Lucas Lauda e la Dakar: "Papà Niki amava questa corsa e sarebbe orgoglioso di me"

Il 44enne figlio del compianto tre volte iridato di F1 e il suo raid: "Mi piace lo spirito di avventura di questa gara, ma soprattutto l'intelligenza che serve per imporsi: è una dote che ho ereditato da lui. ? la mia prima volta, punto a concludere, magari con un buon risultato"

Tre minuti sono sufficienti per capire che ti trovi davanti a uno dei Lauda. Inutile dirlo, ma svetta per raziocinio e intelligenza e allo stesso tempo per? normalità e simpatia. Il modo di sorridere e le espressioni ricordano tanto il padre. Lucas Lauda, il primogenito (44 anni) è al debutto sulla Dakar alla guida di un Side by Side Can Am categoria Challenger. Tra la polvere e la sabbia del deserto saudita il suo nome richiama l’attenzione. Anche lui inseguendo il sogno di questa pazza avventura.?

Con il nome che porta si sente obbligato a vincere.

“No, (ride) corro solo da un anno e mezzo! Con questo nome, però, sono obbligato a fare risultati”.?

Come è nato l’amore per la Dakar?

“La seguo da quando ero bambino e sognavo di correrla un giorno in moto. Da ragazzo facevo motocross e comunque sono sempre andato in moto. Invece mi sono avvicinato agli SSV solo nel 2022 grazie a Heinz Kinigadner. Mi invitò a provare un Can Am in Tunisia e me ne sono innamorato perché sono mezzi divertenti, li senti sotto il sedereo. Nel 2023 ho corso l’Hellas Rally (3°), il Rally dei Balcani (4°), ho vinto il Tuareg in Marocco, ancora l’Hellas (2°) e il Rally del Marocco”.?

La sua carriera è sempre stata in sports-marketing, ma sin da ragazzo ha respirato F1 e velocità.

“Sì, DTM, GT, Formula 2000, ho avuto un team in A1 GT, manager di mio fratello Mathias, tanti eventi”.?

Dopo anni passati nei circuiti, perché ha scelto il fuoristrada?

“Perché mi piace questo spirito di avventura che ti chiede di improvvisare, fare strategie … dove non necessariamente vince il più veloce, ma il più intelligente. L’atmosfera del bivacco, poi, è affascinante. I piloti sono uniti e si aiutano”.?

Perché ha scelto un SSV e non una macchina più performante??

“Perché è troppo cara! (ride). Non avrei avuto comunque l’esperienza e neanche il fisico. Questi mezzi sono divertenti e più facili da guidare”.

Condivideva questa passione con papà Niki?

“Papà era un grande amico di Carlos Sainz sr. Gli piaceva la Dakar. Da bambino mi ricordo di aver detto più volte che avrei voluto correrla in moto, ma poi crescendo non ne abbiamo più parlato.”?

Pensa che oggi sarebbe contento di questa sua avventura?

?“Sicuro”.?

Che ricordo conserva di suo padre??

“Mi manca tanto. Se potessi tornare indietro mi piacerebbe passare più tempo con lui. Invece non è stato possibile perché la sua vita era completamente dedicata alla F1 e al lavoro. Quando vuoi arrivare al top devi essere un po’ egoista. Oltre alla velocità, Niki si è distinto per intelligenza, disciplina e zero pazienza. Io e mio fratello Matthias non abbiamo trascorso molto tempo con nostro padre, ma quando eravamo insieme, ci siamo divertiti da matti. Quante risate!! Il rapporto tra noi era più quello con un fratello maggiore”.

Cosa ha ereditato da suo padre?

“L’intelligenza, la disciplina e los cojones. La Dakar è una gara estrema che obbliga ad andare oltre il limite. La questione è infatti questa: dove porre il limite e quanto ti vuoi spingere fuori della comfort zone. Ogni pezzo della macchina ha una memoria. All’ottava o nona volta che prende un colpo, si rompe. Devi decidere quanto spostare l’asticella perché la corsa è adrenalina pura. Mi diverto a derapare, ma se vuoi finire la corsa devi gestire il mezzo”.?

Quali le aspettative?

“Sono al debutto e lo faccio per me. Voglio finirla, possibilmente con un buon risultato”.?

Infine, chi vede favorito in Formula 1?

“Max Verstappen. Se nelle ultime gare i diretti rivali fossero stati un po’ più vicini, allora ci sarebbe stata qualche possibilità. Chiaro, sono sempre stato un fan della Mercedes perché ci lavorava mio padre, ma devo essere onesto: Max è il migliore al momento”.?