Il Dottor Costa
¡°La mia Imola, la pista di pap¨¤ dove mi sono scoperto Angelo dei piloti¡±
l circuito ¨¨ come mio fratello, da piccolo anzich¨¦ avere i giocattoli mio padre mi ha ¡°regalato¡± l¡¯autodromo, i piloti e le moto?. Tutto vero perch¨¦ il padre di Claudio Costa, il medico che con l¡¯intuizione della Clinica Mobile ha rimesso in sella generazioni di motociclisti, strappando alcuni di loro persino alla morte, ¨¨ stato il fondatore di Imola. Si chiamava Francesco (1911-1988) ma per tutti era Checco.
Dottor Costa, ma ¨¨ vero che suo padre disegn¨° il circuito prendendola per le gambe e trascinandola sui prati come si fa tra bimbi in spiaggia per tracciare la pista per le biglie?
?No, ¨¨ una leggenda. Dopo aver importato il motocross in Italia, mio padre si mise in testa di realizzare questo autodromo. Ebbe anche la fortuna che la prima edizione della Coppa d¡¯Oro, dotata di un montepremi con il quale potevi comprare una citt¨¤, non and¨° tanto bene, e cos¨¬ gli amici del Motoclub, che lo avevano affiancato in questa avventura, nella notte bruciarono i documenti per non avere alcuna responsabilit¨¤ di tipo legale. ¡°Non tutti i mali vengono per nuocere ¨C disse mio padre - d¡¯ora in poi rimarr¨° solo io al comando¡±?.
Suo padre fu un pioniere nel coinvolgere gli sponsor per i montepremi delle corse.
?Per l¡¯autodromo gli erano stati pignorati i mobili di casa, poi nel 1955 la fortuna di incontrare la Shell. Con quella sponsorizzazione pagava i debiti dell¡¯anno prima. And¨° avanti cos¨¬ sino a quando nel 1957 ebbe l¡¯idea della 200 Miglia, con cui invent¨° il motociclismo moderno?.
Suo padre era amico di Enzo Ferrari a cui l¡¯autodromo ¨¨ intitolato.
?Tra loro c¡¯era profonda stima e rispetto. Erano due giganti, mio padre pi¨´ mistico, Ferrari pi¨´¡ mefistofelico!?
E lei ha avuto a che fare con Ferrari?
?S¨¬ l¡¯ho conosciuto bene perch¨¦ la moglie (Laura Garello; n.d.r.) veniva spesso ricoverata al Rizzoli di Bologna dove lavoravo. Ferrari si fermava in stanza sino a tardi e, quando sapevo che era l¨¬, sostituivo il medico di guardia. Finito il giro dei reparti, mi fermavo da lui, e nella penombra, parlavamo un po¡¯ di tutto. Mi stimava?.
E dal punto di vista professionale?
?Ho curato Alboreto, evitando che saltasse il GP d¡¯Italia 1986. Si disse che era caduto in bagno, in realt¨¤ pare che si fosse fatto male in moto. Vennero a prendermi in elicottero, dissi a Michele di non provare il venerd¨¬ e di farlo al sabato, le prove andarono bene ma Marco Piccinini (allora d.s.) non era convinto, non voleva rischiare. Allora mi chiam¨° Ferrari: ¡°Che ne dice?¡± ¡°Guarito non ¨¨, ma pu¨° guidare la sua macchina¡±. ¡°Me lo firma?¡± E cos¨¬ lo feci correre?.
Che rapporto ha avuto con la F.1?
¡°Da ragazzo con pap¨¤ sono stato a Montecarlo, al N¨¹rburgring, sul podio di Monza quando vinse John Surtees nel 1964. E sono stato il medico segreto di Senna. Un suo amico fotografo (Angelo Orsi; n.d.r.) mi disse che Ayrton mi voleva parlare, lo incontrai in un albergo qui a Imola. Mi interrog¨° tutto il pomeriggio sui tipi di allenamento, sull¡¯assunzione degli integratori e poi ebbi la fortuna di guarirlo da una fastidiosa congiuntivite che lo affliggeva sempre in primavera. Da allora l¡¯ho sempre seguito quando aveva bisogno per¨° mi fece promettere di non dirlo?.
La F.1 arriv¨° nel 1979 con Bernie Ecclestone, che nel 1956 era stato a Imola da pilota di moto.
?Ma sa che la prima iscrizione di Ecclestone fu rifiutata? Perch¨¦? Probabilmente non era un granch¨¦ come pilota!?.
Imola ha poi inciso sulla sua vita, spingendola a fare il medico.
?Quando ero ragazzo, stavo sempre ai box ma invidiavo gli spettatori che si mettevano nei punti pi¨´ belli del circuito e nel 1957, eludendo la sorveglianza, e dopo aver corrotto con un sorriso il guardiano del cancello delle Acque Minerali, entrai in pista, nascondendomi dietro un pino. A un certo punto cadde Geoffrey Duke e io mi gettai in pista, traendo in salvo il pilota e recuperando la moto. Il giorno dopo finii sul giornale, mi sentivo un eroe. Mio padre per¨° non la prese bene, mi sgrid¨° al punto che mi misi a piangere allora venne vicino, mi abbracci¨° e mi disse: ¡°Questo ¨¨ quello che farai tutta la vita¡±. Dopo essere diventato medico, alla prima 200 Miglia del 23aprile 1972 mi diede la responsabilit¨¤ del soccorso. Portai i rianimatori in pista, creando un servizio che oggi c¡¯¨¨ su tutte le piste del mondo?.
Da l¨¬ nacque l¡¯idea della Clinica Mobile.
?Dopo aver visto che cosa avevo fatto a Imola, i piloti mi vollero con loro?.
Anche suo fratello Carlo ¨¨ stato una colonna portante del circuito.
?? stato la voce dell¡¯autodromo, uno speaker formidabile, amato dagli sportivi?.
Domenica lei sar¨¤ in pista?
?Mi hanno chiesto se voglio fare da consulente ortopedico, lo far¨° da casa, ho 80 anni. E comunque resto a disposizione, vivo a 800 metri dall¡¯autodromo!?.
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