L¡¯olandese aveva dato del "mongolo" alla radio al pilota Racing Point nel corso delle libere di venerd¨¬ scorso. L¡¯associazione Mongol Identity e un¡¯emissaria del ministero degli esteri vogliono spiegazioni. E anche Marko non l¡¯ha presa bene
La causa di tutto ¨¨ stato il contatto con Lance Stroll in fondo al rettilineo di Portimao nel corso della seconda sessione di prova del venerd¨¬. La manovra del pilota Racing Point pu¨° esser stata o no discutibile (peraltro avrebbe ripetuto qualcosa del genere anche la domenica in gara ai danni di Lando Norris, ricavandone altri insulti). In pratica, mentre Max Verstappen stava effettuando una simulazione di qualifica, Stroll era impegnato in un long-run e al suo passaggio non ha rallentato. La reazione di Max ¨¨ stata piuttosto veemente. ¡°What a mongol¡±, ha urlato in radio. ¡°Che mongolo¡±. Oltre ad altre considerazioni che adesso non ¨¨ il caso di star qui a parafrasare. Ieri ¨¨ arrivata una reazione molto dura di Mongol Identity.
¡°Max ci deve pubbliche scuse¡±
¡ª ?Si tratta di una lettera aperta allo stesso Verstappen in cui gli si chiede con perentoriet¨¤ di scusarsi. Mongol Identity ¨¨ un¡¯associazione benefica con sede in Scozia, presieduta da Uugana Ramsey. Nella sua comunicazione si legge: ¡°Vogliamo esprimere la nostra disapprovazione e al tempo stesso la nostra preoccupazione nel vedere utilizzato il termine ¡®Mongolo¡¯ in maniera dispregiativa. Siamo anche abbastanza sotto shock per il fatto che la F1 non abbia preso alcun provvedimento e ci rivolgiamo direttamente ai vertici di questa competizione. Dal 1965 l¡¯OMS ha chiaramente stabilito che il termine ¡®Mongoloide¡¯ non poteva essere associato a chi soffre della Sindrome di Down in quanto offensivo per coloro che hanno nazionalit¨¤ mongola. Chiediamo a Verstappen scuse pubbliche e maggiore sensibilit¨¤ nei confronti di persone che soffrono. Chiediamo cortesemente che il termine ¡®Mongolo¡¯ venga utilizzato in maniera corretta rispettando la sua originalit¨¤ e autenticit¨¤¡±.
¡°Non ¨¨ un mio problema¡±
¡ª ?Quando gli ¨¨ stato chiesto cosa pensasse del fatto che fosse stato reso pubblico il messaggio, e che qualcuno avrebbe potuto sentirsi offeso, Verstappen ha risposto: ¡°Non ¨¨ un mio problema¡±. Cosa che deve aver fatto infuriare Unro Janchiv, responsabile della cultura del Ministero degli Esteri della Mongolia, che ha twittato: ¡°Non ¨¨ un suo problema? Ma la Red Bull lo ha meso al corrente che il team supporta #WeRaceAsOne ?¡±
We Race As One
¡ª ?Perch¨¦ in effetti c¡¯¨¨ anche questo da aggiungere: che l¡¯episodio accade nell¡¯anno in cui pi¨´ che mai la Formula 1 si ¨¨ impegnata contro il razzismo, con la campagna voluta da Lewis Hamilton. Verstappen ha indossato le magliette a supporto dell¡¯iniziativa, anche se ha sempre rifiutato di inginocchiarsi, come peraltro anche Charles Leclerc, Kimi Raikkonen, Antonio Giovinazzi, Daniil Kvyat e Carlos Sainz. ¡°Sono molto impegnato per l¡¯uguaglianza e nella lotta al razzismo¡±, aveva twittato nei giorni pi¨´ intensi della campagna. ¡°Ma credo che tutti abbiano il diritto di esprimersi nel momento e nel modo che pi¨´ gli si addicono¡±.
Il precedente di Larson nella Nascar
¡ª ?Dal suo team ¨¨ arrivato l¡¯intervento di Chris Horner che ha cercato di minimizzare, parlando di sfogo durante un momento concitato. Il che ¨¨ vero per la parola incriminata, meno per il ¡°Non ¨¨ un mio problema¡±, pronunciato pi¨´ a freddo. E va ricordato al proposito che nella Nascar Kyle Larson ¨¨ stato licenziato dal Team di Chip Ganassi per aver chiamato ¡°negro¡± il suo spotter (peraltro bianco) nel corso di una virtual race¡
Marko: ¡°Che non si ripeta¡±
¡ª ?Pi¨´ duro nei confronti di Verstappen invece ¨¨ stato il consigliere-plenipotenziario della Red Bull, Helmut Marko: ¡°Ho detto a Verstappen che episodi di questo genere non devono pi¨´ accadere in futuro. Ha sbagliato su tutta la linea¡±.
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