Coe: "Bolt per l’atletica ¨¨ stato come Ali. Ma basta rimpiangerlo"
n camicia, seduto a un tavolino, con i capelli sale e pepe e gli occhietti che brillano. Perch¨¦ Sebastian Coe, lord Sebastian Coe, neo rieletto presidente della federatletica mondiale per il prossimo quadriennio, se sente profumo d’Italia si inebria. Torna agli anni giovanili - fine 70, primi 80 - a quando, mezzofondista di rango assoluto, fino a due ori olimpici, scorrazzava sulle nostre piste e i nostri prati, mieteva successi, centrava record e si divertiva. Correndo, ma non solo...
Quanti ricordi, vero presidente?
"Un’infinit¨¤ e, credetemi, non lo dico di ogni Paese di cui parlo: l’Italia, per me ragazzo inglese, ¨¨ stata proprio una seconda patria".
A quali luoghi ¨¨ pi¨´ legato?
"Ho vissuto a Roma, ho gareggiato ovunque, in Coppa Europa a Torino 1979, in Coppa del Mondo a Roma 1981 e in tanti meeting: a Firenze, dove con 1’41”73 ottenni un primato del mondo degli 800 che dur¨° 16 anni, a Viareggio e Rovereto, a Grosseto e Rieti, dove con 3’29”77 feci un personale dei 1500 mai pi¨´ migliorato. Ho corso pure la Cinque Mulini".
Cosa c’era di cos¨¬ speciale?
"Oltre a tutto quel che l’Italia offre ancora oggi, la passione per l’atletica, il calore della gente, tanti rapporti personali. E altro su cui per¨° ¨¨ meglio non mi soffermi...".
Chi erano gli amici?
"Simeoni e Dorio, Cova, Mei e Bordin. La lista ¨¨ lunga".
L’atletica azzurra, oggi, vive un periodo molto meno aureo: sa che, a parte la ripescata Vallortigara, nessun italiano s’¨¨ qualificato per le finali di Diamond League?
"Non mi ero reso conto, ma non mi permetto di entrare in casa d’altri. Dico solo che il movimento italiano e la Fidal sono per noi imprescindibili. E noto come ci sia luce in fondo al tunnel: i recenti risultati nell’Europeo a squadre e quelli giovanili delle ultime stagioni dicono che il futuro potr¨¤ essere roseo".
Nel suo consiglio, confermatissima, siede la romana Anna Riccardi: ha sperato diventasse uno dei suoi vice, come pareva sino a un paio di mesi fa?
"Ho il massimo rispetto per Anna e per le sue scelte: credo avrebbe voluto, ma con l’assegnazione dei Giochi 2026 a Milano-Cortina ¨¨ normale che il suo mirino si sia spostato altrove. Posso capirlo, avendo fatto il capo dell’organizzazione dei Giochi di Londra 2012. Sono fiero di lei e orgoglioso che resti a far attivamente parte del nostro mondo".
Cosa pensa del trasferimento del Golden Gala da Roma a Milano, almeno per il 2020?
"L’Arena piena, per l’atletica, ¨¨ un luogo speciale, carico di entusiasmo. E guardate quel che ¨¨ successo a Parigi, con lo spostamento dallo Stade de France, troppo grande, allo stadio Charl¨¦ty, pi¨´ raccolto. ? stato un successo".
? soddisfatto dei cambiamenti ai quali la Diamond League va incontro, comprese le cancellazioni di gare come i 3000 siepi e il triplo e l’esclusione di un meeting come quello di Stoccolma?
"Abbiamo bisogno di un format pi¨´ accattivante, di coinvolgere i giovani, di avere serate pi¨´ dinamiche e contenute nei tempi. Potendo, avremmo dovuto muoverci prima".
Ha citato ex campioni italiani: chi sono stati, invece, i pi¨´ forti mezzofondisti?
"Herb Elliott ha segnato un’epoca, Kip Keino e Mike Boit hanno avuto il merito di far uscire dal guscio l’atletica africana. John Walker e Hicham El Guerrouj sono stati unici. E potrei andare avanti. Ma il pi¨´ grande, per me, ¨¨ David Rudisha. Non credo ci sia stata una gara pi¨´ esaltante della sua finale sugli 800 a Londra 2012".
E il suo grande amico-nemico Steve Ovett?
"Vive in Australia, lo vedo solo in qualche grande manifestazione. Mia figlia ha pi¨´ occasioni: ¨¨ responsabile social della federugby aussie. Ora ¨¨ alla Coppa del Mondo in Giappone. Spero non s’arrivi a una finale Inghilterra-Wallabies...".
Chi ¨¨, allora, il pi¨´ grande di sempre?
"Potrei indicare Jesse Owens, invece dico Haile Gebrselassie. Per la gamma di distanze sulle quali si ¨¨ espresso ai massimi livelli, dai 3000 alla maratona e per la longevit¨¤. La sua volata sui 10.000 con Paul Tergat a Sydney 2000 mi emoziona ancora".
Che cosa si aspetta da Doha 2019?
"Spero che esca un altro Gebre, farebbe bene a tutto il movimento. Saranno i Mondiali delle novit¨¤: programmazione serale, marcia e maratona a cavallo della mezzanotte, le prove multiple nelle stesse giornate, la 4x400 mista, soprattutto la sfida anche tecnologica alle condizioni ambientali, da valutare pure in funzione di Tokyo 2020. E poi la sede, seducente pure in senso politico-sportivo, a partire dalla crisi diplomatica che divide i Paesi del Golfo Persico".
In vigilia di Mondiali si parla quasi pi¨´ degli assenti – Bolt, Semenya, la Russia – che dei possibili protagonisti...
"Ed ¨¨ un errore: avremo in gara atleti di 209 Paesi, i rappresentanti di oltre 40 potranno vincere medaglie. Usain ¨¨ stato un Muhammad Ali, ma non si deve continuare a rimpiangerlo. Alle porte, da Noah Lyles in gi¨´, ci sono tanti giovani che possono essere personaggi. Su Caster mi sono gi¨¤ espresso: ci tengo solo a ribadire che la battaglia non ¨¨ contro di lei, non ¨¨ una presa di posizione personale, ma ¨¨ il tentativo di proteggere le donne atlete. E circa la Russia, bench¨¦ la nuova federazione si stia muovendo bene, la nostra Task Force ha ritenuto che i passi compiuti siano ancora insufficienti per un reintegro. In 30, da indipendenti, saranno comunque in gara".
E l’infinita guerra al doping, caso-Coleman incluso?
"C’¨¨ una sentenza, mi rifaccio a quella. In generale, invece, grazie all’Athletics Integrity Unit stiamo ottenendo importanti risultati e barare senza essere pescati sta diventando sempre pi¨´ difficile. Vinceremo la sfida? Difficile, ma potremo andarci vicini".
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