arcangeli, 49 anni: ?Se in Italia il mercato del lavoro in questo momento ¨¨ asfittico, qui c’¨¨ un programma che ha portato Spagnolo ad avere un’alternativa credibile nel posto migliore del mondo. Tante aziende continuano a fare ricerca e investimenti sul prodotto, noi siamo felici di rappresentare questo prodotto di eccellenza. Usiamo una serie di test, che diventano un numero, che a sua volta diventa orientamento di lavoro?.
COME I WARRIORS Gi¨¤ perch¨¦ dopo momenti economici alterni, per la difficolt¨¤ di ammortizzare costi per una struttura del genere senza una prima squadra di livello, oggi c’¨¨ un finanziatore, Daniele Camponeschi di Green Arrow, che ha affiancato il club con la startup Horus Sport, investendo sulla creazione di talenti con l’idea che l’atleta del futuro (allargandosi magari ad altri sport) si costruisce individualmente attraverso numeri e tecnologia. Investendo 100mila euro negli ultimi due anni. Un sistema di telecamere come quello di Golden State per tracciare allenamenti, pulsazioni, sudorazione, elevazione, corsa per indicizzare tutti i giocatori secondo un algoritmo che porta a un numero che rappresenta il livello del ragazzo, e da l¨¬ partire per incrementarlo col lavoro. E ancora palloni con chip elettronici per misurare tempo di rilascio e altezza della parabola, per uniformare lo stile di tiro. E l’uso della realt¨¤ virtuale che con un visore porta i ragazzi all’interno degli schemi in 3D, ma anche in simulazioni di eventi come la caduta di un aereo, per lavorare sulla gestione dello stress e allenare quello che ¨¨ ritenuto il muscolo pi¨´ importante del basket, l’occhio. Il futuro si costruisce cos¨¬.
Giuseppe Nigro
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